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N. 2.642 - ore 17:00 - Venerdì 19 Aprile 2019 - Tiratura: 31.110 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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La Pink Revolution che ha investito gli Stati Uniti non accenna a placarsi: l’onda dei vini rosati, arrivata dalla Provenza, non ha alcuna intenzione di ritirarsi. Del resto, in Usa l’11,2% delle bottiglie di vino fermo sono di vino rosato, e se l’Italia non si è lasciata conquistare dalla rivoluzione, restando ferma su altri capisaldi, per i produttori del Belpaese la strada è tracciata, e porta, ovviamente, Oltreoceano. Dove fanno rotta i vini rosati di Puglia, protagonisti, grazie alla regia dell’Associazione “Puglia in Rosé”, de “La nuit en rosè”, evento clou in Usa, di scena a New York il 10 e l’11 maggio, a bordo dello Hornblower Infinity Yacht, in crociera sul fiume Hudson. |
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In Russia le preferenze e i gusti in fatto di beverage stanno cambiando rapidamente e, nonostante un periodo di crisi, l’interesse nei confronti del vino continua a crescere. Lo dicono i numeri, analizzati dal report “Il mercato degli alcolici in Russia 2018 vs 2017. Tendenze e prospettive di business per il 2019-2021” di Simple Group, che in Russia distribuisce il 9,5% del vino venduto nel Paese, anche grazie ad una catena di enoteche, centri di distribuzione e ristoranti. Se nel 2017 il volume dei consumi di vino è quasi tornato al periodo pre-crisi mostrando, per la prima volta dopo tre anni, una crescita a doppia cifra ed una spesa complessiva di 3,9 miliardi di euro (con 880 milioni di euro di importazioni, in crescita del +33% sul 2016, e l’Italia primo fornitore grazie a 255 milioni di euro di vendite, pari ad una quota del 29%), il 2018, a causa delle nuove sanzioni, dell’instabilità del cambio e dell’aumento dell’Iva, è stato un anno interlocutorio, e secondo i dati forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico russo, le vendite al dettaglio sono uscite dal picco negativo ma, nonostante l’indicizzazione dei salari e la crescita del credito al consumo, mentre le previsioni per il 2019 indicano un rallentamento del retail dovuto all’aumento dell’inflazione, all’elevato carico del debito e da un generale pessimismo sulla situazione economica. Un quadro assai complesso, eppure, in Russia l’interesse per il vino cresce, e secondo Maxim Kashirin, presidente di Simple Group, “lo sviluppo del business in Russia è ora un compito difficile e costoso ma fattibile. Inutile aspettarsi una crescita esplosiva del mercato nei prossimi anni, ogni punto percentuale di crescita sarà guadagnato grazie a un grande lavoro, ma ci si potrà comunque aspettare un ritorno tangibile degli investimenti”. Molto, se non tutto, passa per le rivoluzioni culturali che attraversano il Paese, che riguardano anche i consumi, come ricorda Anatoly Korneev, vice presidente di Simple Group. “Cambia l’opinione dei consumatori, e grazie ai viaggi, la cultura del consumo del vino si sta sviluppando, soprattutto nelle nuove generazioni. I giovani non si intendono di vino ma sono interessati a caprine di più. Per questo, Simple Group investe in tanti progetti diversi”. |
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A Pasqua e Pasquetta (per 6,3 milioni di italiani al ristorante per una spesa di 328,8 milioni di euro, dati Fipe), il vino non può mancare. A consigliarlo, a WineNews è Marco Reitano, chef sommelier de La Pergola del Rome Cavalieri, tre stelle Michelin. Con vini di maggior struttura, per Pasqua, e vini più freschi, per Pasquetta. E così, la domenica, spazio a Grand Cuvèe di Krug, Saffredi di Fattoria Le Pupille, e a due declinazioni di Aglianico: il Titolo di Elena Fucci, dal Vulture, ed il Taurasi Libero Pensiero di Villa Diamante. Chiusura con la Malvasia di Bosa di Columbu, dalla Sardegna. Il lunedì, invece, nel calice ecco il Lalucì di Baglio del Cristo di Campobello, il Verdicchio di Matelica Vertis di Borgo Paglianetto, il Dolcetto d’Alba di Mascarello, il Montepulciano d’Abruzzo Vigna del Convento di Valle Reale, ed il Moscato Rosa di Franz Haas dall’Alto Adige. Prosit! |
