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WineNews
N. 4.368 - ore 17:00 - Lunedì 15 Dicembre 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Un premio per la musica ed il vino
Un premio dedicato ad artisti che hanno dato contributi eccezionali a musica e vino: il “Beethoven Friendship Award”, edizione n.1, va al compositore cino-americano Tan Dun. Riceverà il “calice dell’amicizia” - replica di quello ideato da Ludwig van Beethoven - e un mobile con 12 magnum. Il premio è sostenuto dal designer Michele De Lucchi e da 11 prestigiose cantine europee. Due le italiane - Gaja e Tenuta San Guido - con Domaine Paul Jaboulet, Aîne, Klaus Peter Keller, Château Lascombes, Domaine Jacques-Frédéric Mugnier, Erwin Sabathi, Schloss Gobelsburg, Château Smith Haut Lafitte, Weingüter Wegeler, Vega Sicilia e Château D’Yquem.
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Primo Piano
Vini di piccoli produttori, sostenibili, crescita dell’Est Europa e non solo: i “wine trend” 2026
Di questi tempi sbilanciarsi in previsioni sul futuro è esercizio più che mai di stile, e capire come sarà il 2026, per il settore, è quanto meno un’impresa ardita. Eppure, con la fine dell’anno ormai prossima, è anche tempo di speranze, buoni propositi e visioni sull’anno che verrà. Che per il vino, ed in particolare in Ue, potrebbe essere l’anno della riscossa della Francia, sui mercati, ma anche dell’affermazione delle produzioni enoiche dell’Est Europa, con i consumatori che saranno particolarmente attenti ai vini dei piccoli produttori e delle cantine “a conduzione familiare”, con uno sguardo sempre più attento a tutto quello che è sostenibilità, e al biologico, anche grazie ad etichette sempre più interattive che consentono di avere sempre più informazioni accessibili con semplicità, grazie alla tecnologia. Almeno così sarà secondo le previsioni della campagna di comunicazione dell’Unione Europea “More Than Only Food and Drink”, pensata per mostrare le qualità dei prodotti alimentari e delle bevande dell’Ue, soprattutto in Uk (tra i principali mercati mondiali del vino, storicamente trend setter, e terzo mercato in valore per il vino italiano, con oltre 506 milioni di euro nei primi 9 mesi 2025, secondo i dati Istat, ndr). “Guardando al 2026, i consumatori stanno diventando sempre più curiosi nelle loro scelte di vino e sono aperti a nuove etichette, nuove regioni e, in una certa misura, a nuovi profili aromatici. Tutti i settori del commercio stanno abbracciando le regioni emergenti dell’Ue e questo stimolerà la crescita. Ciò permetterà ai consumatori di accedere a vini, stili e persino antiche tecniche di vinificazione finora poco conosciute. Molti di questi sono tutelati dal controllo dei regimi di qualità Ue, Dop, Igp e bio, che garantiscono qualità e coerenza”, commenta Neil McAndrew, consulente enologico e advisor della campagna. Ovviamente, sullo sfondo resta la sempre maggiore attenzione al salutismo e al bere consapevole, che “ha portato al lancio di numerosi vini a basso o nullo contenuto alcolico negli ultimi 12 mesi, la maggior parte dei quali prodotti all’interno dell’Ue. Con molti nuovi prodotti che entrano sul mercato e con l’innovazione nelle tecniche produttive che porta a miglioramenti qualitativi, la categoria dei vini low e no-alcohol è sicuramente da tenere d’occhio nel prossimo anno”.
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Vino, accordi di filiera contro la crisi
Di fronte alla pressione della distribuzione e al calo dei consumi di vino, c’è chi intraprende azioni per garantire la sostenibilità per i costi di produzione. Succede in Francia, dove l’accordo, stabilito da Inter Rhône, Le Syndicat des Vignerons des Côtes du Rhône e L’Union des Maisons de Vins du Rhône (Umvr), incentrato esclusivamente sui vini rossi (sfusi, ndr) delle denominazioni Côtes du Rhône e Côtes du Rhône Villages (senza denominazione geografica), mira a definire i prezzi per la prossima stagione vitivinicola, per i vini bio e sostenibili, dopo aver condotto analisi approfondite sui costi di produzione, realtà di mercato e margini di sostenibilità economica. “In un contesto di profonda crisi del settore vitivinicolo, il settore dei vini rossi Côtes du Rhône e Côtes du Rhône Villages compie un passo decisivo”, spiega una nota.
