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WineNews
N. 2.903 - ore 17:00 - Martedì 19 Maggio 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
“Il Merano” si adatta e sfida il Coronavirus
Un ritorno alle origini per il “salotto buono” del vino italiano, guardando però al presente, agli strumenti digitali, all’e-commerce, ma anche alle norme imposte dalla pandemia, con accessi scaglionati, con tanto di misurazione di febbre all’entrata, spazi ripensati e dispositivi di protezione ad hoc, incluse sputacchiere di rame portatili per ogni persona, per garantire la sicurezza di visitatori ed espositori (in numero ridotto), con la voglia di dare un segnale positivo al mondo del vino. Parte da qui la strada che porterà al Merano Wine Festival n. 29 di Helmut Köcher, dal 6 al 10 novembre, a Merano. Evento “fisico”, che si adatta e sfida il Coronavirus.
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
Giansanti (Confagricoltura): “agroalimentare, bene crescita extra Ue, ma pensiamo al rilancio” 
Il quadro dell’agroalimentare, nello scenario Coronavirus, è complicatissimo. Eppure, ancora una volta, il wine & food e l’agricoltura d’Italia confermano la loro capacità di essere anticiclici. Tanto che, sui mercati extra Ue, nei primi 4 mesi 2020, in piena pandemia, le esportazioni sono cresciute del 3,7% sullo stesso periodo 2019, per un valore di 3,35 miliardi di euro, vino in testa, a +3,3%, per un valore di 1,03 miliardi di euro. Dati doganali analizzati da Confagricoltura, la più grande organizzazione delle imprese agricole italiane. “Dati che si spiegano in maniera molto semplice: il Made in Italy è uno straordinario driver, nel mondo si vuole mangiare italiano, basti pensare che, negli ultimi 10 anni, il valore del nostro export nel mondo è raddoppiato. Il fatto che nei Paesi terzi ci sia stata una crescita anche nei mesi di blocco è un dato estremamente positivo, nel quadro estremamente negativo che sta vivendo l’agricoltura”. Lo spiega, a WineNews, il presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. Un dato, quella della crescita complessiva delle esportazioni, che va letto in maniera più approfondita. Sul vino, per esempio, ha inciso molto la corsa alle scorte di gennaio 2020 in Usa, primo mercato per l’Italia del vino, tanto che se le esportazioni sono cresciute del 24% nel complesso a gennaio, febbraio, marzo e aprile hanno registrato saldi negativi, tra il -1,6% ed il -2,7%. Una frenata, dunque, ma non un crollo. Mentre altri settori, dai cereali agli ortaggi, dalla pasta ai prodotti da forno, hanno registrato una crescita costante ed importante. La partita decisiva, dunque, si giocherà da qui in avanti. “Le nostre imprese vinicole sono molto esposte sull’export e sul canale horeca, mentre altre hanno mantenuto spazi rilevanti dove presenti nei canali della Gdo. Ma ora si deve riflettere su come rilanciare l’agroalimentare, in Italia e, soprattutto, nei mercati esteri, che sono fondamentali: valgono 45 miliardi di euro, di cui il 40% extra Ue, e si deve fare di tutto perchè le quote di mercato acquisite si salvino, e siano punto di ripartenza per il futuro. Dovremo far si che le imprese, del vino e non solo, alla ripartenza possano tornare rapidamente a presidiare e competere sui mercati. Anche rimodulando gli strumenti per la promozione come l’Ocm vino” (l’intervista completa nell’approfondimento).
Approfondimento su WineNews.it
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Dal bus alla vigna, la storia de Le Morette
La solidarietà parte dai vigneti e “si muove in bus”. Nasce dalla necessità di non fermarsi e di trovare una soluzione alla mancanza di manodopera l’incontro tra l’azienda agricola Le Morette di Peschiera del Garda (che produce, tra gli altri, Bardolino e Lugana) e la società di noleggio autobus e pullman Peschiera Viaggi. Una delle tante storie straordinarie che, più che mai in questi tempi difficili, arrivano dal mondo del vino. Rimasti senza lavoro a causa del Covid-19, dopo aver fatto ricorso alla cassa integrazione, a partire da maggio i dipendenti di Peschiera Viaggi hanno deciso di dare una mano nei vigneti. E così, dopo la formazione, gli autisti si occupano ora della spollonatura e della gestione della chioma del vigneto, operazioni fondamentali nella viticoltura moderna di qualità. E in caso di necessità la collaborazione sarà rinnovata fino al periodo della vendemmia. 
