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WineNews
N. 3.614 - ore 17:00 - Lunedì 20 Febbraio 2023 - Tiratura: 31.127 enonauti,
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La News
Horeca, tra benessere e sostenibilità
Il 92,9% degli italiani dichiara che lo stare insieme per bere e mangiare è uno degli aspetti fondamentali dello stile di vita italiano. Il 47,3% quando esce la sera si reca in locali pubblici. E al 40,3% degli italiani piacerebbe uscire di più la sera. Pesa sempre di più la sostenibilità: Il 91,1% delle persone apprezza molto i locali che comunicano in modo trasparente le pratiche ecologiche, la riduzione degli sprechi, la differenziata per i rifiuti, il ricorso a prodotti bio o a chilometro zero. Sono gli atout nel “Rapporto Italgrob-Censis: le nuove sfide per la distribuzione horeca e il fuori casa”, edizione 2023 (la n. 2).
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Primo Piano
Il vino ed i cambiamenti demografici, tra Stati Uniti e Cina 
Non solo con i trend del mercato e con le normative più o meno restrittive: il vino, nel mondo, fa i conti anche con in cambiamenti demografici. Al di là dei consumi complessivi, negli Stati Uniti la pandemia ha fatto precipitare il numero dei bevitori abituali di vino che, dopo aver raggiunto il punto più basso nel 2021, sono fortunatamente tornati a crescere nel 2022, con gli ultimi dati Iwsr che sottolineano come ci siano ben 4 milioni di persone che bevono vino a cadenza settimanale in più sul 2018, anche se non basta a fermare il declino dei consumi globali, che hanno segnato un ulteriore calo, pari al 2%. Può sembrare un paradosso, ma non lo è, ed ha invece molto a che fare con la grande complessità demografica del Paese. Nella fascia 21-34 anni, ad esempio, se nel 2015 il 40% dichiarava di bere vino una volta al mese, quella share, nel 2021, era precipitata al 25%, e la pandemia di Covid-19, non ha fatto che acuire questa tendenza, mentre ad esempio la fascia degli over 55 ha dimostrato una maggiore resilienza. Dopo la pandemia, comunque, il numero di bevitori regolari di vino è cresciuto di 14 milioni tra il 2021 e il 2022, con un’ottima risposta proprio tra gli under 40. Il risultato è che oggi il 31% dei bevitori mensili di vino ha ora meno di 40 anni, rispetto al 28% nel 2021. In sostanza, uno degli aspetti che si può cogliere è che i giovani bevono vino su base molto più occasionale di prima, ma tendono a spendere di più quando acquistano vino. Qualcosa di simile accade in Cina, che però, a livello demografico, non cresce più: nel 2022 il National Bureau of Statistics of China ha registrato il primo calo della popolazione (850.000 unità), dal 1961. Un trend che continuerà nei prossimi anni, a cui guarda anche il vino, pensando a quella premiumisation - ed è qui che demografia e mercato si incontrano - che è stata trainata prima di tutto dall’andamento dell’economia cinese, quindi dalla crescita della popolazione adulta urbana della classe medio-alta, con un impatto evidente sulla crescita del valore del mercato degli alcolici. Nella categoria del vino, ad esempio, il 30% dei bevitori di vino importato della classe medio-alta urbana sono giovani benestanti, “esploratori impegnati” e “in cerca di status”, segmenti che rappresentano oltre il 60% della spesa globale in Cina.
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Il vino italiano in Oriente, con Vinitaly
Dopo aver portato la promozione del vino italiano in Usa ed in Europa, ora fa rotta verso Oriente il road show Vinitaly, realizzato da Veronafiere, in collaborazione con le Ambasciate ed Ice-Agenzia, che chiude così in Giappone (21 febbraio), mercato che, nei primi 11 mesi 2022, ha messo a segno una crescita notevolissima per il vino italiano, a +30,5%, per un valore dei 184 milioni di euro, secondo i dati Istat, analizzati da WineNews, ed in Corea del Sud (23 febbraio), nuova stella emergente del mercato enoico asiatico, nonostante per l’Italia, da gennaio a novembre 2022, ci sia stata una piccola flessione in valore (-1,1%), per 68 milioni di euro. Si conclude, dunque, con lo sguardo verso Est, la maratona promozionale Vinitaly concentrata, in un mese, su 13 eventi in 9 Paesi (che rappresentano i due terzi del valore e del volume di vino tricolore esportato nel 2022) e 3 Continenti.
