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N. 4.295 - ore 17:00 - Martedì 2 Settembre 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Analcoliche, con poco zucchero e instagrammabili. Circana ha analizzato i trend sulle bevande estive preferite dagli europei, registrando un cambio di rotta: la funzionalità di ciò che si beve, infatti, conterebbe più dell’ebrezza. Mentre il consumo nei bar e ristoranti rimane pressoché stabile, a cambiare è ciò che viene ordinato: dalle bevande al latte con ube ai tè freddi al matcha, passando per limonate fai-da-te e bevande fredde fermentate a base di caffè, i consumatori cercano qualcosa che sia rinfrescante, bello da vedere (per essere condiviso sui social) e che abbia benefici per la mente o per il corpo. E l’alcol va giù sia in valore che in volume. | |
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| | Le vendite di vino in Gdo in Francia sono diminuite del -7% tra luglio 2024 e luglio 2025, rispetto allo stesso periodo 2023-2024 e la tendenza negativa è trainata anche dal rallentamento degli acquisti da parte delle fasce d’età solitamente più consumatrici: quella 50-64 anni, passata dalle 25 unità all’anno nel 2021 alle 21 unità del 2025, e anche gli over 65, scesi da 32 a 29 unità all’anno nello stesso periodo. Per quanto riguarda invece le fasce più giovani, gli under 35 fanno segnare 9 unità all’anno nel 2025, mentre i 35-49enni sono a quota 14, a conferma che la conquista di consumatori più giovani da parte del comparto vinicolo rimane ben lontana dal compensare il calo dei più anziani. A renderlo noto è l’indagine “NielsenIq Scan track e Homescan”, ripresa dal magazine specializzato Vitisphere, che spiega come “sebbene il vino resti un prodotto “must have” nella Grande Distribuzione e nonostante 2,1 milioni di bottiglie di vino fermo vendute al giorno Oltralpe, il calo dei consumi è inequivocabile”. Di contro, le esportazioni del vino francese nel primo semestre 2025 “sono sostanzialmente stabili”. A fronte, infatti, di una perdita del -1,8% in volume, l’export in valore cresce del +0,9%, per un totale di 628,2 milioni di litri e un fatturato pari a 5,5 milioni di euro. Sono i numeri analizzati e pubblicati dal Centro studi spagnolo “Del Rey Analists of Wine Market”, che, vista anche l’altalena dell’export vinicolo transalpino (giù durante la pandemia nel 2020, in crescita nel 2021, di nuovo al ribasso tra 2022 e metà 2024 e stabile tra fine 2024 e il 2025) e il contesto di diminuzione del consumo di vino mondiale, valuta “ragionevolmente positivi” i dati delle esportazioni Oltralpe. Un calo, quello dell’1,8% in volume, che equivale a una perdita di 11,4 milioni di litri entro i quali perdono di più i vini non-spumanti (-3,5%), mentre aumentano il bag-in-box (+8,3%) e gli spumanti (+5,9%). Tra quest’ultimi, spicca l’incremento di quelle Dop che non sono lo Champagne: le prime registrano +19,8% nel semestre, rispetto al +4,6% del secondo. Come per l’Italia, anche per la Francia il mercato n. 1 al mondo sono gli Stati Uniti: valgono il 20,7% del fatturato estero dei vini francesi, contro il 12,4% del Regno Unito e il 6,7% della Germania. | |
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| | L’emittente statunitense Fox News, divisione del colosso mediatico Fox Corporation, si lancia nel mondo del vino: è stata appena annunciata la nascita del sito di e-commerce “The Fox News Wine Shop”, che venderà vini americani di produttori indipendenti. Non è il primo caso di azienda mediatica che punta sul vino: tra le iniziative storiche quella del quotidiano britannico “The Sunday Times”, che gestisce il suo wine club dal 1973. Nel nuovo sito di Fox News i consumatori potranno cercare i vini per Paese, regione, vitigno, stagione, occasione e altro ancora. Ci sarà anche l’opportunità di iscriversi al “Fox News American Wine Club”, servizio che consegna 9 bottiglie ogni 8 settimane. Fox News sta cercando di espandere la sua attività dedicata al lifestyle nel prossimo anno, con la creazione del wine club come parte di questa strategia. | |
