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WineNews
N. 2.971 - ore 17:00 - Lunedì 24 Agosto 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Shadows in the Vineyard, arriva la serie tv
Agli inizi del 2010, Aubert de Villaine, co-proprietario del mito di Borgogna Romanée-Conti, ricevette una serie di lettere anonime, in cui si chiedeva un riscatto di 1 milione di euro, pena l’avvelenamento dalle radici dei vigneti più prestigiosi del mondo. Una storia vera, durata pochi mesi, visto che, in poco tempo, la polizia arrestò l’autore delle lettere e del diabolico piano, Jacques Soltys. Una storia già diventata un libro, “Shadows in the Vineyard”, di Maximillian Potter, e ora pronta a diventare una mini serie tv. A produrla saranno Landmark Studio Group e District 33, protagonisti (e co-produttori) attori celebri come Noah Wyle e Judith Light.
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Primo Piano
Valpolicella “salva” dalla grandine: colpito il 5% dei vigneti. Parlano Consorzio e produttori
Dove la grandine ha colpito, la produzione di uva e di vino, per questo nefasto 2020, è azzerata, senza appello. Per fortuna che ad essere investiti dalla grandinata che ha travolto soprattutto la città di Verona, sarebbe stato poco più del 5% dei vigneti della Valpolicella, soprattutto nella zona pianeggiante intorno a San Pietro in Cariano e Pescantina, con un danno che se per alcuni vigneti è stato totale, per il territorio nel suo complesso non è così devastante. Tanto più che la grandine di ieri ha colpito dove già parte della produzione era stata danneggiata da un fenomeno analogo, ma meno intenso, a giugno. Quello che preoccupa in generale, in vista dei prossimi 30 giorni che saranno decisivi per la vendemmia di uno dei distretti vinicoli più importanti d’Italia, territorio che tra Amarone, Valpolicella, Recioto e Ripasso sviluppa un giro d’affari di 600 milioni di euro all’anno su 8.300 ettari vitati in 19 Comuni, è la gestione dell’abbondate acqua caduta in tutto agosto, con grappoli molto compatti, sui quali servirà grande attenzione e selezione affinchè quanto arriverà in cantina sia in condizioni ottimali. È il quadro che emerge della parole di alcuni dei produttori di riferimento del territorio, sentiti da WineNews. “Diciamo che, in generale, la situazione è molto pesante, ma solo in aree ben delimitate - spiega il presidente del Consorzio Vini Valpolicella, Christian Marchesini - soprattutto intorno a San Pietro in Cariano. Chi ha preso la grandine l’ha presa totalmente, si parla di raccolti persi tra il 70% ed il 100%, e siamo molto vicini ai produttori colpiti. Ma, nel complesso, per il territorio è andata bene tutto sommato, anche visto quello che è successo a Verona città. Ad essere colpito sarà il 5% dei vigneti della denominazione”. A confermare questa analisi e dirsi salvi, tanti produttori importanti, da Masi ad Allegrini, da Zenato a Bertani Domains, da Collina dei Ciliegi a Tedeschi,  da Quintarelli a Dal Forno, mentre confermano danni di lieve entità realtà come Pasqua, Tommasi Family Estates e Zyme (le analisi nell'approfondimento). Intanto, però, le organizzazioni agricole, da Cia a Coldiretti, denunciano danni ingenti per tutta l'agricoltura veronese e veneta, e il presidente della Regione Veneto, Zaia, ha formalizzato lo stato di crisi in 45 Comuni.
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Il souvenir è sempre gastronomico
In vacanza un italiano su due acquista, come souvenir, dei prodotti tipici: in primis i formaggi, poi salumi, vino e olio extravergine d’oliva. Lo rivela un’indagine Coldiretti-Ixè, in un periodo in cui la gran parte dei 34 milioni di italiani (73%) è rientrata a casa. Nonostante la spesa media sia crollata a 588 euro a persona (-25% rispetto al 2019), i vacanzieri non rinunciano ad acquistare prodotti per prolungare tra le mura domestiche le esperienze enogastronomiche vissute, magari facendole assaggiare anche ad amici e parenti. Un dato importante, in un anno in cui tre turisti su quattro (75%) in vacanza nel Belpaese hanno deciso di visitare frantoi, malghe, cantine, aziende, agriturismi e così via. Un ruolo importante in tutto ciò è rappresentato dai piccoli borghi dove nasce il 92% delle produzioni tipiche nazionali (indagine Coldiretti - Fondazione Symbola).
