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WineNews
N. 3.900 - ore 17:00 - Mercoledì 21 Febbraio 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti,
opinion leader e professionisti del vino
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La News
Il vino, uno “strumento diplomatico” 
Dal primo presidente George Washington, che chiedeva consiglio sui vini per gli ospiti a Thomas Jefferson, suo successore e primo ad aver fatto scoprire all’America i vini europei, da Dwight David Eisenhower, con il quale il vino divenne dono di Stato, allo storico brindisi di Nixon con il Premier Zhou Enlai all’apertura delle relazioni Usa-Cina, da Barack Obama, amante dei vini italiani, a Joe Biden che non beve ma non lo fa mai mancare a chi riceve. Sono alcuni aneddoti nella cronistoria del “Time” sul ruolo del vino come “strumento diplomatico” per i Presidenti americani, fatta anche da WineNews per i Presidenti della Repubblica Italiana. Senza dimenticare l’Eliseo. 
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
Export agroalimentare, distretti a +4,5% nei primi 9 mesi 2023. Vino n. 1, ma in leggera flessione
I distretti continuano a trainare le esportazioni agroalimentari italiane. E se il saldo finale 2023 sarà ancora una volta da record, con una previsione totale di 64 miliardi di euro (a +6% sul 2022, secondo le stime Coldiretti, sui dati Istat), una buona fetta arriverà proprio dal sistema distrettuale tricolore, che, nei primi 9 mesi 2023, ha movimentato 19,7 miliardi di euro di esportazioni, con i 51 distretti del settore che rappresentano il 43% dell’export agroalimentare totale. A dirlo l’aggiornamento del Monitor dei Distretti Agroalimentare di Intesa San Paolo. Da cui emerge come la filiera del vino, nonostante una leggera flessione, sia la prima per valori esportati, con 4,8 miliari di euro nel periodo analizzato. Il saldo complessivo, nei primi 9 mesi, fa segnare un -1%, più o meno in linea con il complesso del settore (secondo i dati Istat, tra gennaio e settembre, analizzati da WineNews, con un trend poi migliorato e sostanzialmente tornato in parità nel dato arrivato al -0,6% a novembre, ndr), prevalentemente per il calo della domanda di Usa e Canada. Tra i principali distretti della filiera con valori in flessione al 30 settembre 2023, sottolinea Intesa San Paolo, ci sono i Vini di Langhe, Roero e Monferrato (-3,5%), i Vini del Veronese (-2,8%) ed i Vini dei Colli Fiorentini e Senesi (-7,1%). Tiene, invece, in controtendenza, il distretto del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, che segna un +3,7% nei primi 9 mesi 2023. Nel complesso, la Germania si conferma il primo partner commerciale per le esportazioni complessive dei distretti agro-alimentari italiani, con il risultato dei primi 9 mesi 2023 in progresso del +7%, nonostante il rallentamento dell’economia tedesca. Calano del -4,8% le vendite verso gli Stati Uniti, mentre crescono di quasi il 10% quelle verso Francia. Buona anche la dinamica nel Regno Unito con un +8,5% nel periodo gennaio-settembre 2023. Guardando alle altre filiere, quella dei distretti agricoli supera i 2,8 miliardi di euro,  ma chiude in leggero calo i primi 9 mesi 2023, a-0,7%); cresce, seppur in maniera più limitata rispetto all’exploit dello scorso anno, la filiera della pasta e dolci che sfiora i 3,4 miliardi di euro, a +7,1%; dinamica molto positiva anche per la filiera delle conserve, con oltre 2,2 miliardi di euro, a +13%.
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Casamonti, una cantina per Poggio Antico
Il bello ed il buono si incontrano, ancora una volta, grazie al vino. Succede a Poggio Antico, una delle più belle aziende del territorio di Montalcino, su una delle colline più alte, ad oltre 500 metri di altitudine, con 35 ettari a vigneto (di cui 28 a Brunello), acquisita, nel 2017, dalla compagnia belga Atlas Invest, fondata da Marcel van Poecke. E che ora, la “Nuova Cantina di Poggio Antico”, ha chiamato il n. 1 degli architetti italiani, in tema di cantine, e non solo, ovvero Marco Casamonti, già firma della celebratissima cantina Antinori nel Chianti Classico, la più bella del mondo per la “World’s Best Vineyards” nel 2022, e poi nella “Hall of Fame”. La presentazione del progetto (su invito, ci sarà anche WineNews, ndr) sarà il 1 marzo, a Firenze, negli uffici della Presidenza della Regione Toscana, con la partecipazione del presidente, Eugenio Giani.
