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WineNews
N. 4.126 - ore 17:00 - Giovedì 9 Gennaio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
“Il vino è l’anima dell’Italia che vince”
“Le esportazioni italiane di prodotti agroalimentari si avviano a sfiorare quest’anno (il 2024, ndr) la cifra record di 70 miliardi di euro. Il vino conferma la sua solidità. Parliamo di un vero pilastro della nostra economia che non è solo un numero, ma una realtà fatta di persone: 107.175 operatori, 333.000 occupati, 135 Consorzi di tutela e 12 Organismi di controllo. Una filiera che porta il meglio delle nostre tradizioni sulle tavole di tutto il mondo. Il nostro vino non è solo un prodotto: è l’anima dell’Italia che vince”. A dirlo, in un’intervista a “tu per tu” con WineNews, il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.
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Primo Piano
WineNews “a tu per tu” con il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida
L’agroalimentare made in Italy che deve riaffermare la sua centralità nel mondo; il nuovo corso dell’agricoltura a livello Ue, con un’aria che sembra nettamente cambiata e con un atteggiamento decisamente meno ideologico su certi temi rispetto al recente passato; la consapevolezza che il 2025 sarà un anno cruciale per l’agricoltura e per il vino italiano, da giocare bene anche in Unione Europea, guardando alle risorse per il settore che devono essere almeno mantenute, ma non certo diminuite, ad un contesto internazionale complesso, dove si guarda con apprensione al tema dei possibili dazi in Usa, ma anche alla gestione del discusso accordo Ue-Mercosur; la convinzione che la promozione, dell’agroalimentare in generale, e del vino in particolare, attraverso i fondi Ocm da gestire sempre più andando incontro alle esigenze delle imprese, sia un aspetto fondamentale; la visione su alcune norme già in essere, come quella sui vini dealcolati, voluta fortemente dalle imprese del settore, ma che ha lasciato fuori vini Dop e Igp per salvaguardare le produzioni di maggiore qualità, ma anche su altre da discutere, come i possibili sostegni all’estirpazione di alcuni vigneti per riequilibrare domanda e offerta. Ecco i tanti punti toccati dal Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, in un’intervista a WineNews, a cavallo tra il 2024, che si è chiuso da poco, ed il 2025, che inizia a prendere forma in questi giorni. Tra i tanti passaggi (in approfondimento), Lollobrigida sottolinea come “la presenza istituzionale del nuovo Commissario all’Agricoltura, Christophe Hansen, al Gruppo di Altro Livello Vino del 16 dicembre è stato un segnale forte e importante per il settore vitivinicolo. Abbiamo avviato un dibattito per tutta la filiera per un programma di promozione Ocm più competitivo e vicino al bisogno dei produttori”. E ancora, sul tema della gestione del potenziale produttivo: “la filiera italiana non concorda su misure di estirpazione indiscriminate che, inoltre, possano ridurre le risorse per gli altri strumenti dell’Ocm vino. Il nostro punto fermo è che l’espianto sia condizionato al mantenimento del vincolo di destinazione agricola, ciò al fine di evitare che le aree espiantate possano essere destinate ad altri usi quali, ad esempio, l’installazione di pannelli solari”.
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Vini no-alcol, la visione di Slow Food
“La produzione di vino dealcolato è già disciplinata in molte Nazioni e si sta ritagliando spazi importanti nelle fiere di settore. Mi pare quindi giusto che anche l’Italia abbia aperto a questa pratica perché, diversamente, avremmo patito una sorta di concorrenza sleale. Non vi sono però dubbi che, dal punto di vista gustativo, questi vini sono molto differenti da quelli oggi in commercio. L’alcol è un elemento essenziale nel gusto e nella piacevolezza del vino”. Ad intervenire nel dibattito sui vini dealcolati, nei giorni scorsi, è stato anche Carlo Petrini, fondatore Slow Food. Che, tra le altre cose (in approfondimento) avverte su un rischio da evitare: che “per compensare l’assenza dell’alcol, si cerchi di raggiungere le sensazioni organolettiche del vino classico addizionando aromi, zuccheri o altri additivi che possono essere dannosi alla salute” ...
