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N. 4.075 - ore 17:00 - Mercoledì 23 Ottobre 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | La tassazione del vino, in Uk, sarà resa ancora più complicata comportando maggiori costi e burocrazia (si passa da 1 a 30 aliquote in base al grado alcolico) per le imprese britanniche, con il rischio concreto di un’altra tornata di aumento dei prezzi delle bottiglie allo scaffale, e con certi prodotti che potrebbero addirittura sparire dagli scaffali. È l’allarme lanciato da Wsta - Wine & Spirit Trade Association, insieme ad alcuni dei più importanti retailer del Regno Unito (in approfondimento), con una campagna rivolta ai consumatori e un appello al Governo guidato da Keir Starmer perché inverta la rotta. | |
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| | Dopo anni in cui il vino sembrava il nuovo “eldorado” degli investitori finanziari, l’euforia di chi ha investito e investe i propri danari in grandi bottiglie, più per speculare che per godersele dentro ad un calice, sembra scemare. E mentre l’oro, bene rifugio per eccellenza, proprio in questi giorni ha toccato i suoi nuovi massimi, con oltre 2.744 dollari l’oncia, e una crescita, da inizio anno, di oltre il 33%, i principali indici che monitorano l’andamento dei prezzi dei vini da collezione continuano il loro netto e deciso calo. Emerge guardando gli indici del Liv-Ex, la piattaforma di riferimento del settore, che al passare dei mesi del 2024, vede diventare sempre più negative le proprie performance, senza grandi eccezioni. E così, con i dati aggiornati a fine settembre 2024, il Liv-Ex 100, indice principale della piattaforma (di cui fanno parte, per l’Italia, il Barolo 2019 di Bartolo Mascarello, il Barolo Falletto Vigna le Rocche Riserva 2017 di Bruno Giacosa, il Barbaresco 2019 di Gaja, il Barolo Monfortino Riserva 2014 e 2015 di Giacomo Conterno, il Brunello di Montalcino Riserva 2016 di Biondi-Santi, il Masseto 2019 e 2020 e l’Ornellaia 2020 di Frescobaldi, il Sassicaia 2018, 2019 e 2020 della Tenuta San Guido, il Solaia 2019 ed il Tignanello 2019 e 2020 di Antinori, ed il Redigaffi 2020 di Tua Rita, ndr), arriva ad un -7% (che diventa -11% nell’arco dei 12 mesi). Nell’indice in questione, tra i migliori vini, in terreno positivo, figurano il Barbaresco 2019 di Gaja (+9,1% nel 2024), e il Solaia 2019 (+3,1%), e si mantengono intorno alla parità il Masseto 2019, il Sassicaia 2020 ed il Tignanello 2019. Ancora peggio fa il Liv-Ex 1000, il più ampio degli indici della piattaforma, che perde il -8,9% da inizio anno. Male anche l’Italy 100, che segna il -4% nel 2024, e -6,2% nell’arco dei 12 mesi. Con alcune etichette che fanno eccezione, e anzi crescono a doppia cifra o quasi, come il Masseto 2018 (+18%) e 2019 (+16,8%), il Solaia 2013 (+16,8%), il Barbaresco 2011 di Gaja (+11,6%), il Sassicaia 2011 (+9,7%) ed il Barbaresco 2019 ancora di Gaja (+9,1%). Ma in ogni caso, la bolla del vino da investimento che sembrava garantire rendite importanti in periodi relativamente brevi, e consentiva di investire anche senza troppa expertise, sembra ormai decisamente sgonfiata. | |
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| | Lanciata a fine 2023 per promuovere la Francia nel mondo, la campagna “Make it Iconic - Choose France” apre le porte ad un nuovo “ambasciatore”: la Cité du Vin di Bordeaux, monumento scelto dal Governo (ci sono anche la Torre Eiffel e la Cattedrale di Notre-Dame di Parigi) per arricchire un progetto che vuole “mettere l’accento” su aspetti come la vitalità culturale e artistica, la ricchezza turistica, il know-how francese, la gastronomia ed il dinamismo economico nazionale. E non poteva certo mancare il vino, con la Francia che è primo Paese produttore in valore. Inaugurata nel 2016, la Cité du Vin è un luogo culturale emblematico della città patria di grandi rossi prestigiosi e famosi, che celebra il vino in tutte le sfaccettature, oltre ad essere uno dei luoghi dedicati alla cultura di questo prodotto tra i più gettonati al mondo, con un afflusso di 400.000 visitatori ogni anno. | |
