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WineNews
N. 3.047 - ore 17:00 - Venerdì 4 Dicembre 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Tanto vino in tv. E ora debutta il Gallo Nero
Forse mai come in questo 2020 così difficile il vino ha investito in tv, sulle reti nazionali. Lo hanno fatto, lo stanno facendo e lo faranno, con messaggi di ottimismo, oltre che “commerciali”, i territori, con i consorzi (dal Prosecco Doc al Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, dall’Asti Docg alla Doc Sicilia, al Vino Nobile di Montepulciano) e cantine (dalle toscane Piccini e Ruffino alla trentina Cavit), per fare solo alcuni nomi, tra coloro che non sono tra gli “habitué” del vino in tv. Ed ora arriva anche il Gallo Nero, con la prima campagna televisiva di sempre del Consorzio del Chianti Classico, su Sky, da lunedì 7 dicembre a Natale.
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
Sfusi, nei primi 8 mesi 2020 spedizioni in calo del 13% a volume, reggono i valori (-4,5%)
L’Italia, nei primi 8 mesi del 2020, ha esportato 33 milioni di litri in meno sullo stesso periodo del 2019. Un calo tutto sommato contenuto, del 2,4%, legato principalmente al crollo degli sfusi: -13%, pari a 38,7 milioni di litri in meno, come emerge dai dati diffusi dalla World Bulk Wine Exhibition di Amsterdam di scena - online - in questi giorni. La buona notizia, per gli sfusi, è che si tratta dell’unica categoria che vede crescere il prezzo medio. Dei 129 milioni di euro persi dall’Italia (-3,2%), solo 8,8 milioni di euro fanno capo al vino sfuso (-4,5%). In termini di fatturato, le categorie che hanno segnato il calo maggiore sono state gli spumanti (-71 milioni di euro) e i vini in bottiglia (-61 milioni di euro), mentre il vino bag-in-box ha generato quasi 12 milioni di euro in più (+19%). Su base mensile, da gennaio 2019 a gennaio 2020, il volume complessivo di vino sfuso esportato dall’Italia è cresciuto a un ritmo molto buono, ma l’arrivo dell’epidemia ha segnato il calo di febbraio, che ha portato ad un rimbalzo a marzo (+ 22,5%), a un calo verticale tra aprile e agosto. Di tutto lo sfuso esportato dall’Italia, il 63% va in Germania, che vale quasi il 50% del valore totale: 1,62 milioni di ettolitri (-4%) per 88,8 milioni di euro (+6,8%), ad un prezzo medio che è aumentato dell’11%, passando da 49 centesimi al litro a 55 centesimi al litro. A crescere in maniera notevole sono invece Norvegia (+85%) e Svezia (+15%), rispettivamente a 6,2 e 10,9 milioni di euro. La Svizzera resta al secondo posto, nonostante un calo del 15,5%, a 17,3 milioni di euro. Bene anche gli Stati Uniti (+21%, a 7,1 milioni di euro) e il Canada (+7%, a 3,3 milioni di euro). Sul versante negativo troviamo la Francia, Paese produttore, che ha smesso di importare vino sfuso dall’Italia (-40%), anche se rimane la seconda destinazione in termini di volumi, mentre precipita del 33% in termini di valore (10,4 milioni di euro). Dati negativi anche dal Regno Unito (-17,3%, a 6,8 milioni di euro), dalla Repubblica Ceca e dalla Danimarca. Nell’arco dei 12 mesi, da settembre 2019 ad agosto 2020, l’Italia ha esportato 4,6 milioni di litri di vino sfuso in meno (-1,1%), perdendo quasi 12 milioni di euro (-4%), a un prezzo medio inferiore (da 69 centesimi per litro a 67 centesimi/litro).
Approfondimento su WineNews.it
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SMS
“Grandi Langhe 2021 on the road”
In tempi di distanziamento e di webinar, “Grandi Langhe 2021” diventa “on the road”: “andremo noi nelle piazze d’Italia, con il “Piemonte Wine Truck”, allestito con una sala di degustazione professionale, con una decina di posti, a rotazione, dove ristoratori e professionisti potranno assaggiare i vini. In tempi normali erano loro a venire da noi, nelle Langhe, ed ora saremo noi ad andare da loro”, ha spiegato, a WineNews, il direttore del Consorzio di Barolo, Barbaresco, Alba Langhe e Dogliani Andrea Ferrero. “Potevamo rinunciare o trasformare Grandi Langhe in qualcosa di originale, flessibile e sicuro. Abbiamo scelto la seconda”, ha aggiunto il presidente Matteo Ascheri. Il via il 28 febbraio da Taormina, poi Lecce, Caserta, Roma, Perugia, Senigallia, Viareggio, Milano, Modena, Udine, Merano, Verona e Torino.
