Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui
|
N. 2.936 - ore 17:00 - Lunedì 6 Luglio 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
|
|
|
|
|
|
Da obiettivo di mercato a riferimento sulla mappa del vino mondiale: la Cina scopre la propria vocazione vitivinicola, ed è pronta a svelarla al mondo. Ma non c’è da preoccuparsi, perché una solida cultura del vino è fondamentale affinché i consumi escano dalla nicchia ed abbraccino un bacino di utenza sempre più grande. Condizione senza la quale il mercato cinese difficilmente beneficerà di grandi cambiamenti. Inoltre, avere nella viticoltura un asset economico significa ricevere sempre maggiori attenzioni dal Governo, come racconta il costante interessamento alle vicende di Ningxia, il territorio di riferimento della Cina enoica, del Presidente Xi Jinping. |
|
|
|
|
Il tonfo dei consumi, evidente, nel 2020, a causa della pandemia, poi un rimbalzo importante nel 2021, e pochi cambiamento fino al 2024, quando le quantità di vino consumate nel mondo saranno sostanzialmente identiche ai livelli del 2019. Mentre l’industria del vino mondiale dovrà fare i conti con le tante sfide che non sono ovviamente scomparse con l’emergenza Covid, dalla guerra dei dazi tra Usa ed Asia, che coinvolge anche l’Europa, alla gestione della Brexit, da un un punto di vista geopolitico, passando per l’adattamento della viticoltura e dell’enologia al cambiamento climatico. In una fase in cui è difficilissimo sbilanciarsi in qualsivoglia tipo di previsione. Ecco lo scenario mondiale disegnato dallo studio dell’International Wine & Spirits Research (Iwsr) per Vinexpo, presentato nei giorni scorsi in un webinar, che “è solo il primo di una serie di appuntamenti digitali che metteremo in capo al servizio del settore per affrontare il futuro”, ha detto il Ceo di Vinexpo Rodolphe Lameyse (che ha rinnovato l’appuntamento con Vinexpo Wine Paris, nel 2021, dal 15 al 17 febbraio, a Parigi). A snocciolare i numeri dell’Iwsr è stato il Ceo, Mark Meek, che raccontano come il 2020 sarà uno spartiacque: se il calo dei consumi di vino è previsto nell’ordine di un -13,6% in volume a livello globale (-15% per gli spumanti), nel 2021 si ipotizza un rimbalzo importante, con la parità che arriverà però solo nel 2024. E non sarà un recupero pieno, perché, se i dati tra il 2014 ed il 2019 raccontano di una crescita aggregata dei consumi di vino del +0,2% nel mondo, da ora al 2024, nel complesso, è prevista una diminuzione dello 0,9%. Un trend globale, secondo l’Iwsr, con poche differenze, a livello numerico tra Europa, Nord America, e Asia, dove si prevede nel complesso un leggero calo delle quantità consumate, mentre la crescita di qualche decimale, pur partendo da valori assoluti bassi, è attesa in Sudamerica e Africa. Ancora, a livello globale, crescerà di molto l’e-commerce, che se in in molti Paesi, dall’Italia agli Usa, ha visto un’accelerazione fortissima nei mesi del lockdown, guadagnerà ancora quote di mercato, soprattutto in Cina, dove già il 30% delle vendite di vino e alcolici passa dal web, dove, nel 2024, gireranno globalmente oltre 45 miliardi di dollari. |
|
|
|
|
Archiviato l’en primeur 2019, per Bordeaux è il momento dei bilanci, approfonditi dal report di Wine Lister “For better, for worse”. Da cui emerge una chiara disconnessione tra la popolarità di Bordeaux e l’andamento dei prezzi delle etichette dei suoi Châteaux. Da maggio 2014 ad oggi i vini bordolesi hanno mostrato l’indice di crescita più lento sul mercato dei fine wines, mentre le etichette del Piemonte si sono dimostrate di gran lunga le più performanti, davanti a quelle di Borgogna, accomunate da una grande attenzione dei media e dalla rarità delle bottiglie più importanti, mentre California e Toscana sono più indietro, ma comunque davanti a Bordeaux. Che, però, nell’immaginario comune resta di gran lunga il territorio del vino più popolare: sei delle prime dieci aziende più cercate su Wine Searcher sono griffe bordolesi. |
|
|
|
|
|
Per il più celebre degli spumanti francesi, nei primi 4 mesi 2020, le vendite si sono dimezzate, e si teme che i dati di maggio e giugno 2020 siano anche peggiori, secondo il Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne, che stima perdite, a fine anno, di 1,7 miliardi di euro. Ecco il peso della crisi, e se da subito si è ipotizzato di bloccare l’ingresso sul mercato di parte della prossima produzione addirittura fino al 2022, il tema centrale è la riduzione delle rese per la vendemmia 2020. Talmente divisivo che ha portato la Fédération des Vignerons Indépendants de Champagne ad uscire dal Syndicat Général des Vignerons, per il disaccordo in materia. Il numero chiave è quello di 9.000 chili di uva per ettaro, sotto i quali, secondo i Vignerons Indépendants, non si può assolutamente scendere per mantenere margini di profitto per i “recoltant manipulant”, ovvero coloro che producono Champagne solo da uve provenienti dai propri vigneti. Un tema cruciale in una filiera articolata come quella dello Champagne, dove la maggior parte delle grandi maison produce vini comprando gran parte delle uve. Un confronto muscolare, dunque, che verosimilmente, nonostante gli appelli all’unità lanciati dal Comitè Champagne, proseguirà fino al 22 luglio, data ultima per fissare le rese. |
|
|
|
|
|
Tre stelle sulla maglia della Juve, a simboleggiare i 35 scudetti ufficiali vinti dalla squadra bianconera, tre stelle Michelin quelle che da anni, dal 2010, premiano il lavoro della Famiglia Cerea e del loro ristorante Da Vittorio, a Bergamo. Due eccellenze dell’Italia nel mondo che ora lavoreranno fianco a fianco, visto che saranno la cucina e l’ospitalità di altissimo livello dei Cerea ad occuparsi dei servizi di ristorazione nello Juventus Premium Club e nel Legends Club dell’Allianz Stadium, casa dei bianconeri. |
|
|
|
|
Nell’estate 2020, per le vacanze come per la scelta del cibo, la parola d’ordine è italianità, anche per le Cesarine, la rete di cuoche e cuochi casalinghi più grande d’Italia, che tornano ad accogliere nelle loro case gli appassionati di cibo italiano, per pranzi di lavoro o lezioni di cucina, in una veste rinnovata. In un momento in cui le persone, con l’arrivo della bella stagione, hanno voglia di uscire a cena, ma allo stesso tempo ancora qualche timore ad andare nei ristoranti, riparte la rete delle Cesarine, che torna adattandosi al contesto post pandemia, ma creando un nuovo mix di offerta in grado di andare incontro a tutte le esigenze, anche a quegli italiani che durante il lockdown hanno riscoperto l’amore per il cibo, oltre al food delivery e al potere dei social network.
|
|
|
|
|
|
“Come Trentodoc non abbiamo ancora dati che ci diano la dimensione del calo delle vendite durante i mesi di lockdown, ma a maggio, pur senza il conforto dei numeri probanti, la ripresa c’è stata. L’emergenza però non credo che inficerà la tendenza di medio e lungo periodo, torneremo a crescere. Al netto, ovviamente dei tanti problemi già precedentemente sul tavolo, dalla minaccia dei dazi Usa alla hard Brexit. La spumantistica di eccellenza si basa sui vitigni internazionali e si esprime nei territori più vocati ...”. |
|
|
|
|