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Focus
Se il vino vale il viaggio: “Cantine d’Italia” 2026 by Go Wine
Ci sono 17 Musei del Vino nei territori d’elezione del Belpaese - Bersano, Castello di Razzano e Luca Ferraris (Piemonte), Ricci Curbastro (Lombardia), Cà Rugate e Fratelli Zeni (Veneto), La Tosa (Emilia Romagna), Dianella e Fattoria dei Barbi (Toscana), Lungarotti (Umbria), D’Ambra e Mastroberardino (Campania), Leone de Castris e Produttori di Manduria (Puglia), Librandi e Iuzzolini (Calabria), Quartomoro (Sardegna) - ma anche 9 Premi speciali, attribuiti alle cantine che hanno raggiunto particolari livelli di eccellenza in determinati ambiti: Masseria Celentano (San Severo, Puglia), Tenuta San Michele e Palazzo Scammacca Murgo (Santa Venerina, Sicilia), Cantina Tramin (Termeno, Alto Adige), Paolo e Noemia D’Amico (Castiglione in Teverina, Lazio), Le Piane (Boca, Piemonte), La Sabbiona (Faenza, Emilia Romagna), Masi (Sant’Ambrogio di Valpolicella, Veneto), Cantine Belisario (Matelica, Marche) Quartomoro (Marrubiu, Sardegna). Ecco le scelte della guida “Cantine d’Italia” 2026 by Go Wine, che presenta 911 cantine, 270 “Impronte d’eccellenza” per l’enoturismo, oltre 5.180 vini segnalati e 1.650 indirizzi utili per mangiare e dormire. La guida indaga anche il costo della visita in cantina: sale del 7% la visita base, e solo per il 3,8% la visita rimane gratuita; per il 27% delle cantine il costo minimo è fissato a 23 euro.
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Cronaca
Kabir Bedi firma il “Prosecco di Sandokan”
È Sandokan, con l’attore indiano Kabir Bedi che ne è il volto storico, a firmare “Action!”, la Magnum di Prosecco by Viticoltori Ponte1948 e Care To Action, di cui Bedi è Global Ambassador, ong che sostiene infanzia, donne e comunità vulnerabili in India. Il 20% dei ricavi andrà ad oltre 1.300 bambini con il programma “Edu-Care”, garantendo loro un’istruzione: “sono felice di contribuire all’iniziativa - commenta Bedi - frutto del valore professionale e umano di Viticoltori Ponte e del prezioso impegno di Care To Action”.
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Wine & Food
TasteAtlas: la città dove si mangia meglio al mondo? Napoli, seguita da Milano e Bologna
La pizza margherita, gli gnocchi alla sorrentina, la sfogliatella, gli spaghetti alle vongole e le zeppole. Sono alcuni dei “piatti simbolo” di Napoli, città recentemente incoronata come quella dove si mangia meglio al mondo nel 2025 da TasteAtlas, l’atlante alimentare mondiale che ogni anno cura classifiche sul mondo culinario. E, come nel 2024, le prime 4 città della “100 Best Food Cities in the World” 2025, sono tutte italiane e confermano i loro posizionamenti: Napoli prima, Milano seconda (forte dei suoi risotto, cotoletta e ossobuco alla milanese), Bologna terza (con tagliatelle al ragù, tortellini in brodo e lasagne) e Firenze quarta (merito della bistecca alla fiorentina, della ribollita e delle pappardelle al cinghiale). In top 10 anche Genova (n. 6) e Roma (n. 9). In totale sono 21 le città italiane in classifica.
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Castello del Terriccio
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Masottina
WineNews.tv
La vendemmia 2025, dal Nord al Sud d’Italia, è stata “ottima”, secondo i giudizi dei vignerons
La vendemmia 2025 in Italia è stata “ottima”, secondo i giudizi della cantine-simbolo di territori dei quali raccontano l’identità con i loro vini, raccolti da WineNews: da Monte Rossa dalla Franciacorta a Ferrari e Maso Martis dal Trentodoc, da Cantine Lunae dalla Liguria a Velenosi dalle Marche, da Donnafugata dalla Sicilia a La Viarte dai Colli Orientali del Friuli, da Marisa Cuomo e Quintodecimo dalla Campania ad Argiolas dalla Sardegna, da Arnaldo Caprai dall’Umbria a San Salvatore 1988 dal Cilento, da Franco Adami dal Prosecco Docg a Oniwines il cui sguardo abbraccia più vigneti.
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