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N. 4.103 - ore 17:00 - Martedì 3 Dicembre 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Una leggera crescita all’export, in valore (+4,5%) e la prospettiva di superare di poco la soglia degli 8 miliardi di euro nel 2024, dopo un 2023 chiuso a 7,7 miliardi, in lieve calo sul 2022 (-0,8% secondo l’Istat), ed un lieve calo sul mercato italiano (che vale più o meno la metà del giro d’affari del business enoico), con la timida ripresa del fuori casa che non compensa il calo in gdo (-3% in volume), con scarse possibilità che le festività di fine anno stravolgano il difficile quadro generale. Sono le stime di Nomisma Wine Monitor sulla performance del vino italiano, in vista della fine dell’anno (in approfondimento). | |
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| | Il vino a denominazione, con un valore di 11 miliardi di euro dell’imbottigliato, nonostante un calo sia in quantità (-0,7%) che in valore (-2,3%) nel 2023 sul 2022, continua ad essere il traino della Dop Economy italiana. Che nello scorso hanno ha visto un valore alla produzione dei prodotti Dop e Igp tricolore toccare i 20,2 miliardi di euro nel 2023 (+0,2% su base annua), per una crescita del +52% in dieci anni e un contributo del 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano. Anche grazie alla crescita del +3,5% del comparto del cibo, che supera per la prima volta i 9 miliardi di euro. Bene l’export, con i prodotti Dop e Igp che confermano un valore di 11,6 miliardi euro (di cui 6,89 imputabili al vino) con trend positivo nei Paesi Ue. A certificarlo sono i dati del Rapporto Ismea-Qualivita n. 22, presentati ieri a Roma. Il sistema della Dop Economy italiana, spiega il rapporto, si fonda su 317 Consorzi di tutela autorizzati dal Ministero dell’Agricoltura che coordinano il lavoro di oltre 194.000 imprese delle filiere cibo e vino capaci di generare lavoro per quasi 850.000 occupati. E se le denominazioni in assoluto più preziose, in termini di valore alla produzione, sono state quella del Grana Padano (1,8 miliardi, +8,8%), del Parmigiano Reggiano (1,6 miliardi, -7%) e quella del Prosciutto di Parma (951 milioni di euro, +2%), ai piedi del podio c’è il Prosecco Doc (942 milioni di euro di valore alla produzione del vino sfuso che nel complesso è di 3,99 miliardi di euro), nonostante un calo del -17,7% sul 2022. Seguito, per quanto riguarda la sfera enoica, dal Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg (205 milioni di euro, -14%), dalla Doc Delle Venezie (177 milioni di euro, -5,8%), e poi ancora Asti (123 milioni di euro, -7%), Amarone della Valpolicella (115 milioni di euro, -11,2%), Valpolicella Ripasso (110 milioni di euro, -3,8%), Veneto Igp (99 milioni di euro, +45,7%), Alto Adige Dop (99 milioni di euro, -1,9%), Puglia Igp (92 milioni di euro, -9,6%), e Barolo (90 milioni di euro, -7,3%), in “top 10”, e poi Chianti Classico (82 milioni di euro, +2,4%), Chianti (80 milioni di euro, -23,4%), Brunello di Montalcino (76 milioni di euro, +1,8%), Sicilia (72 milioni di euro, +2,4%), e Terre Siciliane Igp (71 milioni di euro, +6,2%). | |
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| | Il fatturato cresce (quello della capogruppo, a 224,7 milioni di euro, +8,3% ), così come il patrimonio netto (120 milioni, +6,1%), mentre resta stabile il risultato netto consolidato (4,9 milioni di euro), pur in un contesto economico evidentemente complicato, e nel quadro di un fatturato complessivo in leggero calo sull’esercizio precedente, implicabile sostanzialmente ad un riassetto interno, in particolare per la dismissione delle attività non strategiche di Casa Girelli. È la lettura del bilancio Cavit (in approfondimento), uno dei colossi della cooperazione trentina, ed italiana, di cui copre il 60% della superficie a vigneto, con 6.350 ettari gestiti da 5.250 viticoltori, e realtà cooperativa tra le più virtuose in Italia, approvato, nei giorni scorsi, nell’assemblea, a Trento, che ha riconfermato Lorenzo Libera alla presidenza del gruppo, guidato dal dg Enrico Zanoni. | |