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Quelli alle porte sono giorni all’insegna della tradizione a tavola, come sempre accade in Italia nelle feste ricordate. Eppure, come ogni volta, c’è spazio anche per sognare, nel piatto e nel calice, con l’alta cucina ed i grandi vini del Belpaese. E così, per un menù ideale di Pasqua, abbiamo chiesto consiglio ad un grande ristorante, due stelle Michelin, nella “terra di mezzo” tra Umbria, Lazio e Abruzzo, fuori dalle grandi rotte e dagli schemi. Visto che a La Trota, a Rivodutri, i fratelli Maurizio e Sandro Serva portano avanti il ristorante di famiglia, fondato nel 1963 da “mamma Rolanda e papà Emilio”, dove la specialità è il pesce d’acqua dolce, di fiume e di lago. E così, se tra i grandi classici del ristorante spiccano piatti come Carpa, maionese di rape rosse e crescione di sorgente o la Zuppa di tinca con passaggio speziato e capelli d’angelo, spazia su altri sapori il menù di Pasqua consigliato a WineNews, con sapori della tradizione rivisitati in chiave creativa e gourmet: dall’Uovo di carciofo alla Quaglia marinata ai mirtilli, mosto cotto ed erbe spontanee, dai Bottoni di stracciatella, asparagi selvatici, foie gras ed estrazione di parmigiano ai Cannoli di olive nere ripieni di pollo, peperoni e gelato di friggitelli, al Castrato, Campari e arancia, con la chiusura in dolce affidata a “Come dire… “Zuppa Inglese”!”. |
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Il dramma del caporalato è tutt'altro che superato, ma nel settore agricolo le cose vanno meglio di qualsiasi altro comparto, tanto che, secondo il “Rapporto annuale dell’attività di vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale” 2018 dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, il primario vanta la percentuale più bassa di irregolarità: nel settore sono state effettuate 7.160 ispezioni, con un tasso di irregolarità registrato di circa il 54,79%, superiore di oltre 4 punti percentuali rispetto al 2017 (50%). |
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“I terroir del Sangiovese in Toscana - Conoscenza, Storytelling, Mercato”: ecco la terza tappa della Summer School “Sanguis Jovis”, l’alta scuola del Sangiovese della Fondazione Banfi per approfondire e studiare tutto ciò che ruota intorno al re dei vitigni del Belpaese, il più coltivato (53.000 ettari, l’8% del vigneto nazionale), che torna a Montalcino, territorio del suo vino simbolo, il Brunello, dal 15 al 19 luglio. A Montalcino, sotto la supervisione di Attilio Scienza, docente di Viticoltura all’Università di Milano, e Alberto Mattiacci, docente di Economia e Marketing alla Sapienza di Roma, presidente e direttore di “Sanguis Jovis”, si parlerà de I contenuti culturali dei terroir del Sangiovese in Toscana, dell’Analisi dell’interazione del vitigno Sangiovese con i diversi pedo climi della Val d’Orcia e de Il terroir come asset di marketing. |
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Le riflessione di due degli agronomi più affermati del mondo, tra biologico, biodinamico e le potenzialità inespresse dei territori d’Italia: “la cosa più importante è quello che è sotto la superficie del vigneto, la profondità delle radici. Nel Belpaese c'è molto di più di Toscana, Piemonte e Sicilia, ci sono tante zone capaci di esprimere vini di territorio, ancora da scoprire e da far conoscere”.
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