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| | | Se è vero che, come scriviamo da tempo, investire in fine wines in questa fase storica, in generale, è diventato piuttosto complesso, è pur vero che, nel contesto generale negativo, delle singole etichette che stanno crescendo e sulle quali investire ancora ci sono sempre, se selezionate con la giusta expertise. A suggerirle è il portale specializzato WineCap. E tra nomi di Bordeaux, Borgogna e Champagne, tra le “blue chips” del vino italiano non possono mancare i grandi nomi di Bolgheri, come il Sassicaia della Tenuta San Guido, Ornellaia e Masseto del gruppo Frescobaldi. Ma tra i recenti “high flyer” dal Belpaese ci sono etichette come il Brunello di Montalcino Pianrosso Santa Caterina d’Oro Riserva, perla della cantina Ciacci Piccolomini d’Aragona, guidata dalla famiglia Bianchini, uno dei riferimenti storici e qualitativi del territorio, e lo Scrio, una delle etichette di punta de Le Macchiole, la cantina bolgherese guidata da Cinzia Merli. Ovviamente non mancano anche i classici piemontesi, tra cui, Gaja, nome tra i più celebri per i suoi Barbaresco e Barolo, ma, in questo caso, segnalato per uno dei suoi famosi bianchi, il Rossj-Bass, e, ancora, il Barolo di Cascina Fontana. E, dalla Valpolicella, segnala WineCap, l’Amarone della piccola cantina Marion. | |
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| | | L’Intelligenza artificiale, sempre più protagonista della quotidianità, lo sarà anche dell’accoglienza turistica. Secondo la società internazionale di ricerca di mercato InsightAce Analytic, il mercato globale dell’Ia applicata al turismo e all’hospitality passerà da quasi 3 miliardi di euro di ricavi nel 2024 a 36 miliardi entro i prossimi 9 anni (+1.100%). I principali utilizzatori? Resort e hotel, sempre più orientati a integrare tecnologie avanzate per migliorare l’esperienza degli ospiti e ottimizzare i processi interni. | |
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| | In un contesto globale di cali generalizzati, il cibo tricolore è un’eccezione: nel ranking mondiale - analizzato dalla società di consulenza Brand Finance - le marche tricolori passano da 4 a 9 e la quota del valore complessivo dei brand italiani in classifica cresce dal 4% al 7%, pari a oltre 14,4 miliardi di euro. Inoltre, per la prima volta, un’azienda italiana, Barilla, entra nella Top 10 (piazzandosi alla posizione n. 9). Le 9 aziende italiane entrate nella classifica delle 100 mondiali sono Barilla (valore 4,3 miliardi di euro); Kinder (n. 22, 2,7 miliardi di euro); Nutella (n. 38, 1,9 miliardi di euro); Ferrero Rocher (n. 46, 1,5 miliardi di euro); Gruppo Veronesi (n. 70, 940 milioni di euro); Amadori (n. 80, 860 milioni di euro); Galbani (n. 85, 787,5 milioni di euro); Parmalat (n. 90, 727,6 milioni di euro) e Findus (n. 94, 710,5 milioni di euro). | |
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| | | A WineNews Giacomo Bartolommei, alla guida del Consorzio del Brunello di Montalcino: “un leggero calo sullo scorso anno c’è, ma va tenuto conto che la vendemmia 2020 è stata più scarsa del 2019, è fisiologico. L’effetto dei dazi lo vedremo tra 3-4 mesi, verso la fine dell’anno, con i riordini. La denominazione è in equilibrio, come facciamo da 20 anni riduciamo la resa per ettaro, guardando non solo al mercato, ma alla crescita della qualità. Il valore alto dei vigneti non frena gli investimenti. Continuiamo a lavorare anche sul Rosso di Montalcino, ma il nostro focus è sempre il Brunello”. | |
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