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N. 2.452 - ore 17:00 - Giovedì 26 Luglio 2018 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Non sono molti i vini “stranieri” che si vendono su “La Place de Bordeaux”, una sorta di “gotha” del mercato enoico mondiale. Ci sono gli italiani Solaia (Antinori) e Masseto, i cileni Seña e Clos Apalta di Casa Lapostolle, il californiano Opus One di Mondavi e pochissimi altri. E ora, in questa élite, entra anche la cantina Inglenook, nella Napa Valley, del grande regista e produttore americano Francis Ford Coppola, grazie ai negociant Cvbg, Duclot e Maison Joanne. Una novità che racconta di come, pian piano, i negociant bordolesi iniziano ad aprire le loro porte ai vini del mondo. |
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Il sistema dei distretti continua a funzionare, anche nell’agroalimentare. E non a caso, sono legati al wine & food italiano 7 dei 30 distretti che nel primo trimestre hanno visto la crescita maggiore delle esportazioni, secondo il monitor di Intesa Sanpaolo. Tra questi, al top assoluto per valori, spicca il distretto dei vini di Langhe, Roero e Monferrato, che tra Barolo e Barbaresco, Barbera e Nebbiolo, grandi alfieri dell’enologia made in Italy prodotti nei paesaggi vitivinicoli patrimonio Unesco, ha esportato per un valore di 312 milioni di euro, 36,8 in più sul primo trimestre 2017, con una crescita del 13,4%. A seguire, in valore, il distretto delle Conserve di Nocera, uno dei più importanti centri per la produzione di conserve di pomodoro e non solo, che ha toccato quota 249,1 milioni di euro, con una crescita di 46,9 milioni di euro, il 23,2% in più, che è anche la performance di crescita migliore in assoluto, in percentuale, nel trimestre, tra tutti i 30 migliori distretti (al top per valore assoluto ci sono il distretto della Pelletteria e calzature di Firenze, con 1 miliardo di euro, e quello dei metalli di Brescia con 964 milioni di euro, ndr). Continua a crescere anche il distretto del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene Docg, una delle locomotive del vino italiano nel mondo, negli ultimi anni, che nei primi tre mesi del 2018 ha esportato bottiglie per un valore di 156,7 milioni di euro, con una crescita del 9,5% sullo stesso periodo del 2017. Nella “top 30” anche il distretto delle Marmellate e succhi di frutta del Trentino Alto Adige, che grazie a 13,1 milioni di euro esportati in più del 2018 tocca quota 156,7 milioni di euro (+17,1%), e quello delle Mele dell’Alto Adige, con un aumento di 11,5 milioni di euro, a quota 180,8 milioni di euro esportati ad inizio anno (+6,8%). E, ancora, molto bene ha fatto il distretto della Mozzarella di Bufala Campana, che ha esportato prodotti per 11 milioni di euro in più rispetto ai primi tre mesi 2018, raggiungendo quota 67,6 milioni di euro, con un balzo del 19,4%. E tra i primi 30 distretti per crescita c’è anche quello del Food Machinery di Parma, con un export cresciuto di 21,6 milioni di euro (+7,8%), a quota 300 milioni di euro. |
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“Sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto insieme, dimostrando al mondo che il vino non è solo un prodotto di business. La dimensione familiare dimostra che il vino è fatto di valori. In questo senso, rimaniamo simboli e modelli per il mondo del vino, e non solo”: parole di Hubert de Billy, quinta generazione della famiglia alla guida della maison di Champagne Pol Roger e nuovo presidente di Premium Familiae Vini, l’associazione che mette insieme 11 delle più antiche ed importanti realtà del vino mondiale (e 2.338 anni di esperienza complessiva) a “conduzione familiare”. Nomi come Antinori e la Tenuta San Guido (Sassicaia) dall’Italia, Familia Torres e Vega Sicilia dalla Spagna, Joseph Drouhin, Famille Hugel, Baron Philippe de Rothschild, Famille Perrin e Pol Roger dalla Francia, Symington dal Portogallo ed Egon Müller-Scharzhof dalla Germania. |
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Volumi fermi o in calo, mentre crescono i valori: è la tendenza generalizzata delle esportazioni di vino dei principali Paesi produttori, fotografata da Rabobank, che ha comparato i dati dei primi tre mesi dell’anno dei top player, in fatto di export, del vino mondiale. E così, tra gennaio e marzo 2018, sullo stesso periodo 2017, le spedizioni dalla Francia sono rimaste sostanzialmente stabili (-0,1%), mentre è cresciuto il valore del +3,2%, grazie soprattutto allo Champagne (+7,2% in valore). Nello stesso periodo l’Italia ha visto una diminuzione del -9% in volume, ma una crescita del 4,6% in valore. Anche nel caso del Balpaese, come noto, la crescita dei valori è legata alle bollicine (+14,6%), mentre soffrono i vini fermi. La Spagna, ancora, ha fatto -6% in quantità e +7,5% in valore, grazie soprattutto all’aumento dei prezzi legati alla scarsità della vendemmia (+40% per i vini sfusi). Stessa dinamica per i produttori dell’emisfero Sud: l’Argentina ha fatto -8,3% in volume e +1,2% in valore, il Cile -10,3% e +4,4%, il Sudafrica -3,9% e +10,2%. In controtendenza, invece, gli Usa, che hanno fatto +9,4% in quantità e +6,6% in valore, e l’Australia, a +21% in volume e +18,7% in valore. |
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Cresce il made Italy agroalimentare nel mondo, con l’export nel 2017 al record di 41 miliardi di euro ma, di pari passo, cresce anche l’Italian sounding che, solo in alimentare, vale tre volte l’export di quello originale, con un giro d’affari stimato di 90 miliardi di euro, +70% negli ultimi 10 anni. E, talvolta, al danno si unisce anche la beffa, perché capita che i prodotti “fake” costino anche di più di quelli veri. Emerge dall’analisi di Assocamerestero, che ha presentato i dati dell’indagine 2018 sui mercati d’Europa e Nord America. |
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Anche gli organismi vegetali ottenuti attraverso mutagenesi (senza introduzione di Dna di altre specie, ndr) sono da considerare Ogm, e come tali vanno regolamentati e trattati. È, in estrema sintesi, quanto stabilito dalla Corte di Giustizia dell’Ue. Una sentenza che, ovviamente, ha spaccato il fronte agricolo italiano, già diviso sul tema dell’utilizzo della genetica in agricoltura. Esultano, da un lato, realtà come Coldiretti e Slow Food, esprimono rammarico e sorpresa in negativo, dall’altro, Confagricoltura e la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori. Tra gli aspetti che fanno più discutere, il fatto che sia lasciata ai singoli stati Ue l’interpretazione di una norma controversa e, ancora poco chiara. |
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Facebook, TripAdvisor, recensioni, Food Delivery: oggi, tra gli ingredienti di un ristorante per conquistare i clienti, c’è anche il Digital marketing, come spiega l’esperta di web marketing autrice di “Digital Food Marketing, guida pratica per ristoratori intraprendenti”, tra regole d’oro ed errori da evitare per i ristoratori: “fondamentale ritagliarsi una presenza personalizzata lavorando su brand identity e Social. Mai buttarsi senza pianificare, imitare gli altri e immaginare il digitale come un optional”. |
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