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WineNews
N. 3.169 - ore 17:00 - Martedì 1 Giugno 2021 - Tiratura: 31.116 enonauti,
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La News
900.000 euro per la 6 litri “n. 1” di Drc 1985
Più di 900.000 euro: cifra monstre, la più alta mai pagata per “una bottiglia di vino”. A tanto è stata rivenduta dal wine merchant svizzero Avu Luxury Wine ad un anonimo collezionista la 6 litri n. 1 di Romanée-Conti del Domaine de la Romanée-Conti 1985, parte della collezione di Giorgio Pinchiorri che, nel complesso, aveva incassato all’asta di Baghera Wines battuta a dicembre 2020, la cifra già enorme di 1,6 milioni di euro. Una bottiglia più che unica, “che non aveva visto che Domaine de La Romanée-Conti, dove è stata prodotta, e la nostra cantina”, prima dell’asta, ha raccontato a WineNews Alessandro Tomberli, direttore di enoteca Pinchiorri.
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Primo Piano
L’online, il canale che ha “salvato” il vino in lockdown, di fronte alla “restaurazione”
Sono passati poco meno di 15 mesi dall’inizio del lockdown che, a marzo 2020, ha precipitato l’Italia in un clima surreale e drammatico, necessario a combattere la pandemia di Covid-19, il virus arrivato da Oriente che ha messo a lungo in ginocchio l’Occidente, finalmente in procinto di rialzarsi. Nel frattempo, tanti comportamenti quotidiani, sociali e non solo, sono cambiati. Ci si saluta da lontano, abbiamo imparato a riconoscerci dagli occhi, e a comprare qualsiasi cosa online. Non che questa sia una vera novità, visto che il boom di Amazon è ormai di qualche anno fa, ma nel settore che ci riguarda e ci interessa più da vicino, quello del vino, lo è. Gli e-commerce, comunque in crescita costante, hanno sempre dovuto fare i conti con il piacere “fisico” dell’acquisto in enoteca, in cantina o sullo scaffale del supermercato, senza considerare il peso specifico dei consumi fuori casa, al bar o al ristorante. Quei due mesi in cui si andava a fare la spesa due volte a settimana, uno alla volta, hanno fatto letteralmente deflagrare gli acquisti di vino online, un canale diventato improvvisamente importante, sul mercato interno, per mettere una pezza al crollo dell’Horeca. Oggi, 15 mesi dopo, le cose stanno finalmente, seppur lentamente, tornando alla normalità, e questo, con ogni probabilità, porterà ad una frenata della eccezionale crescita delle vendite online. Frenata che, in molti casi, le aziende hanno già iniziato a registrare in questi primi mesi del 2021, ma in futuro, in una logica di multicanalità, l’online continuerà ad avere un ruolo di primo piano. A WineNews, Sandro Boscaini (Masi Agricola), Wolfgang Klotz (direttore commerciale di Cantina Tramin), da Alessandro Vella (direttore generale Cantina Produttori di Valdobbiadene), Antonio Rallo (Donnafugata), Giuseppe Bursi (presidente Mandrarossa), Alberto Tasca (Tasca d’Almerita), Valentina Abbona (Marchesi di Barolo), Giovanni Folonari (presidente Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute), Sandro Sartor (amministratore delegato Ruffino), Maria Sabrina Tedeschi, Primo Franco (Nino Franco), Roberta Corrà (presidentessa del Gruppo Italiano Vini - Giv), Francesco Giovannini (dg Gruppo Mezzacorona), Andrea Ferraioli (Marisa Cuomo), Anselmo Guerrieri Gonzaga (Tenuta San Leonardo), Francesco Zonin e Tommaso Chiarli (Cleto Chiarli).
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Eventi del vino in ordine sparso
Sul fronte degli eventi del vino si procede in ordine sparso, e se in Italia è partito il countdown per “Opera Wine” by “Wine Spectator” (19 giugno), edizione antologica con le 200 cantine che, in 10 anni, hanno partecipato almeno una volta, icone del vino italiano nel mondo, e per la Vinitaly Preview, walkaround business to business per aziende e buyer italiani e internazionali, il 20 giugno (in attesa del “Vinitaly Special Edition”, l’evento di scena il 17-19 ottobre a Veronafiere), in presenza, in Francia “Wine Paris & Vinexpo Paris 2021” mette in calendario webinar, tavole rotonde e degustazioni per tutto il mese di giugno, ovviamente in digitale. E in Cina il riaffacciarsi di qualche piccolo focolaio di Covid-19 ha portato allo slittamento di “Wine to Asia” by Veronafiere-Vinitaly, prevista dall’8 al 10 giugno, riprogrammata dal 12 al 14 agosto 2021.
