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N. 4.154 - ore 17:00 - Martedì 18 Febbraio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Nel complesso 2024, le marcature del Chianti Classico sono risultate stabili, così come le giacenze, dopo una vendemmia 2024 oltre la media. A crescere, in modo costante dal 2019 al 2023, sono il prezzo medio dello sfuso (sui 350 euro/ettolitro) e la remuneratività. In positivo anche le tipologie “premium” (il 43% della produzione e il 54% del fatturato). È un distretto in salute il Chianti Classico - nel quale intorno al vino si muove un giro d’affari stimabile in oltre 1 miliardo - che si è raccontato a Chianti Classico Collection 2025, che si chiude oggi a Firenze, con i migliori assaggi WineNews dell’annata 2023 e Riserva e Gran Selezione 2022. | |
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| | Il 2024 non è stato l’anno di svolta, a livello globale, per il mondo del vino, in particolare sul fronte degli scambi internazionali. Tra i 12 principali mercati di import (che pesano per oltre il 60%), variazioni positive solo per Stati Uniti, Canada, Cina e Brasile. Ma in questo quadro gli acquisti di vino dall’Italia crescono più della media (le importazioni complessive sono in calo dello 0,8%, ma segnano +0,2% verso l’Italia) ed il merito è soprattutto degli spumanti che, nello stesso panel di 12 mercati, registrano un +4,8% di export a valore contro una media aggregata del -5,1%. Sono alcune delle principali evidenze emerse nel Forum Wine Monitor n. 11 con approfondimenti sul mercato da parte degli esperti del Team Wine Monitor e di NielsenIQ e testimonianze del mondo imprenditoriale come quelle di Igor Boccardo, ad Tenute Leone Alato-Genagricola, per quanto riguarda il mercato emergente del Mercosur; Carlo De Biasi, dg Agricola San Felice (Gruppo Allianz) sull’evoluzione dei mercati con un focus sui vini rossi e Massimo Romani, ad Argea, che ha tracciato una panoramica sull’interesse, già esistente, per i vini dealcolati. Tra i Dop italiani la locomotiva è il Prosecco (+12,3%) come variazione in valore (2023/2024 su 2022/2023), ma anche i bianchi corrono: +8,2% per il Veneto, +8,1% per la Sicilia, e +7,1% per Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Recuperano anche i rossi con +11,4% per la Toscana, +7,3% per il Veneto, +3,6% per il Piemonte, +3,3% per i frizzanti Dop. Sul mercato nazionale, le quantità di vino vendute nella Distribuzione Moderna, per il 2024, evidenziano una riduzione di quasi il -2% nel canale Iper e Super, ma nel discount la crescita a valore è dell’1,2%, in particolare grazie agli spumanti. La ricerca di nuovi mercati di sbocco diventa sempre più prioritaria e, non a caso, negli ultimi tre anni l’export vinicolo dell’Italia è cresciuto nelle aree dell’Est Europa e dell’America Latina, che sono ancora delle “nicchie” ma con potenzialità da esplorare. Un tasto delicato emerso riguarda i consumatori: in Italia e nei principali mercati, come, ad esempio, gli Stati Uniti, la maggior parte dei consumi di vino è ancora sostenuto dagli over 60 (in approfondimento). | |
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| | “Sostenere che ci sono diverse tipologie di alcol è semplicemente falso: l’alcol etilico del vino, dei superalcolici ed altro è sempre la stessa molecola, con formula chimica CH3CH2OH, identica per qualunque tipologia di bevanda alcolica (dalla birra, al vino ed ai superalcolici)”, e “la distillazione è la tecnica di separazione che permette di ottenere un alcole etilico o bevande spiritose più pure, grazie alla separazione di altre sostanze non gradite presenti nella materia prima”, e grazie alla quale, “affinata nei secoli dai mastri distillatori”, si ottengono “eccellenze made in Italy come Grappa e Brandy”. A dirlo è AssoDistil, l’associazione della distillazione italiana, nel dibattito su “vino e alcol”, dopo la riflessione di Angelo Gaja sul perché “equiparare il vino ai superalcolici è un abuso che dura da troppo tempo”. Un confronto che è solo all’inizio?
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| | | “Bisogna far capire che i messaggi che in questo periodo sono all’ordine del giorno e attaccano il vino sono sbagliati. Le istituzioni devono collaborare in questo: il vino non ha colore politico e va difeso. Serve ragionare e fare progetti insieme, e lavorare in modo strutturato, senza partire allo sbaraglio”. Lo ha detto, a WineNews, Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato ed ex Ministro dell’Agricoltura, ma anche appassionato di enogastronomia ed enoturismo, dalla “Chianti Classico Collection” 2025 a Firenze, parlando di uno dei temi più dibattuti del momento: che sia di natura economica, con la minaccia trumpista dei dazi, o salutista, vista anche la recente revisione del Beca (Beating Cancer Plan) da parte della Commissione Ue, il vino è sotto attacco? “Penso di sì - dice Centinaio - e anche i territori, i Paesi e gli stili di vita che si identificano con il suo consumo”. Ma deve forse cambiare anche il modo di comunicare il vino, non più come un “solista”, ma ricondotto alla tavola, per distinguerlo dagli altri alcolici: “sì, è un modo di comunicare diverso dal passato e ben venga. Il vino non deve essere considerato sballo, ma deve essere visto come un prodotto della tavola che accompagna i piatti. L’abbinamento tra il sommelier e lo chef, deve diventare sempre di più all’ordine del giorno”.
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| | | La nuova relazione sul Beca, il “Beating Cancer Plan” torna a scuotere il mondo del vino, e non solo (come emerso anche dagli Stati Generali del Vino a Roma, di scena ieri in Campidoglio): anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) torna a fare pressione per arrivare agli “health warnings” nell’etichetta di tutte le bevande alcoliche, in Europa (in approfondimento), con focus sui rischi di cancro alcol-correlato, sul modello irlandese. | |
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| | L’export agroalimentare cresce in controtendenza e nel 2024 fa segnare il record di sempre, con un aumento dell’8% in valore rispetto al 2023, a fronte della lieve flessione generale (-0,4%). Le esportazioni agroalimentari hanno chiuso l’anno a quota 69,1 miliardi, con il vino come prodotto più esportato, davanti all’ortofrutta trasformata, i formaggi, la pasta gli altri derivati dai cereali, frutta e verdura fresche, salumi e olio d’oliva. La Germania resta il principale sbocco dei prodotti agroalimentari italiani, con 10,6 miliardi (+6%), mentre gli Usa sono il primo mercato extra Ue per un valore di 7,8 miliardi, in crescita del 17% rispetto all’anno precedente. Nella classifica la Germania è seguita da Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna e Spagna. É quanto emerge da un’analisi Coldiretti su dati Istat sul commercio estero nel periodo gennaio-dicembre. | |
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| | | “Con il Protocollo di sostenibilità ambientale, sociale e culturale ci siamo cuciti addosso un abito su misura, un regolamento che porterà alla certificazione con un simbolo in retro-etichetta di quei vini che sono sostenibili verso l’ambiente, ma anche rispettosi del lavoro delle persone e, novità, custodi delle bellezze paesaggistiche, architettoniche ed artistiche del nostro territorio, che sono un driver importante”. Così, a WineNews, Giovanni Manetti, presidente Consorzio Chianti Classico, ribadendo come il “vino racchiude in sé tutto il bello e il buono di un territorio”.
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