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WineNews
N. 3.497 - ore 17:00 - Venerdì 2 Settembre 2022 - Tiratura: 31.183 enonauti,
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La News
Il primo semestre del mercato Usa
Nei primi sei mesi del 2022 gli Usa hanno importato 3,5 miliardi di dollari di vino, il 7,1% in più del primo semestre 2021, per 693,2 milioni di litri (+4,6%). Come raccontano gli ultimi dati dell’Oemv, analizzati da WineNews, la maggior parte della spesa (2,38 miliardi di dollari, +5,1%) è destinata ai vini fermi imbottigliati, mentre 882 milioni di dollari vanno agli sparkling (+15,7%). Il primo partner commerciale è la Francia, a quota 1,26 miliardi di dollari (+8,6%) di vino esportato verso gli Usa, seguita a poca distanza dall’Italia, con 1,13 miliardi di dollari ed una crescita del +4,8% che segna una frenata sui ritmi di inizio anno.
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Primo Piano
Bolgheri, territorio simbolo dell'enologia mondiale dai “padri fondatori” ai fasti contemporanei
Qualunque ruolo abbiano rivestito nella storia, o ricoprano oggi, le donne sono da sempre tra le più grandi estimatrici del vino e della sua cultura. E alla storia del vino e, in particolare, all’ascesa di uno dei territori-simbolo dell’enologia mondiale come Bolgheri, si legano le vicende della Contessa Clarice della Gherardesca, sposa del Marchese Mario Incisa della Rocchetta, e della sorella Carlotta, sposa del Marchese Niccolò Antinori, con in dote le rispettive Tenute San Guido e Guado al Tasso. Sono i primi del Novecento e, a partire da quel momento, i fatti del territorio compreso tra Castagneto Carducci e Bolgheri, sulla costa toscana, sono soprattutto quelli di una storia di pionierismo e libertà enologica, incardinata su tre grandi vitigni internazionali, Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc - e, perché no, Petit Verdot - ma anche di destini incrociati tra i cosiddetti “padri fondatori” di Bolgheri: Nicolò Incisa della Rocchetta, Lodovico Antinori, Piero Antinori, Pier Mario Meletti Cavallari, Eugenio Campolmi e Michele Satta. Inizia da qui il racconto che WineNews fa di Bolgheri per “Bolgheri Divino”, l’en primeur del Consorzio per la Tutela dei Vini Doc Bolgheri e Doc Bolgheri Sassicaia, con l’anteprima per la stampa italiana ed internazionale del nuovo Bolgheri Superiore Doc 2020 (che debutterà sul mercato nel 2023), di scena oggi nella location unica dell’antica Torre di Donoratico, tra i vigneti bolgheresi e il mare (il video online nei prossimi giorni). Venendo al presente, figlie d’arte, eredi dei “padri” di questo territorio e di una produzione impegnata nella costante ricerca dell’eccellenza, oggi le “Ladies di Bolgheri” sono Albiera Antinori, presidente del Consorzio e di Marchesi Antinori, alla guida di Guado al Tasso, Priscilla Incisa della Rocchetta, a capo delle relazioni esterne della Tenuta San Guido dove nasce il Sassicaia, icona dell’Italia del vino nel mondo grazie al padre Nicolò Incisa della Rocchetta e all’enologo Giacomo Tachis, e Cinzia Merli, alla guida de Le Macchiole, fondata da Campolmi, il nativo tra i “padri di Bolgheri” e di vini come Paleo e Messorio, entrambe vice-presidenti della Doc Bolgheri. Un “triumvirato” al femminile, ma soprattutto di altissimo livello, diverse ma tutte con il futuro del territorio ben chiaro in testa.
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Il vino fa bene... agli over 40
I rischi per la salute associati al consumo moderato di alcol continuano ad essere dibattuti in tutto il mondo. Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista scientifica “The Lancet “, individua, però, una linea di demarcazione legata all’età. Secondo l’analisi, chi ha meno di 40 anni inizia a rischiare la propria salute se consuma più di due cucchiaini di vino o due cucchiai e mezzo di birra al giorno. Lo studio evidenzia che per i giovani adulti, tra i 15 e i 39 anni, non ci sono benefici per la salute associati al consumo di alcolici, ma solo rischi. Discorso diverso, invece, per gli over 40 senza problemi di salute. Secondo lo studio, infatti, per questi ultimi consumare quotidianamente 1 o 2 bicchieri di vino rosso potrebbe addirittura offrire dei benefici per la salute, come la riduzione del rischio di ictus, di diabete e di cardiopatia ischemica.
