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WineNews
N. 3.865 - ore 17:00 - Mercoledì 3 Gennaio 2024 - Tiratura: 31.224 enonauti,
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La News
I vini italiani da 100/100 di “Decanter”
Amarone della Valpolicella Classico Riserva Fieramonte 2016 di Allegrini (per il secondo anno consecutivo), Barolo Brunate 2019 di Giuseppe Rinaldi, Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2019 de Il Marroneto, Masseto 2020 e Ornellaia 1998 di Tenuta dell’Ornellaia del Gruppo Frescobaldi: ecco i vini italiani da sogno del 2023 a cui “Decanter” ha assegnato 100/100, massimo punteggio attribuibile nei giudizi della critica a quei vini che hanno raggiunto la perfezione in un anno di assaggi di etichette di tutto il mondo degli esperti del magazine Uk (tutti testati da Aldo Fiordelli, ad eccezione di Fieramonte e Masseto degustati da Georgina Hindle).
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Primo Piano
Grana Padano, Parmigiano Reggiano e Prosecco: i distretti Dop/Igp con valore più alto
Un tesoro chiamato Dop e Igp, comparto che nel 2022 ha sfiorato i 9 miliardi di euro di valore all’origine (+9% la crescita annua, +33% il trend in dieci anni) per un fatturato al consumo finale che supera i 17 miliardi di euro (+6%), secondo lo studio sulla “Dop Economy” by Qualivita ed Ismea. Nella speciale classifica dei distretti nelle prime due posizioni troviamo i due formaggi Dop a pasta dura più noti e consumati: Grana Padano (1,73 miliardi, +18,8% sul 2021) al top, e a seguire il Parmigiano Reggiano (1,72 miliardi, +7%), e, in terza posizione, entra il vino con il Prosecco Dop che nel 2022 ha sfondato il muro del miliardo (1,145), ovvero la maggiore crescita tra i distretti italiani (29,1%), confermando lo stato di ottima salute delle bollicine venete a cui va aggiunto anche il Conegliano Valdobbiadene - Prosecco Dop (239 milioni, +27,8%) per un valore complessivo del “pianeta” Prosecco che si avvicina a 1,4 miliardi. Al quarto posto il Prosciutto di Parma Dop (932 milioni, +11,2%) che precede Mozzarella di Bufala Campana Dop (502 milioni, +9,4%) e Aceto Balsamico di Modena Igp (381 milioni, -5,2%). Poi il Pecorino Romano Dop (+25,1% per 378 milioni di valore), il Prosciutto di San Daniele Dop (365 milioni, +9,9%), il Gorgonzola Dop (363 milioni, -3,5%) e la Mortadella di Bologna Igp (327 milioni, +4,3%). Segno positivo anche per Pasta di Gragnano Igp (267 milioni, +9,2%), Bresaola della Valtellina Igp (246 milioni, +2,0%), Delle Venezie Dop (188 milioni, +2,1%), l’Asiago Dop (141 milioni, +15,6%), Asti Dop (133 milioni, +1,4%), Amarone della Valpolicella (130 milioni, +5,4%) primo dei grandi rossi in classifica, dove troviamo anche il Valpolicella Ripasso Dop (114 milioni, +15,1%), Chianti Dop (105 milioni, +9,6%), Puglia Igp (102 milioni, -17,5%), Alto Adige Dop (100 milioni, +24,9%), Barolo Dop (97 milioni, +5,4%), Brunello di Montalcino Dop (75 milioni, +0,6%), Sicilia Dop (71 milioni, dato uguale al 2021), Veneto Igp (68 milioni, +5,5%), e Terre Siciliane Igp (66 milioni, +8,7%). La produzione di vino imbottigliato Dop e Igp, sottolinea Qualivita, si attesta a 26 milioni di ettolitri nel 2022, in calo sull’anno precedente (-4%) anche se i dati in valore indicano, invece, sulla base delle stime più aggiornate, una crescita per l’imbottigliato (+5% a 11 miliardi di euro) e per lo sfuso (+13% a 4 miliardi di euro).
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“Dry January”, Macron dice no
Il “Dry January”, il mese di “disintossicazione” dagli alcolici che segue gli “eccessi” delle festività natalizie, è un fenomeno che ha preso piede principalmente nelle realtà anglosassoni e nel Nord Europa, trovando seguaci anche in Francia, una delle patrie del vino, motivo per cui si sta aprendo un dibattito che fatica a chiudersi. Il punto è che da una parte ci sono gli esperti di dipendenze che spingono per un mese da trascorrere “alcool free” chiedendo il sostegno delle istituzioni per questa campagna di sensibilizzazione, dall’altra c’è lo Stato guidato da Emmanuel Macron che dice invece di “no” ritenendo giusto puntare sulla moderazione e l’educazione al consumo, difendendo la tradizione e la cultura enoica francese. Pareri opposti che dividono un Paese dove il vino, uno dei prodotti portabandiera, è reduce da un 2023 complicato.
