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WineNews
N. 3.081 - ore 17:00 - Mercoledì 27 Gennaio 2021 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Venduto Château du Tertre, a Margaux
Château du Tertre, storico cinquième cru classé sin dalla classificazione del 1855, a Margaux, passa di mano, con i suoi 57 ettari vitati. La famiglia Albada Jelgersma, infatti, ha deciso di alleggerire il peso delle aziende vinicole nel suo portafoglio, concentrando gli sforzi su Château Giscours, troisième cru classé sempre a Margaux, e Caiarossa, la griffe toscana con la cantina firmata dall’archistar Michael Bolle. Non si conosce l’acquirente, ma Château du Tertre verrà guidato - con un contratto di locazione della durata di 25 anni - da Grands Chais de France, il gruppo vinicolo della famiglia Helfrich che vale 1,46 miliardi di dollari di fatturato.
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Primo Piano
Champagne, il colpo di coda di dicembre limita i danni: nel 2020 fatturato giù del 18%
Il 2020 è stato un anno particolarmente difficile per lo Champagne, specie a livello mondiale. La chiusura dei principali luoghi di consumo e di vendita, così come la cancellazione di numerosi eventi, hanno pesato sul comparto, che ha dovuto adattarsi molto rapidamente, in un contesto di grande incertezza, per affrontare le conseguenze della crisi sanitaria ed economica. Grazie al colpo di coda di fine anno, il temuto calo del 30% pronosticato nella prima metà del 2020 si è ridotto a un’effettiva diminuzione del 18%. Così, il fatturato della filiera dovrebbe attestarsi a 4 miliardi di euro, che rappresenta una perdita di 1 miliardo di euro in un anno. Il mercato francese, già ribassista prima della crisi, continua a scendere (-20%). Nel complesso, i mercati all’esportazione nel loro insieme hanno perso il 16%. Il Comité Champagne ha confermato la decisione prudente presa lo scorso luglio di adeguare il volume della vendemmia per l’anno 2020, al fine di ripartire gli sforzi tra i viticoltori e le maison. Viste le performance economiche, è stato deciso anche di integrare la raccolta disponibile (80 quintali per ettaro) con un prelievo dalla riserva interprofessionale pari a 400 chili di uva per ettaro. Decisioni che permetteranno al settore di affrontare il 2021 con serenità. “Di fronte a una crisi senza precedenti, l’organizzazione unica della nostra filiera ha dimostrato la sua resilienza. I viticoltori e le maison hanno saputo prendere, collettivamente, le decisioni prudenti che erano necessarie sulle rese già a luglio. Oggi, la decisione del Comité permetterà a tutti di ritrovare un certo margine di manovra”, spiega Maxime Toubart, co-presidente del Comité Champagne e presidente del Syndicat Général des Vignerons. “Nonostante la crisi, lo Champagne è rimasto nel cuore dei consumatori che avevano bisogno di mettere un po’ di eccezionalità nella loro vita quotidiana e scegliere prodotti di qualità quando molti altri piaceri erano impossibili a causa della crisi sanitaria”, aggiunge Jean-Marie Barillère, co-presidente del Comité Champagne e presidente dell’Union des Maisons de Champagne. “La forza e l’autorevolezza della nostra denominazione sono una garanzia di prestigio, ma soprattutto di qualità per i consumatori”.
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Diritti d’impianto, Efow vs Commissione Ue
Il regime che regola le autorizzazioni ai diritti di impianto di nuovi vigneti in Europa, in vigore fino al 2030, garantisce una crescita annua dell’1%. Un punto di equilibrio faticosamente raggiunto dalle componenti del mondo enoico del Vecchio Continente anni fa, e uno strumento che consente una crescita sostenibile del vigneto europeo, in linea con lo sviluppo dei mercati. Un caposaldo della politica vitivinicola comunitaria, capace di evitare crisi di sovrapproduzione e conseguenti cali qualitativi, sostenendo lo sviluppo delle piccole aziende e dei territori più impervi, garantendo sostenibilità sociale, economica e ambientale. Un equilibrio che, però, rischia di venire scosso dalla Commissione Europea, che ha proposto un innalzamento al 2% a partire dal 2031, idea bocciata sonoramente dalla Efow, che riunisce le denominazioni del vino d’Europa.
