Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui
|
N. 3.118 - ore 17:00 - Venerdì 19 Marzo 2021 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
|
|
|
|
|
|
Il nuovo progetto enologico di Gabriele Moratti, figlio di Gianmarco e Letizia, già proprietari del Castello di Cigognola in Oltrepò Pavese, si chiama Bentu Luna, nel cuore della Sardegna, e ruota totalmente intorno alle vecchie vigne, esclusivamente di varietà autoctone, dai 35 ai 115 anni di età. La cantina è a Neoneli (Oristano), e i vigneti si estendono tra il Barigadu e il paesaggio policolturale del Mandrolisai. Al centro, ci sono l’essere umano e la sua capacità di interpretare la natura secondo creatività e scienza, tenendo bene a mente il valore intrinseco del terroir, inteso come sintesi ed incontro tra microclima, qualità del suolo e lavoro dell’uomo. |
|
|
|
|
Se turismo e agricoltura, che si trasforma in enogastronomia, e soprattutto la loro sinergia, erano trainanti per l’Italia pre-pandemia, a detta di tutti saranno settori ancora più strategici nell’era post Covid. Lo dicono i numeri: anche in un 2020 difficilissimo per ristorazione e turismo, le “food experience”, sempre più elementi chiave per la scelta di una meta turistica, in Italia hanno mosso 354,5 milioni di euro. È una delle evidenze dell’Osservatorio Turismo Nomisma-UniCredit, presentato nel lancio della partnership tra Enit, l’Ente Nazionale per il Turismo Italiano, e Unicredit, nel quadro di “Made4Italy”. Parliamo di un settore, quello del turismo italiano, che pre-pandemia valeva il 13,2% del Pil e occupava il 15% della forza lavoro nazionale, attraverso una logica di filiera integrata con il settore agroalimentare. Un binomio, quello tra turismo e agroalimentare, che è quindi una opportunità per la valorizzazione della destinazione Italia, dal momento che le scelte di viaggio sono determinate dai cambiamenti delle abitudini, sempre più legate al territorio, alla cultura e alle tradizioni locali. Un trend emerso anche dai dati dell’Osservatorio Turismo Nomisma-UniCredit, che ha analizzato i comportamenti dei turisti italiani pre e post estate 2020: tra le località preferite dei viaggiatori per le vacanze estive si è rivelato infatti fondamentale poter fare lunghe passeggiate all’aria aperta (44%), o escursioni in bicicletta (18%) e sport circondati dal verde (20%). Importante anche l’aspetto enogastronomico: il 15% nelle sue vacanze ha fatto un tour enogastronomico e il 10% ha visitato aziende enoiche o fattorie didattiche, mentre il 50% di chi ha fatto almeno un viaggio tra giugno e agosto 2020 ha optato per località immerse nella natura, meglio se piccoli borghi (51%). Una grande occasione - magari con l’aiuto del passaporto vaccinale - per i territori del vino del Belpaese, capaci di coniugare tutto questo. Dalle colline vitate delle Langhe, con i suoi tesori gastronomici, alla Toscana, con borghi simbolo come Montalcino, casa del Brunello, ma anche territori storici come quello del Chianti Classico, e ancora le cantine a due passi dal mare della Sicilia e della Puglia, o quelle del Friuli Venezia Giulia, tra cultura e paesaggi mozzafiato. |
|
|
|
|
In un momento in cui tutto è ancora incerto, ogni segnale di ritorno alla normalità va colto ed amplificato. Come il cartellone di “Finally Brunello”, il progetto di promozione - con appuntamenti digital e in presenza - del Consorzio del Brunello di Montalcino per supportare, a New York, la ripresa nel canale della ristorazione, uno dei settori più colpiti dalla pandemia, anche Oltreoceano, dove arrivano comunque segnali confortanti, come hanno raccontato a WineNews nei giorni scorsi i ristoratori italiani di Miami. Il via il 22 marzo, con “Finally Graduating: Class of ’16”, dedicato alla celebratissima annata 2016 del Brunello, si chiuderà con la “Brunello Week” (14-20 giugno), dove in 30 top ristoranti della città Brunello e Rosso di Montalcino saranno protagonisti di abbinamenti culinari e degustazioni. |
|
|
|
|
|
Conquistare i calici dei consumatori della Cina passando per la televisione: nel Paese del Dragone, che sembra riprendere la sua corsa ed essersi lasciato la pandemia alle spalle, arriva la prima serie tv dedicata al vino italiano. Ad idearla Francesco Ganz, ceo di Ethica Wines, società di importazione attiva tra Usa, Canada e Asia. “Carpe Vinum” è il nome dello show, che vedrà nelle vesti di “Cicerone” Fongyee Walker, la prima Master of Wine cinese, che sarà la guida di un viaggio tra 10 denominazioni tra le più importanti del vino italiano, con case history di aziende di grande prestigio che vanno da Barone Ricasoli a Bellavista, da Cordero di Montezemolo a Villa Sparina, da Saracco a Borgogno, da Mirafiore a Cusumano, da Vespa Vignaioli a Lavis, da Nino Franco a Movia, protagonisti attivi anche nella realizzazione delle puntate, scegliendo insieme alla produzione le location più belle e le tematiche più interessanti da affrontare e approfondire. I wine lovers cinesi potranno guardare la serie su Youku, la più grande piattaforma streaming in Cina, con più di 500 milioni di utenti attivi. E avranno anche la possibilità di rintracciare i vini assaggiati da Walker grazie a Tabao, il negozio online cinese gestito da Alibaba. |
|
|
|
|
|
Nella liturgia del vino c’è una cosa che non si ferma mai: i concorsi internazionali. Da cui continuano ad arrivare riconoscimenti per l’Italia. Come dal Concours Mondial du Sauvignon, una delle varietà più popolari al mondo, con 1.600 vini in gara, che incorona Alto Adige e Friuli Venezia Giulia come terre d’elezione nel Belpaese. Otto le medaglie d’oro, divise equamente a metà, anche se l’Alto Adige mette in medagliere anche il riconoscimento della “Rivelazione Italia”, con il Sauvignon Exclusiv 2019 Weingut Plonerhof. |
|
|
|
|
Se la chiusura di 2020 era stata salutata con un parziale sospiro di sollievo dovuto al record delle esportazioni agroalimentari (46,1 miliardi di euro, +1,9% sul 2019, dati Istat), come era lecito aspettarsi i dati di inizio 2021 sono una doccia gelata. Le esportazioni di cibo e bevande italiane segnano un -5% a gennaio 2021 (su gennaio 2020), come sottolinea la Cia-Agricoltori Italiani. Vero che all’epoca la pandemia era una minaccia remota, e che la crescita delle esportazioni di inizio 2020 è stata trainata dalle performance eccezionali del vino italiano anche per una corsa alle scorte in Usa e Regno Unito, preoccupati da dazi e Brexit. Ma è comunque un segnale negativo, comune a tutti i principali mercati di sbocco, dal Regno Unito (-27,8%) agli Usa (-17,4%), dalla Francia (-10,5%) alla Germania (-1,5%). Fa eccezione il Giappone: +7,7%. |
|
|
|
|
|
A WineNews il fondatore di Identità Golose, e tra i più esperti osservatori del panorama della tavola del Belpaese: “La cucina italiana non è poi cambiata molto. Dopo il Covid resterà il delivery come risorsa, per chi ci ha investito con qualità. Nella ripartenza, quando avverrà, forse funzionerà di più una cucina semplice, ma fatta a regola d’arte, che è quello che ora la gente cerca, rispetto a sperimentazioni creative più estreme”. |
|
|
|
|