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| | | Quanto costa una visita in cantina in Italia? 21,70 euro, in media, per un’esperienza base (era 20,17 un anno fa), e 51,19 euro per una più completa (49,79 un anno fa). Ma ad offrire esperienze “top” sono ben 40 cantine, su un campione di 550, a 100 euro o più (erano 34 un anno fa). E se il costo-medio è più alto al Sud, guardando alle visite esclusive è la Toscana la Regione “più cara”. Lo dice un’indagine di Go Wine nella presentazione della guida “Cantine d’Italia” 2025, la “Bibbia” dell’enoturista, svelata oggi a Milano. E nella quale, su 874 cantine recensite, 268 ottengono l’“Impronta” d’eccellenza per l’enoturismo, ma, tra queste, solo 24 raggiungono il vertice delle “Tre Impronte”, con new entry Masi (all’ingresso in guida), Cà Rugate e La Raia, che si aggiungono a Ceretto, Fontanafredda, Castello di Gabiano, Malvirà, Bellavista, Ca’ del Bosco, Mamete Prevostini con Convento San Lorenzo, Ferrari, Badia a Coltibuono, Capezzana, Castello di Fonterutoli-Marchesi Mazzei, Castello Vicchiomaggio, San Felice, Lungarotti, Masciarelli, Feudi di San Gregorio, Mastroberardino, Roberto Ceraudo, Donnafugata, Planeta e Florio. Tra i 10 Premi Speciali, il nuovo riconoscimento “La cantina realizzando un sogno” a Cantina Mesa, fondata dal pubblicitario Gavino Sanna, in Sardegna (oggi del Gruppo Santa Margherita). | |
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| | | Il primo calice al mondo per gli Orange Wines, i vini macerati verso cui cresce l’interesse della critica e dei mercati, ed il cui territorio d’elezione in Italia è una collina, Oslavia, a Gorizia, “regno” della Ribolla Gialla, è il “T-made 95 Oslavia”, firmato dalla friulana Italesse, con il “Progetto Senses”, per i “magnifici sette” vignerons di Apro - Associazione Produttori Ribolla di Oslavia, Dario Princic, Fiegl, Gravner, Il Carpino, La Castellada, Primosic e Radikon, che lo hanno svelato nei giorni scorsi. | |
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| | “Per il 44% dei giovani tra 18 e 34 anni è in famiglia che si acquisisce una corretta educazione alimentare, seguono i social network (36%) e la scuola (30%). Ampio è il consenso su un’azione combinata casa-scuola: infatti, l’86% dei giovani ritiene che la scuola abbia un ruolo importante e per ben il 93% è fondamentale che percorsi educativi sul cibo siano introdotti già nella scuola primaria”. A dirlo i dati presentati nell’assemblea 2024 di Fipe-Confcommercio, nei giorni scorsi a Roma, evidenziati dall’indagine Ipsos “I giovani e il cibo”, che ha esplorato valori e comportamenti delle persone di età compresa tra 18 e 34 anni per individuare i cardini di una nuova cultura del cibo. Per il 40% dei giovani, emerge ancora, il cibo si lega al benessere, grazie alla freschezza degli ingredienti e alla semplicità delle preparazioni. | |
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| | | Dal “Mercato dei Vini” della Fivi, nei giorni scorsi a BolognaFiere, le parole di Paolo Pasini (Pasini San Giovanni), Camillo Favaro (Benito Favaro), Alessandra Piovene (Piovene Portogodi), Anna de Besi (PuntoZero), Vittorio Monchiero (Fratelli Monchiero), Giovanna Tantini (Giovanna Tantini), Valentina di Camillo (I Fauri), Matilde Poggi (Le Fraghe), Giulio Abrigo (Giovanni Abrigo), Michele Scienza (Guado al Melo), Enrica Spadafora (Principi di Spadafora), Giovanna Prandini (Perla del Garda), Francesco de Franco (A’ Vita) e Lorenzo Cesconi (Azienda Agricola Cesconi). | |
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