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Focus
Ian D’Agata: Taurasi Coste 2016 è “Best Italian Wine” 2023
Annata che vince non si cambia e così anche nel 2023, esattamente come dodici mesi fa, è la vendemmia 2016 ad esprimere il miglior assaggio in una tra le classifiche più attese di fine dicembre, “Best Italian Wines of 2023” di Ian D’Agata, wine writer tra i più esperti e che vanta una grande conoscenza del vino italiano, già firma di testate come “Decanter”, “Vinous” ed oggi editor-in-chief “TerroirSense Wine Review” e presidente “TerroirSense Academy”. E che regala una sorpresa per il “Wine of the year” 2023, ovvero il Taurasi Coste 2016 di Contrade di Taurasi prodotto con uve 100% Aglianico dalla famiglia Lonardo, realtà a conduzione familiare che conta 5 ettari e presente sul mercato dal 1998. Si tratta dell’unico vino a cui Ian D’Agata ha assegnato il massimo dei voti (100). A completare il podio (99 punti) il Barolo Monfortino Riserva 2019 di Giacomo Conterno che precede un “tridente” (98 punti) composto dal Redigaffi 2021 Igt di Tua Rita, dal Barbaresco Rabajà 2019 di Bruno Giacosa e dall’Amarone della Valpolicella Classico 2015 di Quintarelli. Sicilia e Toscana possono festeggiare anche per la “Winery of the year 2023”, il premio assegnato da Ian D’Agata alle migliori cantine che ha visto primeggiare due importanti realtà vinicole come Tua Rita e Planeta (i migliori punteggi in approfondimento). 
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Roma Doc
Cronaca
Tenute Orestiadi, Gibellina e l’arte
Opera di land art tra le più grandi al mondo, simbolo della rinascita della Valle del Belìce dal terremoto del 1968, al “Cretto” di Burri a Gibellina è dedicato anche un vino grazie a Tenute Orestiadi. Un legame quello tra la città siciliana e l’arte contemporanea che si rinsalda ancora grazie alle Tenute con Opificio Gibellina, progetto che trasforma cinque bottiglie di vini rossi Sicilia Doc Riserva in edizione limitata, le cui uve sono coltivate in prossimità del Cretto, in opere d’arte firmate da artisti dell’Accademia di Brera. 
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Wine & Food
Dal vino ai formaggi e ai salumi: il made in Italy trionfa (con record) nelle tavole del mondo
Un fine anno con i “botti”. Si può definire così quello che ha caratterizzato l’export del made in Italy alimentare sulle tavole delle festività di tutto il mondo. Coldiretti parla di “record storico”, trainato da vini, spumanti (quasi un miliardo le bottiglie stappate), grappa e liquori, ma anche panettoni, formaggi, salumi, caviale: una cifra che solo per il periodo di Natale 2023 e Capodanno 2024 raggiunge complessivamente i 5,3 miliardi di euro, in aumento del 6% rispetto allo scorso anno. Numeri emersi sulla base della proiezione su dati Istat del commercio estero relativa a dicembre 2023. “Ad aumentare è il valore delle esportazioni di tutti i prodotti più tipici delle feste, dallo spumante (+3%), a partire dal Prosecco (+4%) vero e proprio simbolo del Natale italiano all’estero, ai panettoni (+8%)”. Ma continua a preoccupare il fenomeno dell’Italian sounding che colpisce in misura diversa i prodotti.  
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Castello del Terriccio
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Consorzio Vini di Romagna
Tenuta Sette Ponti
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Il vino italiano, i suoi punti di forza e le sue prospettive secondo le firme di “Wine Enthusiast”
A WineNews l’intervista doppia a Danielle Callegari e Jeff Porter, che degustano e raccontano i vini per la popolare rivista americana. I territori preferiti, i grandi classici e quelli ancora da esplorare, da Nord a Sud, le caratteristiche vincenti dell’Italia del vino, e quelle sui cui lavorare per migliorare ancora. Con un brindisi che vuole essere di buon augurio per il futuro del settore e dei sui grandi e piccoli produttori.
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