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WineNews
N. 3.175 - ore 17:00 - Giovedì 10 Giugno 2021 - Tiratura: 31.116 enonauti,
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La News
Bolgheri, denominazione preziosa
Da terra di pionieri come Nicolò Incisa della Rocchetta con il Sassicaia, dapprima quasi in solitaria, e poi Pier Mario Meletti Cavallari, Michele Satta, Lodovico e Piero Antinori, a denominazione del vino tra le più preziose d’Italia. È la storia di Bolgheri, che si riflette nei prezzi medi analizzati da Lorenzo Tersi per il Consorzio guidato da Albiera Antinori. Secondo i prezzi on line (fonte Wine-Searcher) il valore del Bolgheri Doc nei mesi della Pandemia è cresciuto del +11%, a 63 euro a bottiglia in media, quello del Bolgheri Superiore del +15%, a 124. Ancora meglio va in Horeca: in Italia la media è 232,5 euro a bottiglia, nel mondo 295 euro ...
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Primo Piano
Le enoteche: “stiamo voltando pagina, c’è voglia di tornare nei locali e bere ottimi vini”
Quello che fa ben sperare, è che gli italiani nella pandemia hanno ricominciato a bere meglio, acquistando vini di fascia medio-alta (20-25 euro a bottiglia) per consumarli a casa concedendosi almeno questo piacere nei diversi lockdown, mentre il vino quotidiano non è esploso come si pensava. Un trend che potrebbe consolidarsi di pari passo con le riaperture, permettendo la riprese delle enoteche come l’anno scorso, perché c’è tanta voglia di libertà e di tornare nei locali, in sicurezza. Enoteche che fino a marzo hanno dovuto fare i conti con il divieto da asporto dopo le 18 - “un colpo basso e ingiusto” - e ora con l’incertezza generale che c’è ancora, che fa contingentare lo stoccaggio in cantina, ma essere più ottimista chi fa anche ristorazione, andando verso l’abolizione del coprifuoco serale. A dirlo, a WineNews, sono enoteche storiche e di riferimento in Italia, con il presidente Vinarius Andrea Terraneo, e dalle grandi città dove c’è ripartenza, come si è visto in questi giorni - da Signorvino a Trimani a Roma, da Longo a Legnano alla Casa del Barolo a Torino, da Grado 12 a Trento a I Rusteghi a Venezia, dalla Bottega del Vino a Verona a Vignoli a Firenze, da Galli a Senigallia all’Enoteca Centrale di Teramo, da Enoteca Dante a Napoli a Vinarius De Pasquale a Bari, fino a Vino Veritas a Palermo - ai territori del vino dove invece c’è attesa per l’inizio della stagione turistica - dall’Enoteca Grandi Vini di Alba a Tognoni a Bolgheri, passando per l’Enoteca la Fortezza a Montalcino - nell’uno e nell’altro caso con il ritorno degli stranieri che sarà fondamentale. I vini del momento? Italiani e non solo, soprattutto francesi, non senza sorpresa a riempire i calici sono Champagne e Metodo Classico come Franciacorta e Trentodoc, ma anche grandi rossi come Brunello, Barolo, Barbaresco e Barbera, i vini di Bolgheri e della Sicilia come le etichette dell’Etna, e dei brand più famosi. E se con l’arrivo dell’estate ad essere prediletti saranno ancora una volta le bollicine, a partire anche dal Prosecco, i bianchi come quelli dell’Alto Adige, rossi “più leggeri” come Nebbioli, Pinot Nero e Lagrein, ed i rosè, che sono sempre più amati, come quelli di Abruzzo e Puglia, ora più che mai gli enotecari puntano a valorizzare anche etichette di territori che stanno vivendo una “seconda giovinezza”, come l’Alto Piemonte.
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Iwsr, la resilienza del Prosecco
Nel 2020 che ha visto i consumi di alcolici perdere il 6,2% a livello globale, il calo maggiore, nel segmento vino, riguarda le bollicine, perché nell’anno della pandemia c’è stato ben poco da festeggiare. Alla fine, i consumi crescono, leggermente, solo in Italia, grazie alla straordinaria vivacità dell’estate 2020. Bene anche il Canada, ma meno delle aspettative, e in territorio positivo anche la Russia e gli Stati Uniti. Cali importanti in tutti gli altri Paesi, dal Giappone alla Francia, dalla Spagna alla Germania, fino al Brasile. Il Prosecco, anche in questo contesto, fa meglio sia dello Champagne, crollato nel 2020, che degli altri sparkling, la cui ripresa definitiva arriverà solo nel 2022, crescendo ancora nell’anno del Covid, e tornando a correre nel 2021, seguendo la tendenza globale di un rimbalzo dei consumi globali di vino dell’1,7%.