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Focus
Vino e acquisizioni, nasce il progetto “Vineyards”
Nel mondo che sarà dopo la pandemia, la competizione, anche nel mondo del vino, come dicono tutte le analisi, sarà sempre più forte. E anche per questo, come abbiamo raccontato spesso, è facile immaginare la crescita ulteriore di quel fenomeno di “merger & acquisition”, che ha già riempito le cronache recenti di acquisizioni o ingressi nel capitale di cantine e aziende da parte di altri player del vino italiani e stranieri, ma anche da parte di fondi di investimento, banche e gruppi assicurativi. Ed è in questo contesto che nasce il progetto “Vineyards”, una piattaforma di consulenza a 360 gradi per le imprese, per gestire operazioni e passaggi, guardando anche alla tutela delle storie imprenditoriali che ci sono dietro ogni azienda e ogni cantina. A coordinare un team multidisciplinare fatto di avvocati, commercialisti, enologi, agronomi, architetti e non solo, sarà lo studio Giuri di Firenze, guidato dall’avvocato Marco Giuri. Che, a WineNews, spiega: “il progetto nasce per rispondere ad un vuoto, ad un’esigenza concreta delle realtà del vino; valorizzare al massimo la propria azienda tanto nelle cessioni che nelle acquisizioni”. E se i territori più sotto i riflettori restano Langhe, Montalcino e Bolgheri, il mercato, spiega Giuri, inizia a diversificare, guardando anche a Regioni diverse, come Marche e Sardegna ...
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Cronaca
Giovanni Manetti è Cavaliere del Lavoro
Che il vino italiano sappia raccontare storie di eccellenza di impresa, non è una novità. Come quella di Giovanni Manetti, alla guida di Fontodi, una delle realtà più storiche e prestigiose del Chianti Classico, a Panzano, nella Conca d’Oro, che la famiglia Manetti guida dal 1968, oltre che presidente del Consorzio del Vino Chianti Classico, nominato Cavaliere del Lavoro della Repubblica Italiana. “Un riconoscimento non solo per me, ma per tutti i produttori del territorio, con cui voglio condividerlo”, ha commentato Manetti a WineNews.
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Wine & Food
Più che una moda, una pratica enologica: anche Terre di Talamo “inabissa” i suoi vini
Il mare di fronte a Talamone diventerà per un anno la cantina di affinamento del Talamo, il vino rosso di punta di Terre di Talamo, azienda maremmana del gruppo Bacci Wines: sono 9.000 le bottiglie che verranno adagiate sul fondale marino, a 35 metri di profondità, dove ad una temperatura costante di 16 gradi completeranno il loro processo di maturazione. Più che una moda, ormai, l’affinamento delle bottiglie, di spumanti soprattutto, ma non solo, nelle profondità del mare, è diventata una pratica enologica sì di tendenza, ma anche capace di garantire risultati interessanti, come raccontano i tanti esempi in giro per l’Italia e per l’Europa (nell’approfondimento). I motivi, tecnicamente, sono piuttosto semplici: temperature costanti, buio e il moto delle onde forniscono le condizioni perfette per l’affinamento in bottiglia.
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La ristorazione riparte. Ma mancano camerieri e personale. L’allarme di Fipe/Confcommercio
Il vicepresidente Aldo Cursano: “l’incertezza lanciata sul settore da aperture e chiusure ha allontanato molti, perchè senza certezze non si possono fare progetti di vita. Per questo chiediamo al Governo un segnale chiaro: riapriamo oggi per non richiudere mai più, perchè possiamo lavorare in sicurezza. C'è una difficoltà reale: mancano 150.000 lavoratori, di cui 120.000 a tempo indeterminato che hanno cercato altri lavori. Ma i camerieri non si trovano per strada”.
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