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Focus
Le cantine più premiate della guide (con vini diversi)
Se sono pochissimi i singoli vini capaci di mettere d’accordo le guide del vino italiano di respiro nazionale, sono molte le cantine che, seppur con vini diversi, riescono a farlo. Anzi, ce n’è una che compare negli elenchi dei “migliori” di tutte le 8 guide uscite quest’anno in edizione 2021 (Gambero Rosso, Slow Wine, Doctor Wine by Cernilli, Vitae-Associazione Italiana Sommelier, Bibenda-Fondazione Italiana Sommelier, Seminario Veronelli, Touring Club-Vinibuoni d’Italia e Annuario dei Migliori Vini Italiani di Luca Maroni). Ed è la lucana Cantine del Notaio di Gerardo Giuratrabocchetti, una delle perle del vino di Basilicata. Un dato che arriva dal semplice incrocio dei massimi riconoscimenti segnalati dalle diverse guide, che tratteggia uno zoccolo duro di produttori da tutta Italia, diversissimi tra loro, ma capaci di esprimere grande qualità su più vini diversi. Premiate da 7 guide su 8, per esempio, ci sono anche Terlano, Tramin, Cantina di Bolzano, Cantina Girlan, Ferrari, Pojer & Sandri, Pieropan, Tedeschi, Allegrini, Fratelli Alessandria, Vietti e Marchesi di Grésy, Guido Berlucchi, Ca’ del Bosco, Poggio di Sotto, Mastrojanni, Lungarotti, Umani Ronchi, Velenosi, Belisario, Rocca del Principe, Donnafugata, Tasca d’Almerita e Cottanera (e molte altre con 6, 5 e 4 guide nell’approfondimento).
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Cronaca
Il Soave mappa i boschi, in simbiosi con la vite
Paesaggi vitati, bellissimi, ma non solo. Il Soave, così come tanti altri territori del Belpaese, è anche, se non principalmente, un ecosistema in cui l’equilibrio tra colture e culture si traduce in varietà e ricchezza paesaggistica. Ed in cui gioca un ruolo fondamentale il bosco, in simbiosi nelle Unità Geografiche Aggiuntive (Uga) del Soave, garantendo la biodiversità e difendendo i microclimi, e con loro la viticoltura stessa. Mappato dal progetto “La caratterizzazione degli ecosistemi forestali delle Unità Geografiche Aggiuntive di Soave”.
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Wine & Food
E-commerce: Italmobiliare investe 13 milioni di euro per la maggioranza di Callmewine
A detta di molti, l’e-commerce del vino, letteralmente esploso nella pandemia, continuerà a crescere anche nell’era post Covid. E continuano ad arrivare investimenti importanti in questo senso. E così, dopo che, nei mesi scorsi, Campari ha acquisito il 49% di Tannico (e potrà arrivare al 100% nel 2025), arriva la notizia che Italmobiliare, holding di investimento quotata in Borsa (con una capitalizzazione di 1,2 miliardi di euro), “ha finalizzato un accordo con i soci della società titolare della piattaforma e-commerce Callmewine, per un investimento complessivo di 13 milioni di euro, parte in acquisto di partecipazioni e parte in aumento di capitale, per rilevare il 60% del capitale della società (post-money)”. L’obiettivo, spiega una nota, è di supportare lo sviluppo dell’azienda che prevede di chiudere il 2020 con un fatturato sui 12,5 milioni di euro, in crescita del 95% rispetto al 2019.
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WineNews.tv
La pandemia, il vino, la ripartenza: parla il decano del giornalismo e produttore, Bruno Vespa
“La ristorazione è tra i settori più penalizzati, va sostenuto di più. Io e altri, a questo punto, avevamo proposto di aspettare la fine dell’anno e poi agire sulla differenza reale dei fatturati. Al vino forse è andata anche peggio, in termini di sostegno e di ristori. Fondamentale sarà ripartire con il turismo, ma salvo miracoli non avverrà prima dell’estate, e nell’export, che va potenziato. Facendo davvero squadra, e non svendendo il vino”.
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