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Focus
Export, inizia il recupero del vino italiano nel mondo
Non basta il mese di marzo a riportare in attivo la bilancia dell’export del vino italiano, che, nel primo trimestre 2021, chiude a 1,444 miliardi di euro, in calo del 3,9% sullo stesso periodo del 2020, comunque in forte recupero sul mese di febbraio, tanto da essere tornato in linea con il primo trimestre 2019, ultimo riferimento pre Covid, quando le spedizioni raggiunsero 1,435 miliardi di euro, ossia lo 0,7% in più di questo inizio di 2021, come emerge dall’analisi di WineNews sui dati Istat aggiornati a marzo 2021. Tutti in calo i mercati principali, con l’eccezione di Svizzera, Russia e Cina, in decisa e costante controtendenza. Passando ai mercati principali, perde qualcosa la Germania, passata dai 269 milioni di euro del primo trimestre 2020 ai 262 milioni di euro del 2021, ossia il -2,7%, in grossa crescita (+14,4%) sul 2019. Ancora dolenti note dal Regno Unito, che si ferma a 113 milioni di euro, in calo del 19,9% sul 2020, e addirittura del 32,7% sullo stesso periodo del 2019, ma in ripresa rispetto a febbraio. Le importazioni dagli Stati Uniti hanno raggiunto i 357,4 milioni di euro, segnando un calo del 12,1%, decisamente più contenuto nel confronto con il 2019 (-2,7%). In crescita sul 2020 Svizzera (+10,5%, 85,8 milioni di euro), Russia (+17,1%, 25,4 milioni di euro) e Cina (+66,7%, 28 milioni di euro).
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Cronaca
I vini in lattina di Coppola in Italia
Osteggiato dai puristi, guardato con interesse dai più giovani, il vino in lattina non è più una novità da tanti anni, e in Usa è da tempo una nicchia interessante. Tra i pionieri del settore, anche Coppola Winery, la cantina californiana del regista italo americano, che già nel 2004 aveva lanciato la sua prima versione. Oggi, la gamma top di Coppola Winery in lattina, la “Diamond Collection”, arriva anche in Italia, mercato quasi vergine, importata e distribuita da Meregalli, partner storico della griffe della Sonoma Valley.
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Wine & Food
Sostenibilità, neverending, bleisure & wellbeing, i trend del turismo enogastronomico
Il turismo enogastronomico di consumo appartiene al passato. A spingere al viaggio sono soprattutto il paesaggio e l’identità culturale dei luoghi, ed i valori delle aziende, dal legame con il territorio all’adozione di pratiche sostenibili, come la mobilità green, accanto al coinvolgimento del turista nelle attività quotidiane. Che vuol dire anche neverending, con il viaggio che non si esaurisce con il viaggio: ci sono un prima e un dopo, ovvero la preparazione, l’accompagnamento e il ricordo dell’esperienza, grazie soprattutto al digitale. Allo stesso modo lo smart working incentiva il rilancio del turismo rurale in chiave bleisure. Sono i nuovi trend che emergono dal Rapporto 2021 di Roberta Garibaldi, secondo il quale, con la pandemia, il benessere è diventato un fattore determinante nella scelta di una destinazione all’insegna del wellbeing.
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WineNews.tv
La ristorazione riparte, ma manca il personale. La riflessione del “gastronauta”, Davide Paolini
“Il costo del lavoro è un problema annoso e trasversale. Chi paga spende tanto, chi riscuote incassa poco. Ed i ristoratori fronteggiano un mercato sempre più competitivo. C’è il tema dei sussidi al reddito, ma chi ora preferisce appoggiarsi a questi piuttosto che lavorare, deve tenere presente che prima o poi finiranno. Comunque il banco vero di prova sarà da settembre ottobre in poi, quando tutta questa euforia della ripartenza finirà”.
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