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WineNews
N. 4.080 - ore 17:00 - Mercoledì 30 Ottobre 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
“The Golden Vines Auction”
878.754 sterline: tanto ha raccolto l’eccellenza vinicola mondiale, Italia compresa, tra vini pregiati, liquori rari ed esperienze da sogno, nell’asta “The Golden Vines Online Auction” by Liquid Icons, il cui ricavato andrà a sostegno dei progetti benefici della “Gérard Basset Foundation”. Tra i cinque top lot segnalati a WineNews, il n. 1, che ha raggiunto la cifra di 34.000 sterline, è la proposta di Opus One (Napa Valley); n. 2, è l’Italia, con Biondi Santi (foto), “culla” del Brunello di Montalcino, il cui lotto è stato aggiudicato per 30.000 sterline; terzo gradino del podio, con 27.000 sterline, il “pacchetto” lussuoso con esperienza di vendemmia della Bhutan Wine Company.
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Primo Piano
Richard Geoffroy: “l’Italia è uno dei top player nel mondo delle bollicine, e merita rispetto”
“L’Italia è uno degli attori principali ed uno dei top player nel mondo delle bollicine. L’industria italiana delle bollicine è molto “smart”, ed è sempre più importante nel mercato perché è vicina alle aspirazioni e alle aspettative dei consumatori. La spumantistica italiana è un settore di tutto rispetto”. Pensieri e parole di Richard Geoffroy, guru delle bollicine, tra gli enologi più importanti al mondo, per tanti anni Chef de Cave del mito assoluto di Champagne, Dom Pérignon, e ora in Bellavista, griffe della Franciacorta (Gruppo Terra Moretti), dove è arrivato dopo la vendemmia 2021, al fianco di Francesca Moretti (con le prime bottiglie di questa “nuova era” di Bellavista, presentate ieri). Parole importanti, quelle di Geoffroy, enologo che conosce il mondo, i mercati, e per il quale la spumantistica non ha segreti. E che vede un futuro radioso per le bollicine (come del resto confermano tutte le analisi economiche degli ultimi anni, e anche le proiezioni sul futuro dei consumi, che vedono i rossi in calo, e gli spumanti in crescita, così come i vini bianchi più freschi e leggeri, ndr), e per quelle italiane in particolare: “il futuro delle bollicine è brillante, se c’è una categoria che può emergere meglio da questa fase difficile del mercato del vino è proprio quella degli sparkling wine. E l’Italia è uno tra i Paesi più consolidati nella categoria, e le prospettive e le aspettative sono molto molto elevate. Il segreto delle bollicine (italiane e non solo) è semplicemente la “bevibilità”, perché le bollicine servono per portare e condividere gioia e felicità - spiega ancora Geoffroy - devono essere accessibili a qualsiasi livello di qualità, mantenendo la loro “bevibilità”, e la semplicità con cui possono essere bevute”. Una visione generale sulla spumantistica mondiale ed italiana, quella di Geoffroy, che si cala perfettamente sulla strada del prossimo futuro di Bellavista. “Per me, Bellavista ha il potenziale per diventare un leader nello scenario mondiale delle bollicine. Penso che la Franciacorta sia un territorio vocato, un’eccellenza a livello mondiale, con un’identità definita, riconoscibile, con competenze e capacità di innovazione illimitate: non ha, quindi, bisogno di imitare altri modelli”. 
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Accise, dietrofront sui vini dealcolati
Il Governo fa dietrofront su quello che in molti, frettolosamente, avevano letto come il decreto che dava il via libera alla produzione di vini dealcolati: “secondo quanto risulta a Unione Italiana Vini (Uiv), il Ministero dell’Economia ha ritirato le norme relative ai vini dealcolati recentemente inserite nella proposta di decreto legislativo in materia di accise. Ora, superato l’impasse, per Uiv è necessario che il Ministero dell’Agricoltura approvi al più presto il decreto tenendo conto degli elementi principali già discussi con la filiera”, spiega l’organizzazione. Che tra i più importanti segnala “il processo di dealcolizzazione che dovrà avvenire in locali appositamente dedicati, il divieto della pratica per i vini Dop/Igp, e considerare la soluzione idroalcolica residua (acqua di rete, tra il 95% e il 99,9%) come rifiuto e quindi non sottoposta ad accise”.
