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WineNews
N. 2.518 - ore 17:00 - Giovedì 25 Ottobre 2018 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Berlucchi, Nino Franco e Aldeno al top
Il miglior spumante italiano, oggi, viene dalla Franciacorta. Almeno per la Champagne & Sparkling Wine World Championships 2018 fondata da Tom Stevenson, e considerata la competizione più importante nel mondo degli sparkling: il Guido Berlucchi ’61 Nature 2011, in formato Magnum, ha conquistato il titolo di Best Italian Sparkling Wine e di Best Franciacorta. Ma a festeggiare, per l’Italia, sono anche la cantina Nino Franco, Best Prosecco con il suo Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Vigneto della Riva di San Floriano 2017, mentre l’Altinum Brut 2014 della Cantina di Aldeno, in formato Magnum, è il Best Trentodoc.
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Primo Piano
Vinitaly nel mondo, Vinexpo tra Francia, Usa e Asia, Prowein fra Germania e Oriente
In un mercato del vino senza più confini, anche lo scacchiere fieristico della promozione enoica mondiale si fa sempre più complesso, con i tre grandi player, Vinitaly, Prowein e Vinexpo, che arricchiscono la loro offerta, mentre nuove realtà si affacciano sullo scenario. A partire da “Wine Paris”, prima grande novità in arrivo, evento che sarà di scena nella capitale francese dall'11 al 13 Febbraio 2019, che nasce dall’unione di Vinisud e Vinovision Paris. Ma Parigi si candida sempre di più ad essere riferimento mondiale della promozione del vino, e nel 2020, vedrà la prima edizione di Vinexpo Parigi, dal 13 al 15 gennaio, con il salone di Bordeaux che ha scelto di puntare sulle “capitali del mondo”. Oltre a Vinexpo Bordeaux, che sarà di scena dal 13 al 16 maggio 2019, il 4-5 marzo 2019, ci sarà l’edizione n. 2 di Vinexpo New York, mentre, nel 2020, sarà la volta anche di Vinexpo Hong Kong e Vinexpo Tokyo. I tedeschi di Prowein, invece, oltre alla “fiera di casa”, a Dusseldorf, nel 2019 dal 17 al 19 marzo, puntano decisamente sull’Asia, con ProWine Cina, a Shangai, dal 13 al 15 novembre 2018, per tornare poi ad Hong Kong, dal 7 al 10 maggio 2019, per ProWine Asia che, invece, nel 2020, sarà di scena a Singapore. Più articolata e capillare, invece, la strategia di Vinitaly, il player n. 1 della promozione del vino italiano nel mondo, che ha da poco concluso la sua prima esperienza nell’organizzazione di “Wine South America”, in Brasile. Nel fitto calendario internazionale di Vinitaly (che vedrà il suo appuntamento principe di scena come sempre a Verona, dal 7 al 10 aprile 2019, edizione n. 53), ci sono Honk Kong, Cina, Canada ed Usa. Partendo, nei prossimi giorni, con Vinitaly Hong Kong - International Wine & Spirits Fair (8-10 novembre), mentre, dal 5 all’8 ottobre, Ottawa, Halifax e St. John saranno le sedi canadesi degli Executive Wine Seminars. La Russia chiuderà il 2018, con Vinitaly impegnato a Mosca (19 novembre) e San Pietroburgo (20 novembre), mentre il 2019 ripartirà con il “Winter Fancy Food” di San Francisco, in California, dal 13 al 15 gennaio, e con Vinitaly China, a Chengdu, una delle capitali economiche del grande Paese asiatico, dal 17 al 20 marzo.
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2019: Opera Wine “revolution”
Potrebbe chiamarsi “Opera Revolution”, l’edizione 2019 di “Opera Wine”, la prestigiosa degustazione che, ormai da 4 anni, è una sorta di anteprima di Vinitaly (sarà di scena il 6 aprile 2019, a Verona), con le migliori 100 cantine italiane selezionate dalla prestigiosa ed influente rivista Usa “Wine Spectator”. La nuova lista sarà presentata da Alison Napjus, Senior Editor by Wine Spectator, il 26 novembre a “Wine2Wine”, business forum firmato da VeronaFiere e Vinitaly, ma dai rumors che filtrano dalla “Wine Experience” di New York, promossa dal magazine americano, di scena nei giorni scorsi, e che ha visto protagoniste oltre 50 grandi firme del vino italiano, sembra che sia in arrivo un buon “turnover” tra le realtà selezionate, anche tra le rappresentanti dei territori più importanti del vino italiano.
