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WineNews
N. 3.007 - ore 17:00 - Martedì 13 Ottobre 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Bar e ristoranti, si chiude prima
Il Covid-19 fa ancora paura. Dopo la pax estiva, la curva di contagi e ricoveri torna a salire in tutta Italia, e il Governo corre ai ripari. Scegliendo, come fatto già in piena emergenza, la decretazione d’urgenza, e quindi il Dpcm. Che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dopo aver trovato la quadra con Regioni ed enti locali, ha firmato e pubblicato stanotte. Tra le misure adottate, quelle che ci interessano maggiormente riguardano l’attività di bar e ristoranti. Ai quali è dedicato un intero paragrafo dell’articolo 1. In sostanza, l’unica novità è nell’orario di chiusura: le 24 come limite massimo per bar, pub e ristoranti che fanno servizio al tavolo, e le 21 per tutte le altre.
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Primo Piano
Settis: agricoltura e cultura del cibo fondamentali nella tutela del paesaggio
La Costituzione Italiana, con l’Articolo 9, dice che la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Eppure, il Belpaese vive da decenni una cementificazione continua e selvaggia, che sottrae ogni giorno centinaia di ettari all’agricoltura. Del resto, la tutela del paesaggio non è solo una questione estetica, un fatto di bellezza, al contrario: il paesaggio va tutelato, anzitutto, come luogo in cui vivere. È per questo che, come racconta Salvatore Settis, storico dell’arte e archeologo, che si è occupato spesso di paesaggio dal talk “L’agricoltura di qualità tutela il paesaggio”, organizzato da Terra Madre Salone del Gusto by Slow Food, l’agricoltura di qualità è la forma migliore di tutela del paesaggio, perché lo preserva, lo mantiene, lo tutela come bene comune, a disposizione della collettività e delle generazioni future. E la scuola, in tutto questo, ha un ruolo fondamentale: dovrebbe avere, tra gli altri, il compito di trasmettere ed educare a questo messaggio. “L’Italia è piena di misteri, ma fra i tanti ce n’è uno che non riesco a capire: come mai - si chiede Settis - un Paese che non ha alcun incremento demografico, anzi perderebbe popolazione se non ci fossero, per nostra fortuna, gli immigranti, continua a costruire e cementificare. La spiegazione è complessa, ma in sostanza, da una cultura molto arcaica, il mattone è ritenuto una forma di investimento per surgelare il capitale accumulato, sia onestamente che dalle attività criminali”. A giocare un ruolo fondamentale, è la scuola. “Dovremmo ripartire dalla scuola, ma anche dalla famiglia, per spiegare che l’agricoltura di qualità è la miglior forma di tutela del paesaggio, che non è solo qualcosa di bello da vedere. È vero che la nostra Costituzione, all’articolo 9, tutela il paesaggio ed il patrimonio storico e artistico della Nazione, imponendolo a noi tutti come cittadini. Ma non è una forma di tutela che nasce in nome della bellezza: il paesaggi va tutelato come qualcosa da vivere, con le sue forme di vita, la vegetazione, la fauna, la presenza umana. È tutto da difendere come bio sistema allargato, in cui l’agricoltura di qualità, quando è praticata bene, è la forma di tutela migliore”.
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Dal Sana la riscossa del Bio
Cresce la superficie biologica (+1,8% nel 2019, che sfiora i 2 milioni di ettari, 15,3% della Ue); aumenta il numero degli operatori biologici, 80.643 nel 2019 (+2%); e, soprattutto, le vendite di biologico italiano sul mercato interno oltrepassano nel 2020 (anno terminante ad agosto) i 4,3 miliardi di euro. In particolare, 3,9 miliardi sono riferibili ai consumi domestici (+7% sul 2019) e poco meno di 500 milioni di euro nell’away from home, che segna un calo importante (-27%) per l’impatto dei mesi di lockdown. Il tutto merito, comunque, del progressivo incremento delle famiglie acquirenti (l’88% ha avuto almeno un’occasione di acquisto di un prodotto bio nel 2020) e dell’incidenza del bio sul totale del carrello alimentare (che passa dal 2,2% del 2014 al 3,6% di quest’anno). Parola dell’Osservatorio Sana by Nomisma, di scena al “Sana Restart”, nei giorni scorsi a Bologna.
