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N. 3.190 - ore 17:00 - Giovedì 1 Luglio 2021 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Investire nel Gattinara, vuol dire investire in un pezzo di storia del vino del Piemonte. Lo ha fatto, nel 2018, uno dei grandi nomi delle Langhe, Giacomo Conterno (cantina culla del Barolo Monfortino), acquisendo la cantine simbolo del territorio, Nervi. Lo fa oggi l’imprenditore italo americano Matthew Fioretti, già direttore e socio de La Cerbaiona, griffe del Brunello di Montalcino, che ha riunito sotto la sua unica proprietà 800 metri quadrati di cantine sotterranee nel centro di Gattinara, e acquisito anche dei vigneti collocati in ottima esposizione, nella zona Osso. Per contribuire al rilancio di un’area altamente vocata, ma passata da 600 a 120 ettari vitati. |
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Se oggi Bolgheri, pur essendo una delle denominazioni più giovani del vino italiano, è la meglio posizionata, in termini di valore, sui mercati del mondo (come racconta un’indagine voluta dal Consorzio di Bolgheri e Bolgheri Sassicaia), è perchè qui si è sempre investito seguendo la stella polare dell’eccellenza. Il focus si è prima concentrato sul vigneto e sul vino, ovviamente. Ma ora, sempre di più, le grandi griffe del vino bolgherese guardano all’ospitalità di alto livello. Come sta facendo, tra gli altri, il gruppo Frescobaldi, presieduto da Lamberto Frescobaldi, guida di una delle dinastie storiche del vino di Toscana e d’Italia, che sotto alla sua egida ha due delle realtà più importanti del territorio e dell’interno panorama nazionale e mondiale, come Ornellaia e Masseto. E proprio la Tenuta dell’Ornellaia, oggi, nella visita del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, dove sono stati presentati gli ulteriori investimenti del gruppo Frescobaldi sulla tenuta, soprattutto sul fronte dell’ospitalità, è stata teatro privilegiato per alcune riflessioni in materia. “Ornellaia sta reagendo con tenacia per contrastare la pandemia. Credo che i vini di eccellenza possano contribuire alla ripartenza del settore vitivinicolo italiano” ha commentato Lamberto Frescobaldi, che ha aggiunto: “il completamento della struttura architettonica di Ornellaia, con un ulteriore piano denominato “Aquilone”, realizzato dallo studio degli architetti fiorentini Marco Magni e Piero Guicciardini, è il progetto che completa gli spazi dedicati all’accoglienza nella nostra tenuta, apprezzata dai moltissimi appassionati del vino di tutto il mondo”. “Spero che i turisti del vino, italiani e stranieri, scelgano di scoprire i luoghi di produzione del vino attraverso questa fantastica esperienza di viaggio che è l’enoturismo” ha aggiunto Giovanni Geddes da Filicaja, ad Masseto e Ornellaia. Un investimento, ovviamente, all’insegna del buono e del bello. Un binomio che è storia della Toscana. “Ma il bello va alimentato, continuamente”, ha aggiunto Frescobaldi. Ed a farlo devono essere le imprese, ovviamente, ma anche le istituzioni, come ha raccontato, a WineNews, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. “Il vino è uno dei motori più forti della ripresa, se oggi sono qui ad Ornellaia è per testimoniarlo” (gli interventi completi nell’approfondimento). |
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Uno dei compiti principali dell’Oiv - Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino è quello di promuovere e orientare le ricerche e le sperimentazioni scientifiche e tecniche in seno al settore vino, identificando, di anno in anno, le aree di ricerca più interessanti e prioritarie. Un compito che l’Oiv non assolverà da sola, perché al suo fianco avrà un consorzio nato dall’impegno di cinque tra le più importanti aziende del vino mondiale: Viña Concha y Toro, Moët Hennessy, Sogrape, Familia Torres e Yalumba Family Winemakers. Saranno loro a promuovere la diffusione del lavoro scientifico e tecnico dell’Oiv. Insieme, condivideranno i risultati dell’impegno profuso nella ricerca, e per prepararsi al meglio le aziende del consorzio identificheranno le aree di ricerca considerate prioritarie per il settore vitivinicolo. |