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Focus
Agricoltura italiana e stranieri, un legame sempre più forte
Che l’agricoltura italiana, il made in Italy alimentare, il vino, ed i loro successi nel mondo, siano fortemente dipendenti anche dal lavoro degli stranieri, nel Belpaese, è cosa nota, assodata e riconosciuta. E oggi questo legame, che mescola lavoro ed integrazione nei campi, nelle vigne e nelle stalle italiane, è forte come non mai: sono oltre 346.000 gli stranieri occupati regolarmente in agricoltura, provenienti da 155 Paesi diversi, che rappresentano il 26,2% del lavoro necessario nelle campagne italiane. Emerge dal Dossier Statistico Immigrazione 2018 Idos (a cui ha collaborato la Coldiretti). La provenienza più rappresentata è quella della Romania, con 110.154 persone, seguita da Marocco, Albania, Bulgaria, Tunisia e Slovacchia. Con la metà dei lavoratori stranieri in agricoltura (48,1%) concentrata in 15 Province (Foggia, Bolzano, Verona, Latina, Cuneo, Ragusa, Salerno, Ravenna, Cosenza, Trento, Ferrara, Forlì-Cesena, Bari, Matera e Reggio Calabria). E, che sia per attitudine o per concentrazione geografica, ci sono delle vere e proprie specializzazioni dove la manodopera straniera incide in maniera più significativa, dalla raccolta delle fragole nel veronese alla preparazione delle barbatelle in Friuli, dalle mele in Trentino alla frutta in Emilia Romagna, dall’uva in Piemonte agli allevamenti da latte in Lombardia.
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Cronaca
La pasta italiana ed il suo futuro
“La pasta è destinata a essere prodotta sempre di più all’estero e noi italiani dovremmo continuare a indicare la via, a fare da bussola al mondo”: a lanciare il messaggio, nel World Pasta Day a Dubai, è Riccardo Felicetti, alla guida del Pastificio Felicetti, e presidente del Gruppo Pasta di Aidepi. D’altronde, oggi, ricorda l’Associazione, 1 piatto di pasta su 4 nel mondo è made in Italy, ma le cose cambieranno. E la scelta di Dubai, come “palco primario” dei festeggiamenti, non è casuale: la metropoli degli Emirati Arabi è un ponte tra Europa e Medioriente. 
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Wine & Food
Made in Italy agroalimentare, l’Italia cresce in Francia, secondo mercato del Belpaese
Competitor sui mercati del mondo, soprattutto se si parla di cibo e vino, ma sempre più legate, tra loro, da un fitto interscambio commerciale enogastronomico. Con l’Italia che, in Francia, vede crescere il suo giro d’affari. A dirlo i dati diffusi da Ice e Cibus al Sial, il Salone dell’Alimentazione, di scena a Parigi dal 21 al 25 ottobre. Il Paese transalpino, per l’Italia dell’agroalimentare, è il secondo mercato mondiale (dietro alla Germania), che nel 2017 ha fruttato 3,3 miliardi di euro alle aziende del Belpaese, e nei primi 6 mesi del 2018 si è registrata una ulteriore crescita, nell’ordine del 4,7%. E se nei primi 5 mesi dell’anno, secondo i dati di Eurostat, l’Italia ha spedito in Francia vino per 85,5 milioni di dollari (con una crescita del 27% sul 2017, ndr), per latte e formaggi, ricorda Assolate, quello francese è il primo mercato straniero, con un valore di mezzo miliardo di euro.
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WineNews.tv
Biodiversità del cibo, grande ricchezza dell’Italia, che però, spesso, non diventa valore
A WineNews Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food: “non cerchiamo di fare cultura, ma serve l’impegno dei consumatori, oltre che dei produttori, che stiamo caricando di grandi responsabilità, ma è indispensabile. Il mondo cambierà, si consumerà molta meno carne, per esempio, e vincerà chi avrà una storia vera da raccontare, se saprà raccontarla. La Gdo l’ha capito da tempo, ora devono muoversi i produttori. Il rispetto dell’ambiente, ormai, più che un valore è un prerequisito”.
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