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Focus
Argiano, dal Rinascimento al futuro
“Mi tersi con il vin d’Argiano, il quale è buono tanto”: quando, a fine Ottocento, Giosuè Carducci, tra i più grandi poeti italiani, affidava ai versi il suo elogio non poteva forse immaginare che secoli dopo, quello che più tardi sarebbe divenuto il Brunello di Montalcino, si sarebbe potuto ancora degustare ad Argiano, in quella stessa Villa rinascimentale che lo aveva ospitato, costruita su progetto di uno dei più grandi architetti di tutti i tempi, Baldassarre Peruzzi, in una cantina-museo. “I lavori di restauro sono finiti, e, grazie ad un investimento privato e milionario, la cantina rinascimentale ora ospita una vera e propria collezione prestigiosa: Riserve storiche di Brunello di Argiano, tutte le annate dagli anni Sessanta ad oggi, e di cantine che hanno fatto la storia del territorio (da Biondi Santi a Il Poggione, da Castello Banfi a Col d’Orcia, da Casanova di Neri a Val di Cava, per citarne solo alcune). Opere d’arte in bottiglia, arricchite anche da grandi vini francesi, dai primi del Novecento”. Lo racconta, a WineNews, Bernardino Sani, ad ed enologo della Tenuta, di proprietà dell’imprenditore brasiliano Andrè Esteves, nella lista dei milionari di Forbes, collezionista di vini e di arte rinascimentale, appassionato dell’Italia. Tenuta che, nel futuro, potrebbe ospitare un vero e proprio museo sulla storia di Argiano e del territorio.
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Cronaca
Agricoltura, dalla Ue altri 8 miliardi di euro
La Commissione Agricoltura, dopo la crisi generata dall’epidemia del Covid-19, attribuisce al Fondo Europeo per lo Sviluppo Rurale una dotazione aggiuntiva di 8 miliardi di euro. “Una misura senza precedenti, a cui si aggiunge un anticipo da 2,6 miliardi previsto dall’accordo sul Bilancio Ue, per 10 miliardi totali, di cui 1,22 all’Italia, che rappresentano uno stimolo economico verso un’agricoltura più resiliente, sostenibile e digitale”, commenta il Coordinatore per il Gruppo dei Socialisti e Democratici e Paolo De Castro.
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Wine & Food
WinesCritic: i Brunello di Montalcino Talenti e Poggio Antico al top
Due Brunello di Montalcino 2015, il Piero della cantina Talenti e l’Altero di Poggio Antico, ed il Barolo Mosconi 2016 di Chiara Boschis: ecco il podio dei migliori 100 vini d’Italia del 2020, secondo WinesCritic.com, fondato dal giovane enologo e comunicatore Raffaele Vecchione che, a soli 28 anni, vanta già collaborazioni importanti, in primis quella con Wine-Searcher, il più grande motore di ricerca di quotazioni di vini del mondo (in passato anche una collaborazione con JamesSuckling.com), e con Vino75. In top 10 il Percarlo 2016 di San Giusto a Rentennano, il Taurasi Vigna Grande Cerzito 2015 di Quintodecimo, il Barolo Falletto 2016 di Bruno Giacosa, il Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2015 de Il Marroneto, il Barolo Bricco Fiasco 2016 di Azelia, il Brunello di Montalcino Pianrosso 2015 di Ciacci Piccolomini d’Aragona ed il Brunello  2015 di Fuligni.
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WineNews.tv
Diversificare ed investire, le parole d’ordine in tempo di Covid, secondo Mario Piccini
Il Gruppo, con il cuore nel Chianti, e tenute in tanti territori top del Belpaese, ha completato un nuovo polo produttivo da 13 milioni di euro. “Essere presenti in tanti canali diversi, dalla gdo all’Horeca, ma anche on line, è stato ed è fondamentale soprattutto adesso. Investire è un imperativo, anche se non è facile. Come dovrebbe esserlo fare sistema tra produttori, ma ancora è spesso solo uno slogan, e anche su questo si dovrà cambiare visione”.
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