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WineNews
N. 2.809 - ore 17:00 - Venerdì 3 Gennaio 2010 - Tiratura: 31.110 enonauti,
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La News
Vitalie, una madame alla guida di Taittinger
Con l’arrivo del 2020 c’è già una prima importante novità negli assetti di una delle griffe enoiche più conosciute al mondo: diventa ufficiale il cambio generazionale alla guida di Taittinger, Maison di riferimento dello Champagne (distribuita in Italia dal Gruppo Illy, ndr): Pierre-Emmanuel Taittinger, che nel 2006 ricomprò la maison - con i suoi 288 ettari e le sue cave in gesso Patrimonio Unesco - venduta appena un anno prima agli americani di Starwood Capital, per 850 milioni di dollari, lascia le redini dell’azienda alla figlia Vitalie Taittinger, quarant’anni, da 12 in azienda, con il fratello Clovis Taittinger promosso al ruolo di direttore generale.
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Primo Piano
Dal Prosecco rosé al calo del mercato dei fine wine: i trend per il 2020 by “Decanter”
Il 2020 è iniziato, ma c’è ancora tempo per lanciarsi in previsioni e profezie in salsa enoica, cercando di immaginare le novità, le possibilità, ed anche le difficoltà dei prossimi 12 mesi. A partire, nei trend individuati dal magazine britannico “Decanter”, dal Prosecco rosé, incontro ideale di due tendenze di lungo corso e di lunga crescita, quella delle bollicine e quella dei vini rosé, con le prime bottiglie di Glera e Pinot Nero, dopo la modifica del disciplinare di produzione del Prosecco votata qualche mese fa, che saranno sul mercato entro fine anno. E se per i rosati il 2020 sarà un altro anno di crescita, le possibili sorprese potrebbero arrivare dai vini italiani prodotti da appassimento, che negli ultimi due anni hanno rosicchiato quote importanti ai Malbec argentini, dai vini austriaci, come il Grüner Veltliner ed il Blaufränkisch, e dai vini certificati “vegan”. Anche i vini naturali continueranno a ritagliarsi spazio, restando comunque una nicchia, ma molto ben posizionata nelle carte dei vini, anche grazie ad un’esposizione mediatica che li ha visti spesso al centro del dibattito. Difficile, al contrario, farsi troppe illusioni sul mercato dei fine wines, perché dopo un decennio caratterizzato dal calo di rilevanza di Bordeaux, non sarebbe inatteso un calo del giro d’affari, nell’ordine del -1% al mese, almeno stando ai rumors che arrivano dai fondi di investimento britannici. Anche perché, la situazione geopolitica, come stiamo raccontando da mesi, non è certo delle migliori per il mondo del vino. Restando in Europa, dopo la Brexit la Gran Bretagna dovrà ridiscutere i propri accordi commerciali con i Paesi dell’Unione Europea, ed il risultato, ad oggi, è imprevedibile. Situazione potenzialmente peggiore quella che rischia di palesarsi Oltreoceano, dove Trump minaccia dazi del 100% su tutto il vino europeo, senza alcuna distinzione: gennaio sarà il crocevia, nella speranza che, nell’anno delle elezioni presidenziali, la cautela abbia la meglio sul pugno di ferro. Infine, il climate change, tutt’altro che una novità, con il mondo del vino che nel 2019 ha puntato forte sulla ricerca per non farsi trovare impreparato, una strada da percorrere con la stessa identica convinzione anche nel 2020.
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Dazi Usa, il silenzio del Belpaese
La minaccia di nuovi dazi Usa sul vino europeo, senza alcuna distinzione, con tariffe del 100%, ha scalato in breve tempo la classifica delle priorità, diventando argomento centrale nel dibattito interno al mondo del vino, almeno Oltreoceano, dove il fronte è caldissimo e la petizione per chiedere al presidente Trump di fare un passo indietro è stata firmata, sostenuta e rilanciata dai maggiori player del mercato enoico. Ma a tremare sono, o dovrebbero essere, soprattutto i produttori europei, in primis quelli italiani, eppure, a quasi un mese dal primo articolo firmato WineNews che metteva in guardia sul pericolo in arrivo da Oltreoceano, tutto o quasi tace: che sia sottovalutazione del rischio o che sia mancanza di strumenti di pressione efficaci, da associazioni di categoria e media, per ora, regna il silenzio.