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Focus
“Wine Paris & Vinexpo Paris”, fiera mondiale?
Primo in calendario tra i grandi appuntamenti dedicati al business enoico, “Wine Paris & Vinexpo Paris” 2023 si è chiusa, nei giorni scorsi, confermando la bontà della scelta di puntare sulla capitale francese per ridare centralità alla Francia nel panorama delle fiere internazionali del vino: alla Porte de Versailles, il vino francese, e non solo, ha ritrovato il ruolo perduto al “Vinexpo” di Bordeaux, che, fino al 2019, a cadenza biennale, riuniva il mondo del vino in riva alla Gironda, ed oggi sostituito dal “Week-end des Grands Crus” (9-11 giugno), firmato dall’Union des Grands Crus de Bordeaux, e dal “Bordeaux Wine Festival” (22-25 giugno), che guarda ai consumatori. A Parigi, come abbiamo raccontato, tanta Italia, con molti dei produttori e dei più rappresentativi, come Stefano Chiarlo, alla guida della Michele Chiarlo, griffe delle Lange, e Giampiero Bertolini, ad di Biondi Santi, icona di Montalcino, che a WineNews (in approfondimento) testimoniano di una fiera che vuole davvero giocare un ruolo di primo piano nel panorama internazionale. Ma anche essere un momento di primo piano della politica vinicola francese, come testimoniato anche dall'apertura celebrata dal Ministro dell'Agricoltura francese, Marc Fesneau, che ha voluto ribadire il sostegno del suo Governo ad una viticoltura francese che vive una crisi profonda.
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Cronaca
“L’Altra Toscana” nel calice
Carmignano, Chianti Rufina, Colline Lucchesi, Cortona, Maremma Toscana, Montecucco, Orcia, Suvereto e Val di Cornia, Terre di Casole, Terre di Pisa, Valdarno di Sopra, ed Igt Toscana: è “L’Altra Toscana” - associazione guidata da Francesco Mazzei - quella delle denominazioni meno celebri, ma non per questo meno ricche di bellezza e fascino, nei territori e nei calici, ad aver chiuso, nei giorni scorsi a Firenze, la “Settimana delle Anteprime di Toscana”. Un caleidoscopio enoico tutto da scoprire (in approfondimento i nostri migliori assaggi).
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Wine & Food
Il St. Hubertus di Niederkofler (tre stelle Michelin) chiude per lavori. E riaprirà tutto diverso
L’annuncio della chiusura del Noma di Copenhagen ha riacceso il dibattito sulla sostenibilità, economica in primis, dall’altissima ristorazione stellata. E ora arriva anche la notizia che uno dei tre Stelle Michelin d’Italia, il St. Hubertus dell’Hotel Rosa Alpina di San Cassiano, guidato da Norbert Niederkofler (che abbiamo provato a contattare, ma dal quale ad ora non arrivano commenti ufficiali), chiuderà i battenti. Almeno nella sua formula attuale. A spiegarlo è Ursula Mahlknecht Pizzinini, della famiglia proprietaria dell’hotel, in cui è entrato anche il gruppo svizzero Aman: “ci fermiamo per un anno e mezzo per lavori e dobbiamo ridefinire tutto il concetto della ristorazione. Il St. Hubertus cambierà: più piccolo, meno coperti e un’altra formula, forse più esclusiva. Norbert è con noi dal 1994 è della famiglia, farà parte del think tank del Rosa Alpina”, ha spiegato a “Il Gusto”.
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Consorzio Vini di Romagna
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Il futuro del vino letto dalle due anime “pop” del vino di Toscana, Chianti e Morellino
Tra mercati, promozione, clima e non solo, le riflessioni di Giovanni Busi, presidente del Consorzio del Vino Chianti, che tutela la denominazione rossista più grande della Toscana, “la più conosciuta, ma ancora tutta da raccontare e far conoscere”, e Bernardo Guicciardini Calamai, presidente del Consorzio del Morellino di Scansano, perla della Maremma, “che per la promozione deve puntare su tanti strumenti, a partire dall’incoming, per raccontare il suo territorio”.
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