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Focus
Intesa San Paolo: distretti del wine & food in crescita
Dopo un 2019 da record, con 43 miliardi di euro di export, l’agroalimentare italiano ha fatto segnare risultati importanti anche, nel primo trimestre 2020, soprattutto grazie ai suoi distretti del vino e del cibo, nonostante il Covid abbia colpito duro soprattutto tra fine febbraio e marzo. Nel primo trimestre del 2020, i distretti agroalimentari hanno realizzato in totale 5,1 miliardi di esportazioni, miglior trimestre invernale di sempre, con +9,3% rispetto allo stesso periodo del 2019 (+8,1% la crescita complessiva dell’agroalimentare italiano), mentre i distretti non agroalimentari arretrano di circa 10 punti percentuali. A dirlo il Monitor Distretti della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. Risultati significativi che, come viene sottolineato, vanno letti anche alla luce delle profonde modifiche intervenute nelle abitudini di consumo adottate nel mese di marzo, che ha rappresentato l’inizio delle misure di lockdown in Italia, poi progressivamente estese nel resto d’Europa. Se la filiera dei vini mantiene il primato delle esportazioni nei primi tre mesi del 2020, con oltre 1,3 miliardi di euro (+6,1% tendenziale), è la filiera della pasta e dei dolci quella che realizza il maggior contributo alla crescita del trimestre, arrivando a superare il miliardo di euro, con un incremento del 27,6%.
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Cronaca
Parmigiano, metà 2020 in positivo
È più forte del Covid il Parmigiano Reggiano, re dei formaggi made in Italy, che nonostante pandemia e dazi in Usa, ha chiuso il primo semestre 2020 in positivo. Secondo i dati del Consorzio Parmigiano Reggiano in Italia c'è stato un aumento complessivo delle vendite pari al 6,1% (34.200 tonnellate), mentre all'export la crescita è stata dell’11,9%. Il primo mercato è stato la Germania (quota 19,6% su totale export), seguito da Francia (19,5%) - fino ad ora primo mercato dopo l’Italia - Usa (18,2%), Regno Unito (13,5%) e Canada (5%).
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Wine & Food
“Cogli l’acino”, piccolo e divertente manuale per muovere i primi passi nel mondo del vino
Il modo migliore per conoscere il vino è andare dritto alla radice: il vitigno. Pinot Nero o Sangiovese, Riesling o Cabernet, la stessa varietà mostra facce diverse in Francia o in Piemonte, in Australia o in Toscana. Dopo un’iniziale “corso di azzeramento” per capire come leggere un’etichetta, utilizzare il calice giusto e un vocabolario da veri intenditori, ecco un giro per il mondo attraverso le trentatré maggiori varietà internazionali. Per ogni vitigno il racconto della degustazione, le diverse declinazioni nazionali, un poco di storia e gli abbinamenti perfetti. Ecco “Cogli l’acino - I grandi vitigni del mondo in un sorso”, piccolo manuale, divertente e pratico, edito da EDT, per muovere i primi passi nel mondo del vino, firmato da Maryse Chevriere, scrittrice e sommelier, già drink editor di “The Daily Meal” e collaboratrice di testate come “Food & Wine”.
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WineNews.tv
Bruno Vespa “vignaiolo” raddoppia per passione: dalla Puglia al Prosecco Docg
Il giornalista e produttore a WineNews: “preso un ettaro in affitto da Giancarlo Moretti Polegato” (Villa Sandi). “Con Riccardo Cotarella, amico ed enologo, puntiamo ad uno Charmat che stia sui lieviti per 6-8 mesi. Stimo il Veneto del vino da tempi non sospetti, felice di esserci come produttore”. Il vino post pandemia? “Anche le grandi aziende guardino alla gdo, dove c’è sempre più spazio anche per i vini importanti”.
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