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Primi segnali di ottimismo per i consumi fuori casa, a partire dalla ristorazione, legata a doppio filo al vino italiano di qualità. Lo rileva Fipe/Confcommercio, nel webinar Vinitaly sulle prove di ripartenza post pandemica. Secondo le elaborazioni della Federazione dei Pubblici Esercizi (su base Tradelab), le parziali riaperture anche serali di maggio hanno fatto lievitare i consumi del +90% (a 4,1 miliardi di euro) sul mese precedente, con punte del +221% per il segmento dei ristoranti e del +375% per i locali dell’aperitivo. Secondo il vice dg Fipe, Luciano Sbraga, la strada è ancora lunga: “i valori di maggio rimangono inferiori del 30% rispetto al 2019, e tra gli operatori permane la convinzione che i livelli pre pandemici saranno raggiunti nel 2023. Detto questo, l’85% dei gestori di bar e dei ristoranti è fiducioso che al termine della pandemia potrà tornare a svolgere la propria professione, e poco più della metà ritiene che il proprio lavoro sia cambiato per sempre”. E se il matching ristorazione/vino rialza la testa dopo le chiusure, il Covid-19 ha comunque lasciato strascichi nello storico rapporto commerciale: oggi un grossista su quattro vuole essere saldato entro la consegna e di questi la fornitura più cospicua che richiede il pagamento immediato è proprio quella di vini e spumanti (59%). |
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Naturalità, sostenibilità, qualità: valori fondamentali del vino, per raggiungere i quali la tecnologia e la conoscenza sono importantissime. Ed è proprio la tecnologia per la viticoltura al centro di “Enotivitis in campo”, la kermesse firmata Unione Italiana Vini (Uiv), di scena l’1-2 luglio, tra i filari della cantina Pico Maccario, a Mombaruzzo, tra il Monferrato e le Langhe patrimonio Unesco. Per raccontare un settore, quello di tecnologia e macchine agricole che, nel 2020, ha realizzato quasi 782 milioni di euro di export, in crescita del 5,7% sul 2019. |
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Artaban, Floreal, Vidoc e Voltis, le prime quattro varietà di vite francesi resistenti alle malattie fungine sviluppate dall’Istituto Nazionale di Ricerca Francese per l’Agricoltura e l’Ambiente (Inrae), e riconosciute dal Community Plant Variety Office, l’agenzia Ue che gestisce il sistema delle varietà vegetali, nella categoria botanica della Vitis vinifera, adesso fanno ufficialmente parte delle varietà tradizionali europee, e potrebbero trovare un loro spazio anche tra i filari delle denominazioni di origine come riporta il magazine francese “Vitisphere”. La normativa comunitaria, infatti, riconosce solo i vitigni della specie europea Vitis vinifera per la produzione di vini a denominazione, mentre i vitigni resistenti alla peronospora e all’oidio derivano da incroci tra Vitis vinifera e altre specie di Vitis - americane e/o asiatiche - che portano i geni di resistenza. |
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A WineNews Giovanni Geddes da Filicaja, guida di Ornellaia e Masseto (Frescobaldi) e tra i più esperti manager nel mondo dei fine wine. Il caso Bolgheri, tra le denominazioni meglio posizionate: “Bolgheri ha avuto il vantaggio di iniziare da grandi nomi, prima Sassicaia, poi Ornellaia, poi Guado al Tasso, che hanno attirato investimenti che hanno fatto conoscere i vini, a beneficio di tutto il territorio. Oggi l’economia dei grandi vini da investimento vanno molto bene, le valutazioni nelle aste sono cresciute del 20% nel 2020”. |
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