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N. 2.479 - ore 17:00 - Martedì 4 Settembre 2018 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Se in Italia le previsioni parlano di una produzione enoica che, nel 2018, tornerà a quota 49 milioni di ettolitri, nel resto d’Europa la tendenza è la stessa: il ritorno alla normalità, dopo la grama campagna 2017, è un fattore comune anche tra i filari di Spagna e Francia, come racconta a WineNews Ignacio Sanchez Recarte, segretario generale del Comité Européen des Entreprises Vins. “In generale tutti i Paesi europei stanno recuperando i propri standard produttivi, ma questo non si ripercuoterà necessariamente sui prezzi. Importante sarà invece il ruolo della Ue: l’Ocm è fondamentale per essere competitivi nei mercati del futuro, come la Cina”. |
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Le elaborazioni effettuate tra la fine di agosto e i primissimi giorni di settembre da Ismea e Uiv - Unione Italiana Vini, presentate oggi dal presidente Uiv Ernesto Abbona al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Forestali e del Turismo, insieme al “padrone di casa”, il Ministro Gian Marco Centinaio, a Raffaele Borriello, direttore generale Ismea ed a Ignacio Sanchez Recarte, segretario generale del Comité Européen des Entreprises Vins, stimano la produzione nazionale di vino 2018 a 49 milioni di ettolitri, con un recupero del 15% rispetto ai 42,5 milioni del 2017 registrati dall’Agea, sulla base delle dichiarazioni di produzione. La stima, come sempre, è la media di una forbice che si ritiene attendibile possa variare tra un minimo di 48 milioni e un massimo di 50 milioni di ettolitri. Come noto, la campagna vitivinicola 2017 è stata contrassegnata da scarsissima produzione e la lettura dell’incremento, pur rilevante, stimato per l’attuale vendemmia potrebbe non bastare a recuperate le perdite dello scorso anno. È il caso delle Regioni del Centro Italia, dell’Emilia Romagna o della Sicilia. Questo risultato permetterebbe, comunque, all’Italia di mantenere la leadership mondiale nonostante i notevoli incrementi produttivi stimati anche per Francia e Spagna. Le ultime stime transalpine, infatti, fermerebbero la produzione a 46,1 milioni di ettolitri, mentre in Spagna sembra attendibile un tetto di 43 milioni di ettolitri. Facendo un salto indietro, lo sviluppo dei vigneti, iniziato sotto i migliori auspici, è stato condizionato da un clima bizzarro che ha alternato gelate, piogge e umidità. Il risultato finale, sia sul fronte quantitativo che qualitativo, comunque dipenderà per ogni vitigno, come prassi, dal periodo immediatamente precedente la vendemmia. Di certo c’è un minimo comune denominatore, ossia l’estrema attenzione che i produttori hanno posto al monitoraggio dei vigneti e questo è uno di quegli anni in cui la capacità del viticoltore farà la differenza sul risultato finale. In generale, gli interventi in vigna sono stati molto più numerosi sia rispetto allo scorso anno sia a un’annata “media”, e questo finirà inevitabilmente per incidere sui costi di produzione. |
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Un “bollino etico” sui prodotti frutto di condizioni di lavoro dignitose e regolari come arma in più per combattere il caporalato. A questo sta pensando il Ministero delle Politiche Agricole secondo quanto rivelato a WineNews dal Ministro Gian Marco Centinaio. Un progetto che presenta le sue difficoltà per l’alto tasso di diffusione del fenomeno caporalato in alcune aree, sottolinea il Ministro, ma che comunque va avanti sulla spinta di voler contrastare il fenomeno non solo con la repressione, che da sola sembra non basti, ma anche con incisive azioni culturali e promozionali. E per scoraggiare il caporalato sarebbe innanzitutto importante, osserva ancora a WineNews, “porre un freno alla rincorsa dei prezzi al ribasso e al sottocosto, perché oggi come oggi il caporalato è anche figlio di queste dinamiche”. |
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“I dati della vendemmia sono positivi, il vino è traino dell’agricoltura italiana ed è in salute. La cosa su cui voglio lavorare è la promozione, sappiamo di essere i più importanti produttori d’Europa, però la “reputation” del nostro prodotto in giro per il mondo non è all’altezza. La Francia fa molto più sistema di noi, è più organizzata, si è mossa molto prima e sta ottenendo risultati per noi difficili da raggiungere. Il mio obiettivo è quindi quello di aiutare i produttori a vendere all’estero”. Così, a WineNews dalla presentazione delle previsioni vendemmiali della Uiv, il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari Forestali e del Turismo Gian Marco Centinaio. Che sull’Ocm concorda sul ritardo cronico del Belpaese, consapevole però che il Ministero è, potenzialmente, “una Ferrari”. Duro su etichette a semaforo e semplificazioni svilenti per il made in Italy, rispetto a cui “sto lavorando con i Ministri degli altri Paesi Ue per cercare di evitare che si vada nella direzione di pensare che un bicchiere di Cola-Cola o di Red Bull faccia bene, e invece un bicchiere di vino, una fetta di Parmigiano o di Prosciutto di Parma siano nocive per la salute”. Infine, la delega al Turismo, che “non toglierà spazio all’agricoltura, con cui spesso lavora e ragiona”. |
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Donna (79%), di 35-45 anni, con figli, reddito medio-alto (78%) ed “heavy-user bio” (la cui spesa alimentare, cioè, è composta dall’80% al 100% da cibi bio). Proprio lo stile di vita, “free from”, veg o light, guida la sua scelta di prodotti, accanto al rapporto di fiducia con il rivenditore, nel cui punto vendita si reca almeno una volta a settimana. Ecco il consumatore “bio-tipo”, nell’identikit dell’Osservatorio Sana 2018 di Nomisma per il Salone internazionale del biologico e del naturale n. 30 (BolognaFiere, 7-10 settembre). |
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Un’Italia in cui si verifica una ripresa diseguale e per questo si accentuano i divari tra le famiglie, con la crescita dei consumi che rallenta e il Paese che si spacca in due poli che si confrontano sotto tutti i punti di vista, dalla tavola alla politica, in un mosaico tenuto insieme solo dai vecchi valori come la famiglia e gli amici, mentre solo nei carrelli si continuano a sperimentare nuove frontiere del food & wine: ad intuirle in anticipo è il Rapporto Coop 2018 (Milano, 6 settembre) redatto dall’Ufficio Studi Coop e parte integrante di Italiani.coop. Tra le novità, l’Italia viene presentata in un ampio e approfondito confronto con l’estero, e l’indagine “Stili d’Italia”, un’intervista a tutto tondo che indaga la vita di 7.000 italiani rappresentativi della popolazione compresa tra i 18 e i 65 anni, dagli stili alimentari al tempo libero. |
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“Mercato instabile dopo una vendemmia come quella dell’anno scorso, con i volumi spediti necessariamente in calo ma i fatturati comunque in crescita. Ora dobbiamo sperare che l’ultima anello della catena, ossia il consumatore, sia in grado di assorbire l’aumento del prezzo medio. Non è sempre una questione di volontà, ma spesso di possibilità: dobbiamo trovare gli strumenti per fare in modo che quando l’annata è abbondante non si butti via il prodotto in eccesso ma che si tenga per riequilibrare le annate più scarse”. |
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