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N. 3.976 - ore 17:00 - Mercoledì 5 Giugno 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Se fissare un prezzo minimo per i prodotti agricoli, come aveva promesso il Presidente francese Emmanuel Macron, è difficile e vietato dalle norme Ue sulla concorrenza, in Francia c'è chi propone di introdurre un prezzo minimo per unità alcolica, come in Scozia, per disincentivare il consumo di grandi quantità di prodotti scadenti, e, lavorando di concerto con la filiera, tutelare in qualche modo i produttori. La proposta è contenuta nella “Mission d’évaluation et de contrôle des lois de financement de la sécurité social” (in approfondimento), depositata al Senato, che considera i danni relativi a tabacco, alcolici e obesità. Ma alla filiera del vino non piace ... | |
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| | A pochi giorni dall’appuntamento con il voto europeo, il mondo del vino italiano si interroga sulle sfide, numerose, che dovrà affrontare per un futuro che è già presente, tra problematiche ormai ben note e di scala globale che sembrano diventare strutturali, calo dei consumi e cambiamento climatico in testa, ma non solo. E dovrà farlo senza precipitare in una “grande depressione”, forte anche di alcuni dati che mostrano una crescita significativa che ha abbracciato gli ultimi anni. I numeri sono sempre importanti, a maggior ragione per un settore dinamico come è quello del vino che in Italia vale 21,5 miliardi di euro di fatturato, 2.600 imprese, 30.000 occupati e il 21% dell’export del food & beverage italiano. Un export che nel 2023 ha sfiorato gli 8 miliardi di euro, quasi in linea con un 2022, salutato come un anno record. Ma a colpire di più è la performance registrata nell’ultimo ventennio: nel 2003 l’Italia era leader in 9 Paesi coprendo il 17% dell’export globale, nel 2023 primeggia in 46 Paesi toccando il 22% della quota complessiva. Un cammino virtuoso che l’ha avvicinata alla Francia (passata ad avere la leadership da 41 a 51 Paesi, ma con un valore dell’export mondiale sceso dal 38% al 33%) e che, tradotto in altre cifre, significa +188% di valore all’export nel ventennio, con le esportazioni che valgono il 50% del giro di affari. Statistiche che sorridono al settore e che “abbracciano” anche gli stessi spirits e gli aceti, una crescita che si può definire vitale e che va a contrastare i consumi interni che sono calati in modo strutturale. Ma il comparto da tempo è alle prese con gli scenari di crisi che incidono sul commercio del prodotto anche fuori dai propri confini, e quindi le tensioni internazionali, gli “health warnings”, e senza dimenticare la questione demografica con un Paese che sta invecchiando. Nondimeno, il “fuori casa” continua a fare rima con socialità davanti ad un bicchiere e del buon cibo, per gli italiani, ma la concorrenza per il vino è aumentata. E con l’età media anagrafica che schizza verso l’alto le previsioni di consumo non sembrano rosee, a meno di un cambio di passo che può essere dato anche da un appeal e da un linguaggio più efficace verso i giovani. Temi affrontanti nell’Assemblea Generale Federvini, di scena, oggi, a Roma (in approfondimento). | |
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| | Che la manodopera straniera sia fondamentale per l’agricoltura è un dato di fatto, da anni (ma vale anche per edilizia, turismo e non solo, ndr), così come è sempre più evidente che quella extracomunitaria sarà sempre di più il bacino predominante, come evidenziato, nelle scorse settimane, da un’analisi WineNews con Roberto Caponi di Confagricoltura. Così come è un fatto, denunciato da tempo da tutte le associazioni del mondo agricolo, che il sistema del “Decreto Flussi” e dei cosiddetti “click day” presenti più di qualche criticità, a livello burocratico, ma non solo. E ora sullo strumento è arrivato anche l’esposto alla procura Antimafia presentato dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni (le sue parole in approfondimento), che ha evidenziato discrasie e ipotizzato l’infiltrazione della criminalità organizzata nel meccanismo. | |
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| | | Quanto è ricca Venezia di vigneti antichi, dove, dal tempo dei Dogi e della Serenissima, non si è mai smesso di produrre vino o se ne è riscoperta la tradizione, in Laguna, come raccontiamo, da sempre, su WineNews. L’ultimo progetto nasce nel vigneto urbano più antico di Venezia, che dal Milleduecento, si trova a San Francesco della Vigna. Un complesso con il Convento dei Frati Minori, l’Istituto di Studi Ecumenici, la Biblioteca e tre chiostri, di cui uno con il vigneto. A curarlo, in prima persona e con il suo know how agronomico, dal 2019, è Santa Margherita, rinsaldando il legame con il suo territorio, e che, oggi, ne ha svelato l’ultimo frutto: “Harmonia Mundi”, primo spumante prodotto dalle uve del Convento in un’edizione limitata di 1.107 bottiglie numerate per il millesimo 2022. Un vino fatto a Venezia per Venezia, e che non uscirà dalla Laguna, perché destinato agli hotel più esclusivi della Serenissima, cinque stelle e luxury, meno di 20 insegne, e dove si farà ambasciatore della storia e della cultura della viticoltura lagunare e veneta, perché chi lo acquisterà (a 150 euro alla carta, ndr) avrà la possibilità di vivere l’esperienza unica di visitare il vigneto di San Francesco alla Vigna, che è un Convento di clausura, e, dunque, non aperto al pubblico. | |
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| | | Inverni miti, primavere piovose, il “cocktail” micidiale per le viti sembra tornare. A Bordeaux è già allarme peronospora: con le precipitazioni molto abbondanti di quest’anno, scese soprattutto in primavera (a maggio a Saint-Émilion sono caduti 116 ml di pioggia, il doppio del normale), la malattia si sta diffondendo precocemente. Ad essere maggiormente preoccupati sono i viticoltori che operano in biologico, tanto che c’è chi pensa al ritorno al convenzionale che permetterebbe l’utilizzo di prodotti più penetranti per “salvare il raccolto”. | |
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| | La difesa dell’ambiente, e in particolare del mare, è parte della mission fondante dell’azienda di vino inglese Sea Change Wine, che dalla sua fondazione, nel 2018, ha raccolto in totale ben 500.000 euro per la conservazione degli ecosistemi marini. I fondi saranno distribuiti, in occasione della “Giornata Mondiale degli Oceani”, l’8 giugno, ad organizzazioni ambientaliste, tra cui Ocean Generation, Sea-Changers e Olive Ridley Project, per essere destinati a iniziative di ricerca, conservazione ed educazione. Toby Hancock, Simon Rolfe e Ian Hanley, fondatori di Sea Change, si sono detti estremamente orgogliosi dei risultati raggiunti, ma sono anche “profondamente consapevoli delle sfide ambientali che attendono il pianeta, oltre che impegnati a continuare a fornire ai consumatori una gamma di vini che offrano un futuro migliore per il nostro oceano”. | |
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| | | Ecco “Il Veronelli”, il luogo che raccoglie il patrimonio culturale di Luigi Veronelli, nato, a 20 anni dalla scomparsa del maestro del giornalismo enogastronomico italiano, nell’ex Convento dei Neveri, a Bergamo, per far vivere la memoria e far conoscere il pensiero di una delle figure più autorevoli nella crescita della cultura materiale in Italia. E che, WineNews, vi mostra, con Gian Arturo Rota, responsabile Il Veronelli, il filosofo Aldo Colonetti, l’architetto Domenico Egizi, Angela Maculan, presidente Seminario Permanente Luigi Veronelli, ed i ricordi della figlia Lucia Veronelli. | |
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