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WineNews
N. 3.929 - ore 17:00 - Mercoledì 3 Aprile 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti,
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La News
I Prosecco più ricercati by Wine-Searcher
Il Prosecco rimane in assoluto il vino Dop italiano più esportato al mondo, con un valore complessivo che si avvicina agli 1,7 miliardi di euro. Un successo internazionale con i consumatori che, di fronte ad un’offerta importante, vanno a “caccia” del prodotto più incline alle loro esigenze. A stilare una classifica dei più ricercati ci ha pensato “Wine-Searcher”, portale di riferimento per preferenze e comparazione prezzi. E se il Prosecco “Gold” di Bottega conquista la posizione n. 1, nella top ten, in ordine, figurano anche le bottiglie firmate da La Marca, Le Vigne di Alice, Bisol, Mionetto, Freixenet, Ruggeri, Zonin, La Gioiosa et Amorosa e Le Colture.
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Primo Piano
“Giornata del Made in Italy”, il wine & food in primo piano nella celebrazione dell’Italia più bella
(2.361) L’accompagnerà, come logo, l’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci e, proprio nel giorno di nascita del grande genio, il 15 aprile, viene celebrata la “Giornata Nazionale del Made in Italy” con le produzioni, la storia, la cultura, le tradizioni e le bellezze del Belpaese in vetrina, comprese quelle dell’agroalimentare. Una vetrina che, da Nord a Sud, abbraccerà numerose eccellenze con la valorizzazione del tessuto produttivo al centro dell’edizione n. 1 dell’evento, presentato a Palazzo Piacentini, sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Agricoltura ed enogastronomia saranno dunque centrali, d’altronde, proprio il simbolo dell’evento, Leonardo da Vinci, oltre ad essere stato inventore, scienziato e artista brillante, fu anche amante del buon bere, antesignano agronomo, enologo e degustatore tanto da definire il vino “divino licore dell’uva”. Il vino per lui, infatti, era passione ed amore, tanto da produrlo nella vigna di Casa degli Atellani a Milano, che gli fu donata da Ludovico il Moro. Il calendario delle iniziative è stato messo a punto dagli uffici competenti del Ministero delle Imprese e del Made in Italy che hanno valutato le candidature pervenute. Eventi ed appuntamenti che interesseranno anche il mondo del vino, a Vinitaly, l’evento principe del vino italiano, dove, dal 14 al 17 aprile, ci sarà l’omaggio di Confcooperative alle cantine cooperative ultracentenarie con una mostra di vini ed un video di immagini storiche. Tra gli eventi in calendario per il wine & food, da segnalare anche la presentazione del Rapporto della Ristorazione 2024 da parte di Fipe-Confcommercio a Roma (11 aprile); “Il grano e l’uva: antichi sapori d’Irpinia” a Taurasi, tre giorni ne “Le vie dell’uva”; la scoperta de “La cultura della pasta” (15 aprile) alla Galleria del Grano Pasta Museum a Gragnano. Ed ancora, l’apertura, per una settimana (15-22 aprile), di stabilimenti e musei nell’evento organizzato da Unione Italiana Food. Protagoniste anche aziende storiche come Ferrari, regina del Trentodoc, che aprirà le porte della cantina e di Villa Margon (15 aprile), a Trento; e poi il Festival Nazionale dell’Agricoltura e del Cibo di Coldiretti, che sarà inaugurato il 14 aprile a VeronaFiere, a Vinitaly e una giornata di dibattito sull’olio extravergine d’oliva organizzata da Assitol al Mimit (23 aprile).
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Stop al vino “prodotto in Francia” ...
Secondo molti produttori francesi, la crisi del vino legata soprattutto ai prodotti di fascia più bassa, è in buona parte “colpa” delle importazioni di prodotti dalla vicina Spagna, come spesso raccontato nelle cronache delle proteste che hanno animato i territori transalpini nelle settimane scorse, dove non sono mancati atti vandalici come lo sversamento di cisterne di vino provenienti proprio dalla Spagna. Ma ora questa tematica si è spostata nel Parlamento di Parigi, dove, riporta il sito “Vitisphere”, un gruppo di 65 parlamentari guidato dal deputato Aurélien Lopez-Liguori (Hérault, Rassemblement National), ha chiesto di cambiare la legge che consente di etichettare come “prodotto in Francia” lo spumante generico che ha fatto la presa di spuma nel Paese, sebbene la materia prima si acquistata oltre confine, da Paesi come la Spagna, ma anche l’Italia.