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| | | Un buon motivo per brindare? Lo “Champagne Day”, il 25 ottobre. Secondo il Comité Champagne, nel 2023, lo Champagne ha raggiunto vendite per 6,4 miliardi di euro, con 299 milioni di bottiglie distribuite. Le grandi maison hanno dominato il mercato, contribuendo al 72,4% del volume e al 79% del valore. I vignerons, pur rappresentando una quota inferiore, hanno conquistato il 21% del valore, dimostrando l’apprezzamento per i piccoli produttori. In Italia, le vendite di Champagne sono state significative, con 9,9 milioni di bottiglie vendute per 265,9 milioni di euro, posizionando il nostro Paese tra i principali mercati di esportazione. L’Italia si affianca così a mercati come Usa, Uk e Giappone, dove la domanda è in crescita. E, solo per fare un esempio, da Signorvino, la catena di enoteche con cucina, con 40 punti vendita lungo lo Stivale, che festeggeranno, lo Champagne è la terza denominazione più venduta nel 2023, con un peso a valore dell’8% e un prezzo medio di 62 euro a bottiglia, e, tra le bollicine, è la quinta regione più venduta, dietro a Veneto, Lombardia (con il Franciacorta primo per vendite a volume), Toscana e Piemonte, grazie a Dom Pérignon, Ruinart, Louis Roederer, Moët & Chandon e Veuve Clicquot, che sono le Maison preferite. | |
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| | | Ancora è presto per tracciare un bilancio dell’annata, ma per ora la stagione del tartufo non decolla, soprattutto a causa del maltempo, con i prezzi che, nel Borsino di Alba, sono di 4.000 euro al kg, mentre la “Fiera Internazionale del Tartufo” entra nel vivo. “La stagione per ora è scarsa, quando la raccolta è iniziata eravamo più fiduciosi”, dice, a WineNews, Mario Agostino Aprile, presidente Unione Regionale Trifulau Piemonte. Tra le cause c’è il clima, che sembra non favorire in nessun modo la produzione del tartufo: “piove troppo, ma novembre sarà migliore”. | |
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| | Il Sopraquota 900 2022 di Rosset Terroir, dalla Valle d’Aosta; Franciacorta Brut Teatro Alla Scala 2020 di Bellavista, dalla Lombardia; il Vermentino 2022 di Gualdo del Re ed il Bolgheri Superiore Dedicato A Walter 2020 di Poggio al Tesoro di Marilisa Allegrini, dalla Toscana; il Kurni 2022 di Oasi degli Angeli, dalle Marche; il Piglio Superiore PerEmilia 2022 di Anton Maria Coletti Conti, il Donnaluce 2023 di Poggio Le Volpi ed il Lunapigra 2021 di Colle di Maggio, dal Lazio; l’Aglianico del Taburno Safinos 2020 de Il Poggio, dalla Campania; l’Etna Rosso Prefillossera 2021 dell’azienda Palmento Costanzo, dalla Sicilia: ecco i 10 vini dell’anno che “non si dimenticano” per “Bibenda” 2025, la guida della Fondazione Italiana Sommelier (Fis), guidata da Franco Ricci, scelti tra i tanti premiati con i “5 Grappoli” (elenco in approfondimento, la presentazione il 16 novembre, a Roma). | |
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| | | A WineNews, Marcello Meregalli, Carlo Alberto Sagna, Luca Cuzziol ed Alessandro Sarzi Amadè, quattro dei “big” della distribuzione italiana. “Il 2024 è complicato - dice Cuzziol - ma stiamo andando abbastanza bene”. “A febbraio ci sono state due settimane di stop totale - spiega Meregalli - in Italia, in Francia e nel mondo, ma il consumo fuoricasa ha continuato ad esserci”. Soffrono realtà giovani e meno note, perché “la clientela ha bisogno di certezze”, rivela Sarzi Amadè. E lo Champagne? Sagna: “l’interesse c’è, ma serve più razionalità da parte del mercato”. | |
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