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N. 4.167 - ore 17:00 - Venerdì 7 Marzo 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Dalla Borgogna alla Langhe, da Bordeaux a Montalcino, alla Val d’Orcia Patrimonio Unesco, le differenze sono tantissime, ma un tratto comune c’è: sono terre di grandi vini. Ed i grandi vini, i fine wines, non possono che essere “vini di luogo”, espressione della simbiosi tra suolo, vitigno e lavoro dell’uomo, così come un concerto è frutto di uno spartito (il suolo) e di strumenti (i vitigni) suonati dal musicista (il produttore): riflessione al centro di “Reincontrare Giulio Gambelli”, by Podere Forte, a Rocca d’Orcia, con tanti grandi produttori d’Italia e di Francia in “simposio” (in approfondimento). | |
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| | Più 130% di bottiglie destinate all’export in 15 anni: è un numero a tre cifre a sancire quanto il Franciacorta sia apprezzato nel mondo. Confrontando i dati del 2011 e del 2024 si passa, infatti, da 1 milione di bottiglie esportate, a 2,3 milioni, il 12% delle vendite complessive (19,1 milioni di bottiglie), ma con il mercato italiano che resta il più importante a volume, con una crescita altrettanto importante: da 10,6 milioni di bottiglie nel 2011 a 16,8 milioni nel 2024. Ma i numeri non bastano per raccontare il successo di questo prestigioso Metodo Classico, un “outsider” del vino italiano e mondiale, che nasce in 19 comuni su 3.393 ettari vitati a Franciacorta Docg. Piuttosto, ed anche, è la storia di qualità del Consorzio Franciacorta, che in questi giorni ha festeggiato ad Erbusco 35 anni, oggi guidato da Silvano Brescianini, con tanti progetti portati a termine e molti in essere nel segno della conoscenza del territorio di produzione per innalzare la qualità delle sue bollicine, in vigneto come in cantina -in primis la zonazione con l’Università di Milano, che ha portato all’individuazione di 135 Uga-Unità Geografiche Aggiuntive appena approvate dall’assemblea del Consorzio, che cominceranno l’iter che le porterà in Regione Lombardia prima, al Ministero, e per poi approdare a Bruxelles, con le prime bottiglie che le rivendicheranno che non usciranno prima del 2030 - ad aver davvero fatto la differenza, come spiegato, tra gli altri, da Denis Pantini, economista Nomisma, dal “cartografo del vino” Alessandro Masnaghetti, dal professor Attilio Scienza e dalla Master of Wine Essi Avellan. Un territorio, “International (Non U.S.) Wine Region of the year” 2024 per Wine Enthusiast, che si è evoluto di pari passo con il suo vino, legandosi al mondo dell’arte, della moda, delle auto e dello spettacolo, oltre a quello dell’alta cucina. E che è stato capace di trasformare paesaggio e patrimonio agricolo, e di crescere accompagnando lo sviluppo del turismo locale (gli arrivi nella provincia di Brescia sono passati da 1,8 milioni nel 2008 a 3 milioni nel 2023), come ha fatto conquistando con le sue bollicine i mercati di tutto il mondo. “Avete saputo affrontare le sfide con determinazione - ha detto il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida - grazie ad un disciplinare rigoroso che è alla base del vostro successo”. | |
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| | Una prima retromarcia è arrivata e l’Europa, vino compreso, assiste interessata con la speranza che possa esserci un ripensamento anche sui prodotti agricoli dopo il recente annuncio che aveva fatto tremare il settore. È lo stop per i dazi a Messico e Canada per quasi un mese di tempo. Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, su Truth, ha infatti dichiarato che “dopo aver parlato con la Presidentessa del Messico Claudia Sheinbaum, ho concordato che il Messico non sarà tenuto a pagare tariffe su nulla che rientri nell’accordo Usmca”, ovvero l’accordo di libero scambio tra Canada, Messico e Stati Uniti d’America, “fino al 2 aprile”. Una misura che interessa anche il Canada con cui non sono mancati i “botta e risposta”, come dimostra la contromossa ai dazi, arrivata a stretto giro dal Paese guidato da Justin Trudeau, che ha interessato anche gli alcolici. | |
