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N. 3.134 - ore 17:00 - Martedì 13 Aprile 2021 - Tiratura: 31.109 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Cresce non solo nei valori, ma anche nei volumi, e nelle etichette che ne fanno parte, il mercato dei fine wine. A raccontarlo, come sempre, il Liv-ex, che ne è punto di riferimento. La quota di Bordeaux si contrae, ma anche per la crescita di brand e annate di altri territori come Borgogna, Champagne, Rodano, Italia (+45% per l’Italy 100) e Stati Uniti. Nel 2020 il numero dei marchi scambiati sul Liv-ex è cresciuto del 70% sul 2019, a 1.420. E in marzo 2021 la piattaforma ha toccato il suo massimo, in 21 anni di attività, di vini scambiati in un solo mese: 1.250 marchi diversi, di cui 130 nuovi arrivi sul mercato secondario. |
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Non più ristori, che non hanno funzionato, che quando sono arrivati hanno coperto poco o nulla delle perdite, e che non basteranno mai a ripianare le perdite: quasi 35 miliardi di euro di fatturato sugli 86 del 2019, e altri 10 miliardi di euro nel primo trimestre 2021. Ma una data certa, per ripartire a lavorare, in sicurezza. Rispetto per un settore che è economia, cultura e socialità. Dignità di trattamento per attività fermate per decreto da più di un anno, vittime di normative comunicate spesso a poche ore dalla loro entrata in vigore, nonostante l’applicazione, da subito, dei protocolli di sicurezza, e discriminate rispetto ad altre che, invece, per fortuna loro, in qualche modo lavorano. E poter tornare a lavorare, con gradualità ma con delle certezze, e con la necessaria programmazione di un mondo, quello di ristoranti, bar e pubblici esercizi, che fa grande e bella l’Italia nel mondo, che è attrattore di turismo, che è lavoro, economia, e spesso il sogno di una vita. È questa la richiesta espressa ancora una volta, a gran voce, da Fipe/Confcommercio, in assemblea in Piazza San Silvestro a Roma e collegata in streaming con le piazze di tutta Italia. E con tanti grandi chef, perchè se è mancato l’intervento di Massimo Bottura, prima annunciato e poi saltato, sono arrivati i contributi ed i saluti di nomi come Chicco Cerea, Raffaele Alajmo, Claudio Sadler, Ciccio Sultano, Giancarlo Morelli, Cristina Bowerman, Moreno Cedroni, e anche del mondo della produzione di vino, rappresentata da uno dei grandi nomi italiani d’Italia, Maurizio Zanella, fondatore di Ca’ del Bosco. Una manifestazione ordinata, civile, lontana dalle scene e dagli scontri dei giorni passati. Ma non per questo meno disperata guardando all’oggi, e non meno determinata guardando al domani, pur a fronte di una situazione economicamente drammatica (con incassi a zero e spese per costi fissi, affitti e non solo che non si sono mai fermati), complessa per i ritardi enormi nella campagna vaccinale, senza certezze (il decreto che potrebbe fissare almeno una road map per le aperture, secondo le indiscrezioni di stampa, arriverà intorno al 26 aprile), e ancora in attesa di quel “cambio di passo” che non si ancora verificato con il cambio di Governo. Per un settore che ora “chiede futuro” (gli interventi nell’approfondimento). |
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In Italia, sotto i colpi della pandemia, insieme a tutti gli altri indicatori dell’economia e dell’occupazione, è crollato, come è ovvio che sia, anche un parametro importantissimo per ogni tipi di attività. Ovvero il valore aggiunto, diminuito del -11,1% nell’industria italiana in senso stretto, del -8,1% nei servizi, del -6,3% nelle costruzioni e del -6% nell’agricoltura. Le cadute più marcate si sono registrate in alcuni comparti dei servizi, come commercio, trasporti, alberghi e ristorazione (-16%). Gli alimentari, soprattutto grazie alle esportazioni (che nel complesso hanno toccato il record di 46,1 miliardi di euro) ed il farmaceutico sono stati gli unici settori a registrare incrementi di valore aggiunto (+2% e +3,5% rispettivamente). È il quadro che emerge dal “Rapporto sulla competitività dei settori produttivi edizione 2021”.
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Tra i grandi territori del vino di Francia, Bordeaux, il più noto nel mondo, è anche quello più complesso. Gigantesco, con i suoi 120.000 ettari vitati, sulla Gironda insistono sia le eccellenze dei Grand Cru, sia i grandi gruppi vinicoli da milioni di bottiglie. Una eterogeneità che si traduce anche in una gestione ben diversa del vigneto. Tanto che, per quanto sia comunque territorio di grandi eccellenze, Bordeaux negli ultimi anni è finita più e più volte nel mirino degli ambientalisti e degli amministratori locali per gli alti livelli di residui chimici riscontrati nell’aria e nella terra, lascito di un uso massiccio di fitofarmaci. Insomma, la rivoluzione green (che è realtà in tanti territori del mondo, Italia in testa, ndr), qui non sembra attecchire: solo l’11% delle superfici vitate sono in regime biologico (contro una media nazionale del 14%). Quadro destinato, però, a cambiare radicalmente: come racconta al portale francese “Vitisphere” Patrick Vasseur, vicepresidente della Camera dell’Agricoltura della Gironda, “si parla di 300 conversioni al biologico quest’anno”. Una buona notizia, specie dopo un anno difficile come il 2020, chiuso con un giro di affari di 3,5 miliardi di euro (-12% sul 2019). |
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Ormai quasi non passa giorno senza la notizia che qualche star del mondo dello sport, della musica o dello spettacolo non si dia al vino. Questa volta, agli onori della cronaca balza, o per meglio dire torna, la cantante Kylie Minogue, che alla sua linea di vini (dopo un rosè di Provenza, un Cava, un Sauvignon Blanc che arriva dalla Côtes de Gascogne e un Merlot Pays d’Oc) ora aggiunge il Prosecco Doc, in versione rosè, prodotto da un nome di primo piano del vino italiano come Zonin, come si legge sul sito della linea dei vini della pop star australiana. |
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La voglia di superare il lockdown, l’amore per il vino e per la natura, la volontà di mettere in pratica la teoria appresa a scuola, la sinergia virtuosa tra istituzioni e cittadini. C’è tutto questo nella storia di quattro studenti di 16 anni dell’Istituto “Antonio Zanelli” di Reggio Emilia, indirizzo tecnico agrario, Luca Aravecchia, Paolo Canelli, Alessandro Parenti e Simone Santini, che hanno trovato una vigna abbandonata, 6.000 metri quadrati nel Podere “La Riserva”, chiesta in concessione (ottenuta, per 3 anni) al Comune di Casalgrande, proprietario del terreno. L’obiettivo è di bonificare il terreno, mettere in sicurezza le terrazze e riavviare la produzione delle viti, col sogno di fare un vino tutto loro. Con il sostegno di un loro insegnante, il professor Giovanni Notari, dell’agronomo Alessandro Bertani e del presidente della cantina Emilia Wine, Davide Frascari.
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A WineNews il presidente del Consorzio, “terza anima” della galassia Prosecco, Ugo Zamperoni. “Siamo piccoli se paragonati al Conegliano Valdobbiadene Docg e al Prosecco Doc, ma siamo la quarta denominazione spumantistica d’Italia, una realtà da quasi 20 milioni di bottiglie, e di grande identità. Il territorio è in salute, siamo cresciuti e stiamo crescendo nonostante la pandemia. In futuro servirà sempre più professionalità e preparazione in vigna”. |
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