Approfondimento su WineNews.it
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Focus
I consumi di vino in Europa, durante il lockdown
I consumatori di vino d’Italia e di Europa hanno bevuto più vino durante il lockdown rispetto a prima, soprattutto tra le coppie senza figli, acquistato prevalentemente in supermercati e negozi. Nel complesso, la crescita dell’on-line non è stata così importanti nei numeri e nei valori, quanto nel fatto che il 45% di quelli che hanno comprato vino via web lo hanno fatto per la prima volta. Anche se il dato più importante, probabilmente, è che molti hanno dato fondo alle scorte di cantina, soprattutto tra gli appassionati. “E questo vuol dire anche che i wine lover torneranno a comprare vino”, sottolinea a WineNews Davide Gaeta, docente dell’Università di Verona, e curatore, per l’Italia, (insieme a Luca Rossetto e Giulio Malorgio) dell’indagine il “Consumo di Vino in Europa - Prima e durante la quarantena” della European Association of Wine Economists, con al centro Paesi come Italia, Spagna, Francia e Portogallo. “La Francia - sottolinea Gaeta - mostra una tendenza al consumo di vino più pronunciata rispetto a Spagna ed Italia, ed è anche vero che il vino ha fatto molto meglio di birra e superalcolici. Da sottolineare che l’aperitivo “digitale ha trovato enorme riscontro, specie tra i giovani, che dichiarano di volerlo proseguire, specie in Francia, più che in qualsiasi altro Paese”.
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Cronaca
Segnali di unità dalle Langhe del vino
Circondato dai vigneti, l’antico e trecentesco Castello di Serralunga d’Alba, “Perla del Barolo” si illumina del tricolore come tanti monumenti in Italia. Un segnale che arriva dalle Langhe, territorio dove si è scritta la storia d’Italia, ma anche dell’enogastronomia made in Italy. A lanciarlo, in emergenza Covid, nella ripartenza della Fase 2, produttori vitivinicoli, ristoratori e proprietari di hotel, ma anche il Comune, uniti in un progetto di promozione turistica e culturale. 40 attori del territorio, che hanno scelto di “federalizzare” le attività turistiche e vitivinicole. 
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Wine & Food
I piccoli Comuni turistici (ed enoturistici) chiedono un fondo speciale al Governo
“Un fondo speciale che copra, almeno in parte, la riduzione delle entrate direttamente connesse con il turismo e per garantire un minimo di liquidità per farci trovare in piedi quando i flussi turistici ripartiranno”. È l’appello, per salvare i gioielli turistici d’Italia, rivolto al Governo da 28 piccoli Comuni italiani, con meno di 15.000 abitanti, a forte vocazione turistica e ora in ginocchio a causa dell’emergenza Coronavirus, comprese icone del turismo enoico, dalla Toscana, con San Gimignano (capofila dell’appello, con il sindaco Andrea Marrucci), casa della Vernaccia, e Montalcino, con il Brunello, al Piemonte, passando per Barolo e Barbaresco. “Le nostre entrate sono ai minimi, è a rischio la tenuta sociale ed economica dei nostri territori, anche nei servizi essenziali. Sappiamo già mancheranno le risorse per far fronte alla riduzione delle entrate di parte corrente, fino al 50%”. 
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WineNews.tv
18 maggio, la data simbolo della ripartenza di bar e ristoranti. Ma è una falsa partenza
Da Firenze, simbolo delle tante città d’arte e gastronomia d’Italia, il viaggio per immagini di WineNews. Tra turisti che mancano, maltempo e soprattutto tanta incertezza sull’applicazione delle norme (e sul loro costo), i locali aperti restano sostanzialmente vuoti, come previsto da molti, e tanti sono quelli che ancora aspettano per riaprire. Segnali di una crisi durissima per la ristorazione, e di un ritorno alla normalità tutt’altro che semplice e veloce.
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