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| | | Al netto del calo dei consumi, dei trend che spingono su vini più freschi e con meno alcol, del cambiamento generazionale e dell’inflazione, resta sul tavolo una banale verità: i fine wines, i vini più costosi, soprattutto nel fuori casa, hanno i loro mercati più importanti dove c’è più ricchezza economica, ovvero nelle grandi città capitali del business. Non a caso, a dominare il “Global Wine Cities Ranking” 2025 del “The Wealth Report” di Knight Frank, analizzato da WineNews, ci sono vere e proprie capitali economiche mondiali che sono, nell’ordine, New York, Londra, Singapore, Hong Kong, Parigi, Miami, Shanghai, Tokyo, Dubai e San Francisco. La “top 10” di una lista (realizzata con la società di analisi Wine Services) che nasce guardando alla presenza dei fine wines nelle liste dei vini dei ristoranti, il loro numero, il prezzo medio ed altri fattori. Secondo Caroline Meesemaecker, Ceo Wine Services, nel lusso crescono le fasce di prezzo tra i 200 ed i 400 dollari, “con Millennials, che scelgono vini premium come Tignanello (Antinori) e Lynch-Bages”, e quello oltre i 1.000, con “collezionisti a caccia di etichette come La Tâche, Pétrus, Domaine de la Romanée-Conti e Harlan Estate”. E tra le certezze su cui puntare, si va su Dom Perignon per gli Champagne, e Sassicaia tra i vini fermi ... | |
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| | | È la Borgogna la regione del mondo più scambiata in termini di valore, per un prezzo medio a bottiglia che è rimasto stabile e si attesta intorno ai 250 euro. La bottiglia più costosa del 2024 è stata una Romanée-Conti 2020, aggiudicata per 20.375 euro e finita nelle mani di un italiano, mentre il rinomato Domaine della Côte de Nuits è quello più scambiato nel 2024 (+6%): sono i dati di iDealwine, la Pmi francese leader mondiale delle aste di vini online ed enoteca di riferimento per appassionati ed esperti, che guarda con fiducia al 2025. | |
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| | Il 41% dei clienti in enoteca è donna, con una crescita costante negli ultimi anni: le più giovani (18-24 anni) rappresentano la fascia di età con la maggior partecipazione (56%), seguita dalla fascia 25-29 anni (52%); nell’e-commerce, le donne prediligono i rossi del Veneto, le bollicine lombarde e lo Champagne, per l’Osservatorio Signorvino. Ma è il mondo dell’agricoltura in generale a non poter fare a meno delle donne: secondo il Crea, in Italia il 31,5% delle aziende è a guida femminile. La Festa della Donna deve essere allora “un’occasione in più per promuovere un cambiamento culturale” per Alessandra Oddi Baglioni, presidente Confagricoltura Donna. L’8 marzo quasi un italiano su due (45%), secondo Coldiretti, regalerà una mimosa o un fiore. A Firenze degustazione tutta al femminile organizzata dalle Donne del Vino della Toscana, per “Eccellenza di Toscana”. | |
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| | | “La qualità del vino è ormai elevata, ora serve costruire l’awareness: la reputazione. È il momento per farlo, perché gli spumanti stanno crescendo nel mondo, e possono ridurre la distanza di prezzo con lo Champagne”. Così, a WineNews, la Master of Wine Essi Avellan, esperta di Champagne e spumanti, giudice di “The Champagne & Sparkling Wine World Championships”, il “mondiale” di categoria di Tom Stevenson, incontrata in Franciacorta nei 35 anni del Consorzio del Metodo Classico, la cui evoluzione qualitativa “è una garanzia per i consumatori”. | |
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