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Focus
Le sfide per il futuro del Pinot Grigio delle Venezie
La prima sfida riguarda la distintività dell’origine territoriale, in un areale vasto su cui insistono altre 20 Doc che storicamente producono Pinot Grigio. Le altre, invece, sono legate alla congiuntura che investe il settore vitivinicolo in generale: dal cambiamento delle abitudini di consumo e del suo calo, alla predilezione di vini poco alcolici. Sfide queste ultime su cui il Pinot Grigio delle Venezie può “vincere facile”. Questi e molti altri sono stati i temi dibattuti nel Forum - che si è tenuto, nei giorni scorsi, al Castello di Udine - in cui il Consorzio del Pinot Grigio delle Venezie, guidato da Albino Armani (nel quadro della riforma delle Indicazioni Geografiche) ha dialogato con istituzioni, attori della filiera, rappresentanti del mondo della ricerca e organizzazioni specializzate in indagini di mercato e, per la prima volta, con la grande distribuzione nazionale (in approfondimento). Per tracciare il futuro della più grande Doc italiana per estensione territoriale, che abbraccia 27.000 ettari di vigneto, con una filiera produttiva costituita da 6.141 viticoltori, 575 imprese di vinificazione e 371 imprese di imbottigliamento, per una produzione di 230 milioni di bottiglie all’anno. 
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Roma Doc
Cronaca
Matteo Lunelli “Cavaliere del Lavoro”
“I Cavalieri del Lavoro sono interpreti della “funzione sociale” dell’impresa”. A dirlo il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, che, oggi, al Quirinale a Roma, ha premiato i 25 Cavalieri del Lavoro 2024. Con il vino, come accade sovente negli anni, ben rappresentato, in questo caso, da Matteo Lunelli, ad Gruppo Lunelli, presidente e Ceo Ferrari Trento, griffe della spumantistica italiana e del Trentodoc, uno dei nomi di riferimento del made in Italy nel mondo e nel panorama enoico mondiale.
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Wine & Food
Venti anni di Istituto Grandi Marchi, esempio concreto del “fare squadra”, in un docufilm
Un docufilm per raccontare la capacità, rara, di saper fare squadra tra competitor sui mercati del mondo, ma anche colleghi tra le vigne d’Italia, per affermare la forza della diversità e del made in Italy, che porta vantaggi a tutti. A presentarlo, nei giorni scorsi a Roma, le 18 cantine riunite, da venti anni, nell’Istituto del Vino Italiano di Qualità - Grandi Marchi, con nomi come Ambrogio & Giovanni Folonari, Antinori, Argiolas, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Col d’Orcia, Donnafugata, Jermann, Lungarotti, Masi, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca d’Almerita, Tenuta San Guido, Tenuta San Leonardo e Umani Ronchi, capaci di mettere insieme 600 milioni di euro (il 4,3% del giro d’affari totale del vino italiano nel 2023), di cui oltre il 55% destinato all’estero, per un valore di 330 milioni di euro.
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Castello del Terriccio
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Masottina
Consorzio Vini di Romagna
Tenuta Sette Ponti
WineNews.tv
Roberta Garibaldi: “nel 2024, in Italia, più turisti internazionali, ma meno italiani”
“Il modello turistico che deve caratterizzare i territori rurali deve essere diverso dal modello di turismo delle destinazioni principali. Pensiamo ai trasporti ed alla difficoltà di raggiungere questi luoghi, ma anche ai servizi che devono essere messi a disposizione. Tutto questo deve trovare più spazio nel dibattito, per cui cercheremo di fare analisi, ma anche proporre effettive soluzioni”. A dirlo, a WineNews è Roberta Garibaldi, autrice del “Rapporto sul turismo enogastronomico in Italia” e presidente Aite-Associazione Italiana Turismo Enogastronomico.
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