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N. 2.630 - ore 17:00 - Venerdì 5 Aprile 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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La produzione enoica mondiale, tra il 2017 ed il 2018, ha perso 26 milioni di ettolitri, attestandosi a 247 milioni di ettolitri, tanto che, come ricorda l’analisi sul commercio del vino nel 2018 firmata dall’Oemv per l’Oiv, la differenza tra produzione e consumo non è mai stata così sottile (3,5 milioni di ettolitri). Nel 2018, così, le esportazioni sono calate in volume del -3,2% (10,4 miliardi di litri), crescendo però in valore del +1,7% (31,59 miliardi di euro), con il prezzo medio che ha guadagnato il 5% (3,04 euro al litro). L’Italia, in questo contesto, paga il calo della produzione, ed in volume perde il -7,8%, ma a valore guadagna il +3,8%, spuntando un prezzo medio di 3,12 euro al litro (+12,5%). |
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Il mercato, il business ed il supporto alle imprese del vino italiano, da sviluppare nel mondo anche attraverso la diffusione della cultura enoica del Belpaese, mettendo radici in mercati strategici come Cina e Usa, con la creazione di due avamposti fieristici permanenti. È l’ora di Vinitaly, che, dal 7 al 10 aprile, vedrà Verona tornare “capitale” del vino tricolore, in un mix fatto di affari, ma anche di politica, di momenti di approfondimento sulle dinamiche dei mercati d’Italia e del mondo, oltre che di condivisione e progettazione delle strategie del futuro. Che, per Vinitaly, come già annunciato da Maurizio Danese e Giovanni Mantovani, presidente e dg VeronaFiere, passa dalla creazione di una nuova piattaforma fieristica in Asia, nel 2020 (con un partner cinese, che sarà svelato proprio nella città dell’Arena), e in Usa, nel 2022, ovvero il più grande mercato del presente e quello del futuro del vino italiano e mondiale, ma anche dello sviluppo digitale, con tanti strumenti a servizio delle imprese (da un nuovo portale dedicato ai professionisti, alla “directory” con tutte le cantine, tradotta in 9 lingue). Ma a Verona, le protagoniste di incontri, affari e decine e decine di eventi e degustazioni, saranno le oltre 4.600 cantine dall’Italia e da 35 Paesi, che incontreranno professionisti e buyer da oltre 140 Nazioni del mondo. Un Vinitaly che, grazie all’appeal del suo marchio (lo conoscono 3 italiani su 4) ed all’importanza strategica del settore, è da anni palcoscenico irrinunciabile per la politica d’Italia e d’Europa. Tanto che, nei prossimi giorni, ad avvicendarsi ci saranno il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i vice premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il Presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani, ed il Commissario Ue all’Agricoltura Phil Hogan. Ma oltre al mercato e alla politica, Vinitaly è da sempre cartina di tornasole delle tendenze che animano il settore. Come testimonia, tra le altre cose, il crescere degli spazi dedicati ai vini bio e green, riuniti nella “Organic Hall”, o il debutto di “Vinitaly Design”, dedicato a tutto quello che ruota intorno al servizio e alla fruizione del vino. Per un fiera sempre più “trade” che, però, non dimentica gli appassionati, con le tante iniziative, in città, con “Vinitaly & The City”. |
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Icona del grande vino italiano, protagonista indiscusso della aste internazionali e ai vertici per quotazioni, il Masseto è pronto a svelare al mondo la sua nuova “casa”. Appuntamento il 12 aprile, dunque, con l’inaugurazione e la cena di gala (tutto su invito) per la nuova cantina del vino italiano più prezioso secondo i dati di “Wine-Searcher” (con un prezzo medio a bottiglia di 667 euro), con il Marchese Ferdinando Frescobaldi e Giovanni Geddes da Filicaja, ceo di Masseto, che faranno gli onori di casa. Una nuova cantina, realizzata sul progetto del prestigioso studio “ZITO+MORI”, che si apre per la prima volta, ma già operativa, tanto che la vendemmia 2018 è stata la prima a trovare interamente dimora nella casa del grande rosso bolgherese, che, dalla prima annata del 1986 ad oggi, ha saputo imporsi come uno dei più grandi vini d’Italia e del mondo. |
