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WineNews
N. 3.331 - ore 17:00 - Giovedì 13 Gennaio 2022 - Tiratura: 31.183 enonauti,
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La News
Ristorazione, conti in profondo rosso
56 miliardi di giro d’affari persi in due anni, 45.000 imprese scomparse, 300.000 posti di lavoro persi: si conferma drammatico il conto presentato dalla pandemia alla ristorazione italiana, che nonostante un parziale recupero nel 2021, fortemente limitato dalla quarta ondata che ha pesato tantissimo nell’ultimo mese dell’anno scorso, periodo importantissimo per i fatturati. A rilanciare l’allarme è la Fipe/Confcommercio, che ha scritto ai Ministeri del Lavoro e del Turismo, affinchè imprese del settore siano comprese nel prossimo decreto di sostegni, nei prossimi giorni all’attenzione del Consiglio dei Ministri.
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Primo Piano
Le aste del vino chiudono un ottimo 2021, con la Borgogna al top e l’Italia in crescita
Il 2021, che ci siamo lasciati alle spalle nel bel mezzo di un nuovo boom di contagi e tanti timori legato alla crescita esponenziale del costo di energia e materie prime (e quindi dell’inflazione), è comunque un anno importante per il vino, italiano e non. Consumi e vendite sono tornati a volare, dopo il crollo del 2020, e il mercato dei fine wines non è mai stato tanto in salute. Lo raccontano i dati del Liv-ex, la più importante piattaforma di trading dedicata al vino, di base a Londra, che ha messo in fila 18 mesi consecutivi di crescita, ma anche i fatturati delle case d’asta, dai giganti internazionali delle vendite all’incanto - Sotheby’s, Christie’s e Hart Davis Hart - alle italiane Pandolfini, Gelardini & Romani, Finarte e Bolaffi. Le aste dei wines & spirits di Sotheby’s, nel 2021, hanno fatturato 131 milioni di dollari, con una crescita del 44% sul 2020: dietro all’Asia - che vale il 51% del giro d’affari - ci sono Usa (26 milioni di dollari), Uk (21 milioni di dollari) e Francia (18 milioni di dollari), e il vino, da solo, ha fatturato 111 milioni di dollari. Tra i player principali, nel mondo delle aste del vino, c’è Hart Davis Hart, che nel 2021 ha portato sotto al martello ben dieci cataloghi, raccogliendo quasi 92 milioni di dollari, con il record del 100% dei lotti venduti. Tantissimi quelli da segnalare, capaci di raggiungere aggiudicazioni importanti, con la Borgogna, e in particolare il “solito” Romanée-Conti, che spicca su tutti con 3 magnum di Romanée-Conti Domaine de la Romanée-Conti 2006 aggiudicate a 191.200 dollari, ma anche centinaia di lotti dedicati ai grandi vini italiani, su tutti il Barolo Riserva Monfortino Giacomo Conterno - con 12 bottiglie della 1999 aggiudicate a 22.705 dollari -, Sassicaia e Masseto. Anche per Christie’s è stato un ottimo 2021, con una raccolta totale che ha sfiorato i 43 milioni di dollari, frutto di 11 vendite all’incanto tra Usa, Londra e Asia. Per la storica casa d’aste britannica, al top i grandi vini di Borgogna, come il lotto da 12 bottiglie di Domaine Leroy Clos de Vougeot 2015, battuto a 104.210 dollari. Sotto il martello di Christie’s, inoltre, sono finiti anche i lotti di “Barolo en primeur”, gara di beneficenza organizzata dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe Dogliani, che ha raccolto 600.000 euro.
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Il 2031 del vino secondo la Ue
Nel 2031, il consumo di vino in Unione Europea dovrebbe attestarsi ad una media di 22 litri pro capite annui, in calo di 0,4 litri (-1,8%) sul 2020, segnando una importante frenata rispetto al crollo registrato nel periodo 2010-2020, quando i consumi hanno segnato un calo annuo del -2,4%, contro il -0,2% annuo previsto per il periodo 2021-2031. Ecco il dato più importante che emerge dallo “Ee Agricultural Outlook - For markets, income and environment 2021-2031”, il report previsionale firmato dalla Direzione Generale per l’Agricoltura e Sviluppo Rurale dell’Unione Europea, basato sulle stime di crescita dell’economia e dei consumi dell’Europa a 27 da qui al 2031, tenendo in considerazione inflazione, costi dell’energia, trend di consumo e serie storiche di vendite ed export dei diversi settori dell’agroalimentare del Vecchio Continente.
