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WineNews
N. 3.763 - ore 17:00 - Venerdì 4 Agosto 2023 - Tiratura: 31.127 enonauti,
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La News
Nobile di Montepulciano, ecco le “Pievi”
Tra i tanti territori di primo piano del vino italiano che vanno nella direzione di una maggiore rispondenza possibile tra il luogo da cui nasce il vino e quanto riportato in etichetta (come il Barbaresco e il Barolo con le Mga, il Chianti Classico con le Uga, l’Etna con le Contrade o il Soave con i “cru”, tra gli altri), arriva anche il Vino Nobile di Montepulciano: il Comitato Nazionale Vini ha dato il via libera alla “Pieve”, versione delle Unità Geografiche Aggiuntive (Uga) voluta dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano. Dopo i passaggi formali in Gazzetta Ufficiale e in Ue, le 12 “Pievi” potranno andare in etichetta dal 1 gennaio 2025, con l’annata 2021. 
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Primo Piano
Un viaggio intorno alle vigne del mondo con le firme “Wine Advocate Robert Parker”
“Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini, è azzurra ... che meraviglia”. Sono le parole del cosmonauta sovietico Jurij Gagarin, il primo uomo a compiere un giro intorno alla Terra, vedendola in tutta la sua magnifica interezza. È la sensazione di meraviglia che si ha guardando “dall’alto” il mondo del vino, lasciandosi accompagnare, da un territorio all’altro, dalle firme di “Wine Advocate Robert Parker”, un punto di riferimento per la critica e la cultura del vino, incontrate da WineNews. Il mondo enoico, come la Terra, è bellissimo e senza frontiere, in continuo mutamento e con un’infinita di punti di contatto e di lotte comuni. Con il vino cambiano anche la critica ed il giornalismo, e come ricorda Joe Czerwinsky, “negli anni è cresciuto in maniera esponenziale il numero di critici, blogger, influencer, testate, ma  il nostro compito è sempre lo stesso, offrire al consumatore il parere di un esperto diverso per ogni Regione”. Sulla West Coast, tra Sonoma e Oregon, Erin Brooks sottolinea la “grande varietà climatica e topografica della California, ma la regione più interessante oggi è l’Oregon”. E se il presente è tanto complesso, la storia l’ha scritta la Francia, che oggi vive un momento di enorme cambiamento e di grandi sfide. “Champagne e Borgogna raccolgono grandi successi, ma non vale per tutti: gli Champagne in Gdo fanno fatica, così come i vini di Macon e Chablis”, racconta William Kelley. La Francia, però, è anche altro, e spesso i territori meno noti scontano banalmente “i limiti del sistema distributivo”, come fa notare Yohan Castaing. In Spagna “le varietà autoctone sono parte del Rinascimento enoico che stiamo vivendo, e dell’orgoglio ritrovato per i vini del nostro Paese”, racconta Luis Gutièrrez. Molto più recente è la storia vitivinicola di Australia e Nuova Zelanda, “dove non abbiamo nessun obbligo particolare a coltivare un vitigno in una determinata Regione, ma i terroir stanno comunque venendo fuori”, dice Erin Larkin. Tra Sud Africa e Usa opera invece  Anthony Mueller, che sottolinea “l’importanza della moderazione, perché non esiste un livello di consumo di alcol che possa definirsi sicuro”. E Stephan Reinhardt ricorda che “la Svizzera non è solo un mercato per l’export, ma anche un Paese produttore, tanto che il vino svizzero vale il 50% dei consumi interni”.
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La cucina italiana, da Pompei all’Unesco
“Gioiello” del patrimonio mondiale, simbolo delle bellezze dell’Italia, capace, con le sue continue scoperte, di far viaggiare nel tempo con un realismo senza pari fino al 79 d.C. quando fu sommersa dall’eruzione del Vesuvio, “custode” della nostra storia e delle più antiche tradizioni anche a tavola, e dunque sintesi perfetta del legame tra cultura ed enogastronomia, è Pompei, come raccontato nei giorni scorsi da WineNews, la location d’eccezione scelta per il lancio del logo ufficiale della candidatura della cucina italiana a Patrimonio Immateriale Unesco, che sarà presentato questa sera dai Ministri dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e della Cultura Gennaro Sangiuliano, con il direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel e Francesco Soro, ad Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, alla cui Scuola dell’Arte della Medaglia si deve la realizzazione.