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Focus
“L’Altra Toscana”, uno scrigno di diversità enoiche
Dalle colline che guardano al mare in Maremma a quelle della Rufina, dal Montecucco a Cortona, dalla storicità del Carmignano all’Orcia, passando per il Valdarno di Sopra, tra Firenze ed Arezzo, e non solo: le “Anteprime Toscane” 2024 hanno chiuso il loro percorso con “L’Altra Toscana” che ha raccolto le denominazioni più “nascoste” ma non meno intriganti della Regione, in una giornata di assaggio ricca ed articolata. Diciotto Denominazioni (Maremma Toscana, Montecucco e Montecucco Sangiovese, Orcia, Cortona, Valdarno di Sopra, Terre di Pisa, Chianti Rufina, Terre di Casole, Grance Senesi, Montescudaio, Suvereto, Val di Cornia e Rosso della Val di Cornia, Carmignano, Barco Reale di Carmignano e Vin Santo di Carmignano e per la prima volta la imponente Igt Toscana) hanno portato in degustazione (in approfondimento i nostri assaggi) le loro nuove annate: oltre 350 etichette che raccontano sfaccettature diverse, e forse meno conosciute, della Toscana enoica, ma non meno interessanti. “L’Associazione L’Altra Toscana, ad oggi, rappresenta ben il 40% dell’imbottigliato regionale - spiega Francesco Mazzei alla guida del Consorzio Vini Maremma Toscana, capofila del progetto - che arricchisce la Toscana enoica con innumerevoli varietà, e punte di qualità sempre più alte”.
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Cronaca
Chateau d’Yquem, genesi di un mito
Uno splendido volume monografico dedicato ad una delle realtà più iconiche del panorama enologico francese e mondiale: “Chateau d’Yquem” (Seipersei Edizioni, 176 pagg, 60,00 euro), scritto da Cinzia Benzi, con le fotografie di Francesca Brambilla e Serena Serrani, illustra il cammino evolutivo di una tenuta che ha riscritto i codici della denominazione del Sauternes. Con le storie, tra le altre, di Joséphine Sauvage d’Yquem, dell’attuale presidente e direttore generale Pierre Lurton, e dell’italianissimo directeur d’exploitation Lorenzo Pasquini.
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Wine & Food
Vino italiano ed export: -7,3% in valore tra Usa, Germania, Uk, Canada e Giappone nel 2023
Frena, nel 2023, l’import di vino italiano nelle sue cinque principali piazze mondiali. Secondo l’Osservatorio di Unione Italiana Vini (Uiv), i dati finali relativi alle importazioni da Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Canada e Giappone (che, insieme, valgono il 56% dell’export complessivo del Belpaese), per il prodotto made in Italy il 2023 si è chiuso con un calo tendenziale del 4,4% nei volumi e del -7,3% nei valori, a 4,45 miliardi di euro (sebbene nel complesso, i dati Istat, analizzati da WineNews, relativi a tutto il mondo, nei primi 11 mesi 2023, raccontino di un -0,6% in valore, ndr). “Il nostro Paese ha l’esigenza primaria e non più rinviabile di allargare la propria base clienti: questi cinque Paesi rappresentano quasi il 60% del valore delle esportazioni italiane, contro il 50% della Francia e il 40% della Spagna”, commenta Lamberto Frescobaldi, presidente Unione Italiana Vini (Uiv).
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Castello del Terriccio
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Consorzio Vini di Romagna
Tenuta Sette Ponti
Bosca
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Enoturismo e contatto diretto con i consumatori: il futuro di Chianti e Morellino di Scansano
Le riflessioni di Consorzi e produttori da “Chianti Lovers” e “Rosso Morellino”, anteprima che unisce due territori diversi, ma capaci di fare sinergia. Parlano Giovanni Busi (presidente Consorzio Vino Chianti), Bernardino Guicciardini Calamai (presidente Consorzio Morellino di Scansano), Marco Bruni (Bruni), Leone de Renzis (Castello di Sonnino), Giulio Parentini (Moris Farm), Mauro Galardi (Fattoria di Poggiopiano).
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