Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui |
N. 4.113 - ore 17:00 - Martedì 17 Dicembre 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
|
|
| | | Per chi ama il design e l’arte del ricevere, la tavola di Natale rappresenta l’occasione perfetta per tirare fuori il servizio “buono” della nonna, o per concedersi lo sfizio di acquistare le ultime novità dell’home style. Sulla tavola di Natale possono trovare posto i piatti più preziosi, le tovaglie ricamate, i bicchieri glamour, le vecchie posate d’argento o i centrotavola creativi. Le possibilità sono infinite: dai più noti brand - da Richard Ginori ad Alessi, da Bitossi Home a LaDoubleJ - ai grandi nomi della fashion industry - da Dior a Louis Vuitton, da Versace a Ralph Lauren - senza dimenticare le proposte più democratiche di Zara, Mango ed H&M. | |
|
| | Con il mercato del vino in grande difficoltà, anche il segmento dei fine wines, che fino a qualche anno fa sembrava immune alle crisi, ha sofferto. E per la maggioranza degli addetti ai lavori, la ripresa si farà attendere almeno fino al 2027. Tra i territori italiani più sugli scudi, si fanno largo il Piemonte, baluardo della classicità, e la Sicilia. Sono le indicazioni di “Wine Lister Leagues” 2024, sondaggio tra oltre 50 big player del mercato del vino di alta gamma, realizzato da Wine Lister, il portale specializzato in vini da collezione ed investimento del gruppo “Le Figaro”. Ebbene, secondo il sondaggio, il mercato dei fine wines tornerà a crescere nel 2025 solo per il 25% degli addetti ai lavori. Il 26% si aspetta un ritorno in positivo nel 2026, ma la maggior parte, il 49%, indica come orizzonte reale dal 2027 in poi. Con differenze di sentiment importanti tra Europa, Usa e Asia (in approfondimento). Per aiutare a stimolare il mercato, secondo gli operatori, servirebbero prezzi più bassi “ex cellar” (come peraltro si è verificato in maniera nettissima nell’ultima en primeur di Bordeaux), ma anche la ripresa dei mercati asiatici, tassi di interesse più bassi, ed una maggior stabilità politica. Guardando ai territori previsti in crescita nei prossimi cinque anni, nonostante le difficoltà di questi ultimi anni, un po’ a sorpresa, Bordeaux è il territorio più indicato, seguito, dalla Loira, dal Piemonte, dalla Borgogna e dal Beaujolais, mentre qualcuno punta gli occhi anche, tra gli altri, su Champagne e Sicilia. Ancora, tra le cantine da tenere sott’occhio, secondo Wine Lister, per il Belpaese ci sono una realtà di prestigio del Chianti Classico, come Isole e Olena, di recente entrata sotto l’egida del Gruppo Epi della famiglia Descours, che possiede anche Biondi-Santi, “culla” del Brunello di Montalcino. Ma anche Chiara Condello, piccola e giovane realtà guidata dalla stessa produttrice Chiara Condello, in Emilia-Romagna. Mentre tra le “gemme nascoste”, il report indica, per l’Italia, la Tenuta Sette Ponti, tra le più celebri cantine del Val d’Arno di Sopra, della famiglia Moretti Cuseri. Indicazioni e spunti, tra gli altri, tutti da verificare, nel prossimo futuro, in un mondo che cambia in maniera sempre più veloce e repentina, anche guardando al solo settore del vino. | |
|
| | “Il vino è il nostro orgoglio”. Ipse dixit François Bayrou, neo Premier francese, leader MoDem, nato 73 anni fa da una famiglia di agricoltori di Bordères, piccolo paese dei Pirenei Atlantici nella regione della Nuova Aquitania e di Bordeaux, dove ha guidato anche la sua azienda, scelto, nei giorni scorsi, dal Presidente Emmanuel Macron, per formare il Governo. Nei tempi rispettati, dopo le dimissioni di Michel Barnier, come auspicato da un settore centrale per la Francia, come l’agricoltura e, in particolare, dal mondo del vino, che stanno attraversando uno dei momenti più difficili della loro storia, con i produttori in difficoltà tra cambiamento climatico e consumi in calo, prezzi troppo bassi e un equilibrio tra domanda e offerta che fatica ad arrivare, mentre l’estirpazione dei vigneti non sembra essere la soluzione, preoccupati per l’instabilità politica. | |
