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N. 3.127 - ore 17:00 - Giovedì 1 Aprile 2021 - Tiratura: 31.096 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Oggi più che mai il mondo ha bisogno del potere della libertà creativa, una forza che apra nuovi orizzonti, e che unisca una delle più grandi artiste della musica contemporanea, Lady Gaga, e la più iconica delle griffe dello Champagne, Dom Pérignon, in una collaborazione dall’alto valore simbolico. Dom Pérignon appoggerà e abbraccerà la “Born This Way Foundation” di Lady Gaga, che si impegna a sostenere il benessere dei giovani e a lavorare con loro per “rendere il mondo più gentile e coraggioso”. Dal 6 aprile, via ad un progetto artistico che verterà su una campagna pubblicitaria, una serie di bottiglie in edizione limitata e una scultura disegnata da Lady Gaga. |
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Fin dalla fine del Trecento, quando per la prima volta il nome “Chianti” appare in un documento ufficiale, quel territorio così bello da sembrare dipinto, esattamente a metà strada tra Siena, città medievale per eccellenza, e Firenze, culla del Rinascimento italiano, inizia davvero a comparire nei dipinti. A sceglierlo come sfondo sono i più grandi artisti del Rinascimento, da Botticelli a Donatello, da Michelangelo a Leonardo, fino al Vasari che lo raffigura nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze. Oggi che il Chianti Classico è tra i vini italiani più famosi, sono ancora i più importanti artisti al mondo a farne un vero e proprio distretto non solo del vino, ma anche dell’arte internazionale. Un territorio d’“avanguardia”, dove il sodalizio tra vino e arte è uno degli esempi più longevi e riusciti, grazie a cantine che proseguono l’antica tradizione del mecenatismo culturale e a luoghi, spesso inaspettati, che diventano spazi espositivi ospitando le opere che gli artisti più famosi creano in situ. Dal Castello di Ama per l’Arte Contemporanea, che nel 2021 inaugura una nuova opera dell’artista Usa Jenny Holzer, a Nittardi, con la sua collezione di etichette-opere d’arte firmate, tra gli altri, da Mimmo Paladino e Yoko Ono, Dario Fo e, da ultimo, Johannes Heisig; dal Parco Sculture del Chianti al Pievasciata B.A.C. Borgo d’Arte Contemporanea che nasce dall’incontro pubblico-privato tra istituzioni, abitanti e le cantine Borgo Scopeto, Casuccio Tarletti e Tolaini; dal progetto “Le Radici dell’Arte” della Tenuta Casenuove dell’imprenditore e collezionista Philippe Austruy, alla Cantina Antinori nel Chianti Classico dove il “cerchio” che dal Rinascimento porta ai giorni nostri si chiude nella lunga storia della committenza della famiglia Antinori, per citare solo alcuni esempi. Ma anche il ripensamento degli spazi in conseguenza della pandemia fa del Chianti Classico un modello nella fruizione dell’arte: un museo “a cielo aperto” dove le distanze sono naturali ed in cui le opere “diffuse”, il paesaggio e gli edifici monumentali sono i soggetti di un unico “quadro d’insieme” che raffigura tutta la bellezza del patrimonio culturale italiano ed il suo legame con il vino. E a sancire tutto questo definitivamente, non potrà che essere il riconoscimento a Patrimonio dell’Unesco del territorio del Chianti Classico. |
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Dopo mesi ad aspettare la Brexit ed i suoi effetti, la Gran Bretagna (che al vino italiano, nel 2020, nonostante un calo importante ha fruttato 717 milioni di euro) ora fa di tutto per disinnescarne le conseguenze. Specie da un punto di vista commerciale. Sulle importazioni di vino, ad esempio, un po’ tutti, produttori ed importatori, erano pronti all’introduzione del certificato di importazione (noto come “modello VI-1”) che, secondo la Wsta - Wine and Spirit Trade Association, avrebbe portato ad un aggravio annuo di 70 milioni di sterline, che avrebbero finito per pagare i consumatori. Il condizionale, almeno per ora, è d’obbligo, perché dopo un primo rinvio all’introduzione del modello VI-1, fino al 1 luglio, ne è arrivato un secondo, che procrastina il tutto al 1 gennaio 2022. Una boccata d’ossigeno, ma anche una vittoria politica del settore. |
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Calciatori, nuotatori, giocatori di basket e ciclisti: nessuno può incarnare l’immagine della salute e del benessere meglio di uno sportivo professionista. E ne sono sempre più convinte tutte quelle aziende dell’agroalimentare italiano che hanno affidato la propria immagine ad un testimonial sportivo, anche per l’attenzione crescente, nella società, per la forma fisica e il wellness. In tempi non sospetti fu Barilla ad ingaggiare il re del tennis mondiale, Roger Federer. Oggi fa scuola il Parmigiano Reggiano, con il tennista Jannik Sinner, il cestista Nba Nico Mannion e Giorgia Villa, punta di diamante della Nazionale di ginnastica artistica. Nel vino gli esempi sono meno, e su tutti è da citare quello dell’Istituto Marchigiano Tutela Vini, che ha avuto come testimonial per il Verdicchio di Jesi la campionessa di fioretto Elisa di Francisca, più volte medaglia d’oro alle Olimpiadi e ai Mondiali (e anche Valentina Vezzali, “regina” della scherma italiana), con l’enogastronomia (e non solo) delle Marche, e ora, come anticipato a WineNews da Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto, ha siglato un accordo con Roberto Mancini, CT della Nazionale e marchigiano Doc, fino al 2023 (nell’approfondimento le opinioni del nutrizionista Giorgio Calabrese e del giornalista Davide Paolini). |
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La pandemia ha colpito tutti. Non fa eccezione la viticoltura eroica e di montagna, spesso madre di vini di grande qualità e davvero unici (e che vanno quasi esclusivamente in horeca) grazie a produttori che hanno investito in territori che altrimenti sarebbero abbandonati, e che ora chiedono un cambio di passo al Governo, con sostegni e misure ad hoc, ma anche l’attuazione del decreto sulla viticoltura eroica. Al centro di un incontro, nei giorni scorsi, tra il Cervim ed il Sottosegretario alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio.
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Montalcino, patria del Brunello, si legherà ad un’altra capitale del vino mondiale, Napa, cuore pulsante della produzione vitivinicola della California e degli Stati Uniti: il sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli ha scritto una lettera al primo cittadino di Napa, Scott Sedgley, che ha risposto con forte entusiasmo all’idea di un gemellaggio tra le due città, che vantano la comune e forte tradizione enoica, la propensione all’enoturismo e, curiosità, sono entrambe grandi produttori di prugne. Obiettivi del gemellaggio quello di implementare la valorizzazione dell’economia alimentare e la promozione della tipicità dei prodotti legati al territorio, oltre al sostegno alla commercializzazione e alla penetrazione dei mercati, anche attraverso lo strumento fondamentale della formazione di studenti e giovani lavoratori dei settori coinvolti. |
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Ettore Prandini (Coldiretti): “le nostre imprese non si sono mai fermate ma hanno sofferto. La svolta green è già realtà. E non è una cosa scontata”. Visione di un’agricoltura italiana che “deve pensare da prima della classe”, e che può essere vera locomotiva del Paese. A patto che il Paese faccia un salto in avanti su burocrazia e digitale. Ed in Europa è guerra sul “nutriscore”, che il Ministro delle Politiche Agricole Patuanelli bolla come “sistema idiota”. |
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