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Focus
Vini dealcolati, Schenk Italia investe nel Belpaese
Per ora nei bicchieri di pochi, se si guarda al complesso dei consumi di vino, ma sulla bocca di molti, soprattutto negli ultimi mesi, i vini dealcolati, secondo tutti gli studi, sembrano destinati a crescere in maniera importante ed in breve tempo, nel prossimo futuro. E ora che si potranno fare anche in Italia, nel Belpaese, c’è chi ci investe con convinzione. Come farà Schenk Family Italia, ramo italiano del gruppo Schenk Family, realtà da 140 milioni di euro di fatturato e 60 milioni di bottiglie che per il 70% finiscono all’estero, e che fino ad oggi ha prodotto tra le 50.000 e le 80.000 bottiglie di vini e bevande dealcolate in Spagna, commercializzate per il 25% in Italia. E che è pronta a mettere sul piatto un investimento importante, stimabile sui due milioni di euro, per riportare la produzione in Italia. Come spiega, a WineNews, Daniele Simoni, ad Schenk Family Italia. “Fino ad oggi, come molte altre realtà italiane, abbiamo dovuto produrre fuori dal Paese, noi lo facevamo in Spagna, con costi aggiuntivi per il trasporto del prodotto. Con questo investimento, che stiamo definendo e sarà operativo dal 2026, contiamo, tra le altre cose, di abbattere più o meno del 20% il costo di produzione dei nostri vini dealcolati, che andranno ad arricchire l’offerta dei nostri marchi più importanti”.
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Cronaca
Locatelli alla National Gallery
Lo chef Giorgio Locatelli sbarca in uno dei musei più importanti del mondo: dopo l’annuncio, solo pochi giorni fa, della chiusura della sua storica insegna “Locanda Locatelli” a Londra, il giudice di MasterChef fa sapere che a maggio inaugurerà un nuovo ristorante italiano nella capitale inglese, all’interno della National Gallery. Sarà, nelle intenzioni di Locatelli, un portabandiera della cucina made in Italy, ultimo esempio, in ordine di tempo, del connubio sempre più diffuso tra arte, cultura e cibo, in tanti importanti musei del mondo.
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Wine & Food
La Dieta Mediterranea, Patrimonio Unesco, è ancora la migliore al mondo per la salute
In un mondo in costante e sempre più rapido cambiamento, in ogni campo della vita, qualche certezza ci vuole. E a tavola, una di queste, è la Dieta Mediterranea, Patrimonio Unesco, basata, semplificando, su un consumo elevato di verdure, frutta e cereali, e su un consumo moderato di carne, e qualche calice di vino ai pasti, preferibilmente rosso, che si conferma la migliore al mondo per la salute, per l’ottavo anno di fila, secondo la classifica 2025 redatta da “U.S. News & World Report”, storica rivista statunitense, che coinvolge ogni anno un panel di esperti per valutare i migliori regimi alimentari tra i tanti oggi codificati. Con un “rating” di 4,8 stelle su 5, infatti, il regime alimentare reso celebre dagli studi del fisiologo e biologo Ancel Keys, resta il migliore in assoluto, e ha una storia peculiare, legatissima all’Italia e al Cilento.
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“Sanzioni più aspre per chi guida in stato di ebbrezza, ma i limiti non cambiano”
Le novità del Codice della Strada che stanno facendo discutere, spiegate dall’avvocato Marco Giuri dello Studio Giuri di Firenze. “Le novità riguardano i codici di limitazione all’uso sulla patente e l’alcolock per chi viene trovato alla guida con un tasso alcolemico superiore a 0,8 grammi di alcol per litro di sangue. Ma ci sono tanti strumenti per auto-controllarsi prima di guidare: un calice di vino a cena è consentito e tollerato”.
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