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Focus
Coop, nel 2020 cresce la spesa alimentare nel carrello
Clima, ambiente e sostenibilità: ecco le tre parole che per gli italiani caratterizzeranno il 2020 secondo il sondaggio di fine anno Coop-Nomisma e le previsioni 2020 del “Rapporto Coop”, che influenzeranno, ovviamente, acquisti e consumi, anche a tavola, dove il cibo è uno degli ambiti in cui gli italiani intendono destinare maggiori risorse, facendo scelte che penalizzano il junk food e per la prima volta anche i piatti pronti. Specie nel Meridione, dove la spesa alimentare crescerà per il 38% dei consumatori, con prodotti bio, integrali e superfood sugli scudi, specie tra gli under 35. Più in generale, nelle scelte di consumo alimentare degli italiani per il 2020, si afferma un nuovo connubio tra la continua attenzione ad una alimentazione salutare e di qualità e un nuovo ritorno alla tradizione (sono questi i prodotti a cui pensano di destinare maggiori risorse il 30% degli italiani). Sia in casa che nei consumi outdoor la maggioranza degli italiani immagina di lasciarsi guidare dalla tradizione e dalla naturalità facendo scelte che penalizzano il junk food (la spesa nei fast food scenderà secondo il 22% degli italiani), la carne rossa e per la prima volta anche i piatti pronti (in calo entrambi secondo il 20% degli italiani).
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Cronaca
Bolgheri, il “ritorno” dei Fratini
10 ettari vitati, perlopiù a Cabernet Sauvignon, l’enologo degli Chateaux di Bordeaux, Eric Boissenot, ed il distributore delle griffe, Meregalli: nel panorama di Bolgheri, il territorio del vino più performante dell’ultimo periodo, c’è una novità, anzi un ritorno. I fratelli Corrado e Marcello Fratini, che nel 1999 fondarono Tenuta Argentiera, venduta nel 2016 all’imprenditore austriaco Stanislaus Turnauer, ci “riprovano”, con Tenute Hortense, poche bottiglie (5-6.000 di Bolgheri Superiore) e alta qualità.
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Wine & Food
Vinexpo Paris e Wine Paris: Parigi si prepara al debutto nello scacchiere delle fiere del vino
Parigi si prepara al debutto nello scacchiere delle fiere del vino: dal 10 e 12 febbraio di scena, in contemporanea ed in sinergia, Vinexpo Paris e Wine Paris, al Paris Expo Porte de Versailles. Con produttori ed operatori attesi da ogni parte del mondo, ma pochissima Italia: di rilevante il Consorzio del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, Italia del Vino Consorzio, Consorzio del Chianti Classico, Farnese Group, Italian Signature Wines Academy, Leonardo Da Vinci Spa, Cantina Settesoli, Santero, Tenute Piccini. E poi, ovviamente, Francia, Austria, Georgia, Grecia, Sudafrica, Spagna, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Portogallo, Romania, Regno Unito, Svizzera, Turchia, in una fiera dal carattere commerciale, tra masterclass, spazi dedicati al vino bio, con “Wow - World of Organic Wines” e non solo.
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WineNews.tv
Alla scoperta del Ningxia, il territorio più vocato della viticoltura cinese
La Cina è il quinto produttore di uva da vino al mondo, ma il consumo interno è ancora inferiore ai due litri pro capite annui. Cresce invece il numero delle aziende, così come la ricerca su terroir e vitigni, alla ricerca di uno stile e di una strada cinese al vino, che parte, inevitabilmente, dal suo territorio più vocato, il Ningxia, ai confini con la Mongolia, dove WineNews ha incontrato il professor Li Demei, i produttori Zhang Li (Qingxue Vineyard), Zhang Yanzhi (Xige Estate) e Wang Fang (Kanaan Winey), l’enologo Loris Tartaglia e Josh Gu (Prowine Asia).
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