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Focus
Forbes: i miliardari del mondo legati al vino (anche il n. 1)
Bernard Arnault, patron dell’impero del lusso Lvmh (con un patrimonio stimato di 233 miliardi di dollari), che controlla anche tanti top brand enoici com Moet & Chandon, Krug, Cheval Blanc e Chateau d’Yquem, è l’uomo più ricco al mondo nel 2024, secondo Forbes. Ma sono tanti i “Paperoni” legati (anche) al vino, del Belpaese e no solo. Come il brasiliano André Santos Esteves (n. 417 del ranking, con 6,6 miliardi di dollari), proprietario di Argiano a Montalcino, ed il petroliere argentino Alejando Bulgheroni (n. 626 con 4,9 miliardi) che, con la Alejandro Bulgheroni Family Vineyards Italia, mette insieme realtà come Dievole, in Chianti Classico, Poggio Landi a Montalcino e Tenuta Le Colonne e Tenuta Meraviglia a Bolgheri. Insieme, tra gli altri, a Brunello Cucinelli (n. 697, con 4,5 miliardi), che nella sua Solomeo, da qualche tempo, produce anche vino, il “Castello di Solomeo”, e Renzo Rosso, (n. 871 e 3,7 miliardi di dollari), patron di Diesel Farm e di “Brave Wines” (con partecipazioni in Benanti, sull’Etna, e Josetta Saffirio nel Barolo). Oltre, ovviamente, a  Francois Pinault che, con Artémis Domaines, controlla realtà come Château Latour a Bordeaux e Clos de Tart in Borgogna, e Luca Garavoglia, presidente di Campari (con brand come Cinzano, Mondoro e Riccadonna, e Champagne Lallier), tra gli altri.
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Roma Doc
Cronaca
Italia del Vino conferma Roberta Corrà
Il Consorzio Italia del Vino, che unisce 25 cantine leader del vino italiano, per 1,5 miliardi euro di fatturato complessivo (Angelini Estates, Banfi, Bisol, Cà Maiol, Di Majo Norante, Diesel Farm, Drei Donà, Duca di Salaparuta, Ferrari Trento, Gruppo Italiano Vini, Mezzacorona, Librandi, Lunae Bosoni, Marchesi di Barolo, Medici Ermete & Figli, Mesa, Santa Margherita, Sartori, Tenimenti Leone, Terre de La Custodia, Terredora di Paolo, Torrevento, Zaccagnini e Zonin1821, e da oggi Le Monde), ha riconfermato alla presidenza Roberta Corrà, dg Giv.
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Wine & Food
Dai 9,4 miliardi di dollari del 2023 ai 16,8 del 2032: quanto crescerà il “no alcol” in Europa
Lo vediamo anche nei grandi eventi internazionali dove stanno aumentando in visibilità in quanto a sponsorizzazioni e messaggi verso il pubblico con lo “zero” e il “no alcool” in bella evidenza, o a spazi dedicati sempre più grandi nelle grandi fiere del wine & spirits. D’altronde il trend sembra ormai chiaro e ben lanciato anche in Europa, dove le crescenti preoccupazioni per la salute dei consumatori hanno portato a privilegiare alternative considerate “più sane” e, che sia solo una conseguenza o anche una causa scatenante, quindi la popolarità di un’ampia gamma di gusti di vino e birra analcolici, in particolare tra i millennial e le donne. E secondo uno studio realizzato da Imarc Group ha evidenziato che la dimensione del mercato europeo (vino e birra) per i no alcool vale 9,4 miliardi di dollari, che nel 2032 saranno 16,8 miliardi, con un tasso di crescita annuo del 6,5%.
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Castello del Terriccio
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Consorzio Vini di Romagna
Tenuta Sette Ponti
Bosca
WineNews.tv
Primavera, voglia di enoturismo. Settore che cresce e vale sempre di più per cantine e territori
Le riflessioni di Denis Pantini e Roberta Gabrielli di Nomisma Wine Monitor: “il turismo in cantina è una leva di sviluppo trasversale per grandi e piccole cantine. Soprattutto nel caso delle aziende di minori dimensioni, può arrivare a rappresentare più del 20% del fatturato, ed è un attrattore diretto, ma anche un canale di valorizzazione indiretto, del turismo in Italia. Non solo degustazioni: crescono la “vendemmia turistica”, i pic nic in vigna o in cantina, e ovviamente la vendita diretta favorita dall’esperienza stessa. E funziona benissimo anche il mix con sport e benessere”.
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