|
| | | Vini biologici e biodinamici, visto che chi beve vino è sempre più consapevole dell’impatto ambientale dei propri acquisti, e continuerà ad esserlo anche nel 2025: per questo le etichette provenienti da vigneti “sostenibili” stanno diventando sempre più la prima scelta per molti di loro. E poi la moderazione, visto che è stata osservata una maggiore tendenza a socializzare senza alcol o ad optare per bevande alternative. Non si prescinde, inoltre, dalla qualità con le persone che tenderebbero a consumare meno, ma meglio. Sono alcune delle tendenze legate ai consumatori di vino che, secondo Neil McAndrew, consulente nel settore vinicolo e dell’Ue, vale la pena osservare per il 2025. Una di queste riguarda anche i giovani, per i quali si evidenzia una marcata ricerca di vini nuovi e “diversi”. È l’occasione da sfruttare per quelle realtà vitivinicole emergenti come Grecia, Croazia, Bulgaria, Ungheria e Romania. Infine, l’innovazione: sebbene il consumo complessivo di vino stia diminuendo c’è anche chi sta vivendo una crescita positiva. Come il Portogallo, capace di combinare eredità, varietà di stili, vinificazione moderna, oppure la regione della Rioja, in Spagna, che sta beneficiando di una nuova ondata di produttori che stanno sfidando l’approccio tradizionale. L’Italia? “Ha tutte le carte in regola per sfruttare le innovazioni”. | |
|
| | | Il Cabernet Sauvignon 2023 di Maculan in 300 bottiglie uniche numerate, le cui etichette sono state realizzate a mano libera dai ragazzi di In.Perfetto, l’atelier artistico della Cooperativa Vite Vere Down Dai, e i cui proventi sono andati a sostegno del nuovo ambulatorio Santalucia, primo centro chirurgico della Fondazione Banca degli Occhi del Veneto Ets, dedicato alle persone affette da patologie rare. È il risultato dell’iniziativa benefica “Santalucia”, edizione n. 15, promossa dall’azienda vitivinicola e dalla Fondazione. | |
|
| | Ci sono le “Conoscenze e abilità tradizionali nella produzione del sakè con la muffa koji in Giappone”, la bevanda alcolica a base di cereali e acqua profondamente radicata nella cultura giapponese, e considerata un dono sacro delle divinità, immancabile nelle feste, nei matrimoni, nei riti di passaggio e in altre occasioni socio-culturali. Ma c’è anche la “Cultura del sidro asturiano”, simbolo dell’identità delle Asturie, in Spagna, il cui sapore è visto come l’incarnazione del rapporto tra le comunità rurali e il loro ambiente di cui i meleti sono un elemento caratteristico. Sono solo alcuni dei cibi del mondo riconosciuti dall’Unesco, nei giorni scorsi da Asunción, in Paraguay, mentre in Italia cresce l’attesa per il parere che arriverà nel 2025 sulla candidatura della “Cucina italiana tra sostenibilità e biodiversità”. | |
|
| | | A WineNews, Lamberto Frescobaldi, alla guida della Marchesi Frescobaldi, tra le imprese più importanti del vino italiano, e di Unione Italiana Vini (Uiv). “I consumi delle bollicine hanno sorpassato anche quelli del vino bianco, più volte definito come la “grande occasione” da qualcuno. Generalmente i consumi del rosso soffrono, anche se non in tutti i territori. Ci sono tante sfide, da affrontare, anche in Europa, con una nuova Commissione Europea con cui dialogare. Guide e classifiche? Meglio esserci che non esserci”. | |
|
|
|