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Focus
Bolgheri, i numeri che fanno grande la denominazione
Autentica “perla” dell’enologia toscana e mondiale, come valore del prodotto imbottigliato, Bolgheri è di gran lunga la Denominazione italiana con il prezzo medio più alto in Italia e nel mondo. E questo, grazie a vini che sono prodotti da 66 cantine in un territorio bellissimo, ricco di natura e biodiversità, tra le colline e il mare, ma davvero molto piccolo: poco più di 1.350 ettari di vigneti preziosissimi, che oggi hanno quotazioni tra le più alte d’Italia (oltre 500.000 euro ad ettaro, da stime WineNews), e in cui i vitigni internazionali, ma non solo, hanno trovato massima vocazione. Vini che sono diventati tra i più apprezzati dalla critica e dal mercato, desiderati dai collezionisti e tra i fine wine più performanti sul Liv-ex, a partire da Sassicaia, Masseto e Ornellaia. Il risultato è una produzione 2021 che ha superato i 7,2 milioni di bottiglie (dai 6,5 milioni nel 2020) per un giro d’affari di 150-170 milioni di euro. Ma anche oltre 98 milioni di euro di vino custodito nelle cantine private e capitalizzate, tra vigne ed immobili, con una redditività tra il 39% ed il 40%, che è un dato territoriale elevatissimo. Tornando ai vigneti di Bolgheri, l’età media delle vigne è di quasi 16 anni, segno che il territorio è appena entrato nella maturità.
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Cronaca
Da Josetta Saffirio alla figlia Sara Vezza
L’acquisto dei 6 ettari vitati di proprietà della madre Josetta Saffirio da parte di Sara Vezza, che, da anni, li aveva in affitto, non è solo un affare, ma è anche e soprattutto la chiusura di un cerchio e di una lunga saga familiare, iniziata nella prima metà del Novecento. Allora, Ernesto Saffirio, il padre di Josetta, inizia a coltivare i vigneti di famiglia, da cui la figlia produrrà i primi Barolo alla fine degli anni Settanta. Poi, lo stop alla produzione negli anni Novanta, fino all’arrivo di Sara, nel 1999, che oggi conduce 11,5 ettari.
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Wine & Food
La Gran Bretagna è tornata grande: import a 1,9 miliardi di sterline nel primo semestre 2022
La Gran Bretagna è tornata, e nei primi sei mesi del 2022 ha importato 1,9 miliardi di sterline di vino, il 29,1% in più del primo semestre 2021, ma soprattutto il 23,2% in più del 2019, per 628,3 milioni di litri (+7,9%) ed un prezzo medio di 3,01 sterline al litro (+19,7%), come rivelano i dati Oemv analizzati da WineNews. Spettacolari le performance di Francia e Italia: il vino francese segna il +46,2%, arrivando a 683,4 milioni di sterline (ed un prezzo medio di 8,55 sterline al litro), mentre le produzioni italiane fanno ancora meglio, il +54,6%, a 397,5 milioni di sterline, segnando un’ulteriore accelerazione rispetto a quanto visto nei primi 5 mesi dell’anno, quando la crescita sul 2021 fu del +27,2%.
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Il cibo e il vino nelle vite dei Santi: “pane quotidiano”, dono per i poveri e peccato di gola
Il vino, simbolo del sangue di Cristo e dell’Eucarestia, e il cibo, che dà corpo alle fede e nutre l’anima, sono elementi delle vite e dell’iconografia dei Santi, a partire da San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena Patroni d’Italia. Ne abbiamo parlato con l’attrice e regista Paola Lambardi, che il 10 settembre, al Santuario Casa di Santa Caterina a Siena, leggerà la “Legenda maior” di Raimondo da Capua (o delle Vigne), biografo della Santa, nell’Oratorio della Cucina, con i resti del focolare di una delle sue estasi, in “Arte, bellezza e pienezza. Festival di arte e fede 2022”.
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