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Focus
Sotto il martello delle case d’asta italiane
In Italia, Pandolfini nel 2021, come ricorda Francesco Tanzi, capo dipartimento Vini pregiati e da collezione, ha fatturato “4 milioni di euro, mettendo a segno una crescita del 30% sul 2020”. Sul podio dei top lot, “anche il Quarto di Brenta di Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno, battuta a 23.275 euro”. Termometro importante per misurare lo stato di salute dei fine wine italiani tra collezionisti e wine lovers asiatici, è Gelardini & Romani, che ad Hong Kong gioca ormai “un ruolo di pontieri - dice a WineNews Raimondo Romani - che in questo 2021 si è rivelato centrale. Chiudiamo l’anno in crescita, con un fatturato - generato da un catalogo esclusivamente italiano - che supera il milione e mezzo di euro, e prospettive interessanti, perché sul mercato non c’è mai stato così tanto vino”. Il dipartimento vini di Bolaffi ha raccolto, nel 2021, 1,85 milioni di euro, “con più del 95% dei lotti venduti”, dice Filippo Bolaffi, amministratore delegato Aste Bolaffi. E per Finarte “il 2021 è stato un anno di crescita, con le aggiudicazioni che hanno toccato quota 550.000 euro, grazie ai rialzi di Giacomo Conterno, Bruno Giacosa, Gaja, Sassicaia, Masseto, Ornellaia, Tignanello, Solaia, Biondi-Santi, Case Basse, Romano Dal Forno”, dice Guido Groppi, a capo del Dipartimento Wines & Spirits di Finarte.
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Cronaca
Supercoppa con Caprai e Vissani
Mentre in campo, sull’asse Milano-Torino, si disputava la Supercoppa vinta dall’Inter sulla Juventus, nei calici e nei piatti di San Siro, trionfava l’Umbria. Grazie ai vini della sua cantina di riferimento, Caprai, ma anche alle bollicine della famiglia D’Alema (la cantina è La Madeleine), ed ai piatti del suo chef più celebrato, Gianfranco Vissani, che hanno deliziato il palato, tra gli altri, del Ct della Nazionale Roberto Mancini, e di tifosi “vip” come l’interista Paolo Bonolis, l’imprenditore Antonio Artom, e ancora l’ad dell’Inter, Alessandro Antonello, tra gli altri.
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Wine & Food
Dopo più di un secolo di vita, il Negroni è il cocktail più venduto nei bar del mondo
Aver più di un secolo di vita eppure essere ancora attualissimo, al punto da essere il cocktail più gettonato nei bar di tutto il mondo. Succede al Negroni, storico cocktail nato a Firenze nel 1919, ad opera del conte Camillo Negroni, che, secondo la storia, chiese al barman fiorentino Fosco Scarselli dell’allora locale Casoni (poi Caffè Giacosa) di rendere più forte e diverso il suo Americano. Che, oggi, con la sua classica ricetta “un terzo, un terzo e un terzo” fatta di gin, Campari e Vermut rosso, è il drink più venduto secondo la classifica “The World’s Best-Selling Classic Cocktails 2022” by “The Drinks International”, che ha sondato le opinioni di 100 bar diffusi in tutto il pianeta. Un altro piccolo primato del bere all’italiana, con il Negroni davanti a tutti, sul podio, seguito da altri due grandi classici come l’Old Fashioned ed il Dry Martini.
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Di Dante, Vasari, e la Vernaccia di San Gimignano, regina dei bianchi di Toscana
Vino cantato nella Divina Commedia, ritratto nel “Salone dei Cinquecento”, proiettato nel futuro e più forte della pandemia. Le riflessioni ed i racconti dello storico Franco Cardini e di Carlo Francini (Responsabile Unesco Comune di Firenze), ed il domani, tratteggiato da di Irina Guicciardini Strozzi, presidente del Consorzio della Vernaccia di San Gimignano, che proprio nel 2022 celebra i 50 anni dalla nascita, a tutela dei vini che nascono all’ombra delle torri della “Manhattan del Medioevo”.
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