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Da Antinori a Tenuta San Guido, da Ferrari a Caprai, da Allegrini ad Ornellaia, da Masciarelli a Feudi di San Gregorio, da Mastroberardino a Quintodecimo, da Famiglia Cotarella a Bellavista, da Cà del Bosco a Tenuta di Trinoro, da Nino Negri a Umani Ronchi, da Gaja a Marchesi di Barolo, da Gianfranco Fino a Leone de Castris, da Tormaresca ad Argiolas, da Santadi a Donnafugata, da Pietradolce a Planeta, da Tasca d’Almerita a Gini, da Canalicchio di Sopra a Carpineto, da Castello di Albola a Fontodi, da Frescobaldi a Fuligni, da Rocca delle Macie a Lungarotti, da Masi a Nino Franco, da Zenato a Cantine Lunae, da Di Majo Norante a Fèlsina, da Mascarello a Pieropan, da Paternoster a Bruno Giacosa, da Mazzei a Terlano, da San Leonardo a ad Aldo Conterno: sono solo alcune delle oltre 100 cantine selezionate da “Wine Spectator” per Opera Wine 2019, edizione n. 8 (dedicata alla “Generative Art”) della ormai tradizionale “anteprima” di Vinitaly, di scena il 6 aprile alla Gran Guardia. Nel pomeriggio la degustazione degli alfieri del vino selezionati da tutte le Regioni del Belpaese, nella mattinata la conferenza stampa con i vertici di “Wine Spectator”, Thomas Matthews, Alison Napjus e Bruce Sanderson, che illustreranno tendenze e curiosità sul vino italiano in Usa, emerse dalle opinioni dei lettori della rivista, sondati on line. |
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Masterchef, il talent show dedicato al mondo della cucina più popolare al mondo, ha una nuova regina: a spuntarla, nella tiratissima finale dell’edizione italiana, è Valeria Raciti, 31enne impiegata di Catania, che incorona, con un menu ispirato alla sua Sicilia, un percorso di crescita costante, che le le ha permesso di superare il giovane Gilberto Neirotti e la friulana Gloria Clama, conquistando il palato dei giudici, Bruno Barbieri, Joe Bastianich, Antonino Cannavacciuolo e la new entry Giorgio Locatelli, una stella Michelin a Londra. |
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Dopo il via libera arrivato qualche giorno fa dalla Conferenza-Stato Regioni, arriva, puntuale, anche la firma del Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio sul Decreto che sblocca l’assegnazione dei fondi per la Promozione nei Paesi Terzi per il 2019 dell’Ocm Vino. Lo aveva annunciato, ed è stato di parola il Ministro Centinaio, che aveva assicurato il via libera prima del Vinitaly: un segnale di miglioramento, visto che nel 2018 il decreto per il bando arrivò solo a luglio. Una misura importantissima, che mette sul piatto 100 milioni di euro di cofinanziamento per gli investimenti promozionali, accolta con soddisfazione da Silvana Ballotta di Business Strategies: “è una misura che il settore attendeva ed è arrivata puntuale e rispondente alle esigenze delle aziende, con diverse e positive novità rispetto al precedente decreto”. |
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A WineNews il dg Veronafiere Giovanni Mantovani: “tante le cose da non perdere in questa edizione, dalle grandi degustazioni alle novità, come lo spazio per il desing. La mission di Vinitaly è di portare la cultura del vino italiano nel mondo. Lo faremo con la digitalizzazione, ma anche con nuove piattaforme fieristiche permanenti in Cina, dal 2020, e in Usa, dal 2022. La grande attenzione della politica a Vinitaly è un buon segnale per il settore”. |
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