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Focus
Il posto dell’Italia nel panorama enoico internazionale
Ma l’Italia, chiudendo il cerchio ed il viaggio tra i vigneti del mondo, che ruolo ha in un contesto tanto ricco e variegato, ma anche competitivo? Nessuno può raccontarlo meglio di Monica Larner, italian editor di “Wine Advocate Robert Parker”. “Il vino italiano deve ancora migliorarsi nella comunicazione all’estero, e fare ordine tra tante denominazioni. Bisogna offrire una fotografia più fluida, multidimensionale ed interattiva del vino italiano, che abbia senso per chi non lo vive da vicino ma vorrebbe conoscerlo meglio. Dal punto di vista del marketing, è sorprendente il grande lavoro fatto dal Chianti Classico, con le Uga, un modo dinamico di raccontare il territorio, come già fatto anche da Barolo e Barbaresco con le Mga”. Il futuro, anche dal punto di vista commerciale, è “dei bianchi italiani, un mondo ancora tutto da scoprire, specialmente se guardiamo ai vitigni autoctoni come Soave, Falanghina, Carricante. Ci sono vini di grande territorio, grazie a suoli vulcanici o calcarei”. Tra i punti di forza dell’Italia, aggiunge Monica Larner, “c’è la capacità di unire il turismo del vino con la cultura gastronomica e la ricchezza culturale ed artistica del Paese. La Toscana lo fa da tanti anni, il Piemonte lo fa con l’eccezionale qualità delle sue cantine e della sua cucina, e la Sicilia non è sicuramente da meno”.
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Cronaca
Venica & Venica, futuro e famiglia
Si proietta nel futuro, saldamente nelle mani della famiglia e all’insegna della continuità, Venica & Venica, gioiello del Collio e tra le piccole griffe più importanti d’Italia (41 ettari per 320.000 bottiglie all’anno). Uno scrigno di qualità che resterà nelle mani di Gianni Venica e dei suoi familiari, Ornella Venica, e la nuova generazione, rappresentata da Giampaolo e Serena Venica (mentre esce dall’azienda Giorgio Venica, che ha recesso come socio al 50%, quota che passa nelle mani di Gianni Venica, ora, dunque, unico proprietario dell’azienda”).
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Wine & Food
Il vino italiano inverte la rotta sugli scaffali della Gdo di Germania, Uk e Usa: +1,3%
Nel primo semestre 2023 le vendite del vino italiano tra gli scaffali della grande distribuzione e retail nei top 3 mercati al mondo tornano in linea di galleggiamento: nel complesso, secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, che ha elaborato gli ultimi dati di Nielsen-IQ, le vendite delle produzioni enoiche del Belpaese in Usa, Germania e Uk chiudono il semestre con un risultato tendenziale piatto a volume (-0,2%), e con un lieve incremento a valore (+1,3%, a 2,2 miliardi di euro). La performance - rileva l’Osservatorio - è migliore rispetto al primo trimestre (-4% volume e -1% valore), ma ancora insufficiente per dare respiro alle imprese di un settore tuttora fortemente penalizzato da un surplus di costi che incide per il 10% sul prezzo medio.
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Consorzio Vini di Romagna
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WineNews.tv
Dopo la pandemia, il vino italiano riparte dall’Asia, tra Giappone e Taiwan
A WineNews il giornalista Isao Miyajima ed il wine educator Aaron Chuan, con i Consorzi del Nobile di Montepulciano e dei Vini d’Abruzzo. Tra fiammate improvvise e brusche frenate, legate alle difficoltà economica, il 2022 per le produzioni del Belpaese si è chiuso con il segno negativo in Cina, e con una crescita robusta in Giappone. Il 2023 si prospetta difficile, ma il futuro è tutto da scrivere, per questo si rafforzano le attività di promozione, come il “Simply Italian Grat Wines” by Iem (Marina Nedic e Giancarlo Voglino), che ha fatto tappa in Giappone ed a Taiwan.
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