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Focus
Vino e mecenatismo: Caparzo e Civita uniti per l’arte
Quando il vino salva i capolavori dell’arte italiana: l’idea nasce dall’Associazione Civita, ente no profit nato nel 1987, e dalla Tenuta Caparzo di Montalcino. Acquistando le etichette della speciale linea Civitas - un Brunello, un Sangiovese ed un Bianco Igt - si diventa a tutti gli effetti sponsor di progetti per il recupero di piccoli ma importanti tasselli del nostro immenso patrimonio artistico. Elisabetta Gnudi Angelini, alla guida di Caparzo, si è fatta interprete di un evoluto mecenatismo contemporaneo: “da sempre nutro una grande passione per arte, storia e archeologia - spiega a WineNews una delle grandi signore del Brunello di Montalcino, proprietaria, con Caparzo e Altesino, di oltre 150 ettari vitati a Montalcino, di cui 62 a Brunello, e di Borgo Scopeto, in Chianti Classico - e anche per questo sono stata coinvolta in questo appassionante progetto dal compianto Gianfranco Imperatori”. Caparzo collabora con Civita dal 2005: “ogni anno i proventi della vendita dei vini, circa 30.000 euro, vengono destinati a progetti specifici, di cui verifico personalmente la rendicontazione” - aggiunge Elisabetta Gnudi Angelini. Un altro grande esempio, quello di Caparzo e Civita, di quel mecenatismo moderno che alcuni dei più grandi nomi del vino italiano, da anni, mettono in campo.
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Cronaca
L’enoturismo delle “buchette del vino”
Da testimonianza di un pezzo di storia legata al vino a prodotto di enoturismo del presente: le ormai celeberrime “buchette del vino” fiorentine, di cui WineNews ha scritto in tempi non sospetti, ora, grazie all’“Associazione Culturale Buchette del Vino di Firenze” e all’Assessorato al Turismo della città,  diventano le “tappe” di un tour guidato alla scoperte di queste finestrelle aperte in alcuni dei palazzi più importanti della città per la vendita di vino nel Rinascimento (la targa n. 1 è a Palazzo Antinori), e che oggi alcuni hanno rimesso in attività in ottica anti-Covid.
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Wine & Food
A Cortina è partito il countdown per i Mondiali di Sci Alpino, bagnati dal Prosecco
Non ci sarà il pubblico, la pandemia non lo consente, ma Cortina si prepara, comunque, ad accogliere il circo bianco (atleti, giornalisti, tecnici) per i Campionati del Mondo di Sci Alpino, di scena sulle piste delle Dolomiti, dal 7 al 21 febbraio. Sull’entusiasmo dei grandissimi risultati delle stelle della “valanga rosa”, Sofia Goggia e Federica Brignone su tutte, sperando in uno scatto d’orgoglio di Christof Innerhofer e Dominik Paris. Di sicuro, non mancheranno le bollicine del Prosecco Doc, sparkling partner del Mondiale di Sci Alpino, che ha voluto celebrare questa partnership con il progetto #ThrowbackThursday, una social media series che permetterà di rivivere alcuni dei momenti più iconici nella storia dei Mondiali, con i protagonisti di quelle imprese: Gustav Thöni, Kristian Ghedina (Ambassador di Cortina 2021), Giorgio Rocca e Julia Mancuso.
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WineNews.tv
Don Ciotti: “lo sfruttamento del lavoro a monte del fenomeno delle agromafie”
Così il fondatore di Libera: “in Italia 450.000 persone vivono in condizioni di sfruttamento lavorativo in agricoltura. Di queste, 130.000 sono tenute in condizioni para schiavistiche. I clan interessati sarebbero 27, per un fatturato complessivo di circa 25 miliardi di euro, con un balzo del 12,4% nel solo 2019, ed una crescita che sembra non risentire neanche della stagnazione dell’economia italiana ed internazionale. È una rete criminale che si incrocia con la filiera del cibo dalla produzione al trasporto, dalla distribuzione ala vendita”.
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