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N. 3.372 - ore 17:00 - Venerdì 11 Marzo 2022 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Luca Gardini è il miglior critico del mondo sul vino italiano (e n. 16 in classifica), mentre Jeb Dunnuck, Jancis Robinson e James Suckling, sono i migliori critici di vino al mondo in assoluto, secondo la “The Best Wine Critic of the World Competition” di Tastingbook.com, concorso promosso da quella che si definisce la “più grande piattaforma mediatica e comunità social del vino”. Ad eleggere i migliori critici sono stati 314.126 voti online, che hanno messo in ordine la “Top 30”, nata dalla short list creata da segnalazioni spontanee di wine merchant, importatori, produttori e sommelier di tutto il mondo. |
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Distanti, geograficamente ed economicamente, dalle vicende europee, gli Stati Uniti, pur giocando politicamente un ruolo di primo piano nel conflitto russo in Ucraina, possono guardare con occhi diversi al 2022, altro anno drammatico, già reso difficile da quelle dinamiche inflazionistiche che hanno segnato negativamente la fine del 2021, con l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia che mina la ripresa dell’economia globale ed il tanto atteso rimbalzo. Che Oltreoceano si respiri un’aria diversa, per tanti motivi, lo racconta, a WineNews, Antonino Laspina, direttore Ice New York, che tratteggia le linee guida di quello che, per il vino italiano, è di gran lunga il mercato export più importante, dove il futuro è “rosa”, e sempre più in mano a Gen Z e Millennials, che hanno un potere di acquisto importante, ma vanno saputi conquistare ripensando lo storytelling di un mondo ricco di unicità e diversità, dove la bellezza dei paesaggi va a braccetto con il rispetto dell’ambiente, nella consapevolezza che la promozione è decisiva, e intraprende sempre nuove strade, dagli scaffali della Gdo ad una ristorazione sempre più ... italiana. “Lo scenario non è dei migliori - racconta Antonino Laspina - ma dal mercato Usa arrivano segnali incoraggianti, che potrebbero tradursi in opportunità di crescita per il vino italiano. In questi due anni il consumatore americano ha premiato la qualità dei nostri prodotti, con una crescita importante del prezzo medio, cresciuto del 20% sul 2020 e del 14% sul 2019, mutando la struttura del nostro export. Ma a cambiare è stata anche la struttura delle esportazioni, con il rosé che sta prendendo quota: per i francesi prima del Covid valeva 300 milioni di euro, per noi appena 10-15 milioni di euro”. L’ottimismo del direttore Ice New York, del resto, è sostenuto “dalla capacità del nostro sistema vino di sapersi adattare al mercato. Di fronte alla chiusura di negozi e locali, abbiamo subito capito cosa il mercato avrebbe chiesto. Ci è andata bene, perché abbiamo lavorato molto bene negli ultimi anni, specie sul campo dell’educazione, che ha sopperito alla mancanza di grandi gruppi di distribuzione. Il merito maggiore della nuova comunicazione è invece quello di avere tagliato con molti pregiudizi e luoghi comuni” (l’intervista integrale in approfondimento). |
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Un intervento europeo, la creazione di un “Energy Recovery Fund”, una Pac da ridisegnare, la deroga sulla disciplina degli aiuti di Stato per il settore agroalimentare, ma anche una strategia che diversifichi di più le fonti di approvvigionamento delle materie prime, e non solo. Sono tanti gli spunti e le idee emersi dall’informativa del Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, nel Consiglio dei Ministri di ieri (e sostanzialmente ribadita nel G7 informale dell’Agricoltura di oggi), sulla situazione legata al settore agroalimentare in relazione all’attuale scenario internazionale, ed in particolare ovviamente, alla guerra tra Russia e Ucraina (tra i più importanti produttori di grano e mais al mondo, ndr). Proposte che piacciono alle organizzazioni agricole, da Agrinsieme a Coldiretti (in approfondimento) che, però, chiedono concretezza e rapidità di azione. |
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L’Europa assorbe il 60% delle esportazioni in valore del vino italiano, con 4,28 miliardi di euro nel 2021, per una crescita di 351 milioni in un anno pari al +8,9%. Forte recupero nel continente americano, che vale 2,23 miliardi di euro, +16,7% in un solo anno. Anche i mercati asiatici, che avevano riscontrato maggiori difficoltà nel 2020 (-12,6%), nel 2021 hanno visto le esportazioni superare il mezzo miliardo di euro per una crescita del +22,5%. Emerge dall’analisi “territoriale” dei dati Istat sulle esportazioni tricolore 2021, da record, firmata dall’Osservatorio Qualivita Wine. Fra le principali destinazioni, gli Stati Uniti superano 1,72 miliardi di euro e assorbono il 24,2% delle esportazioni vinicole made in Italy: un risultato che porta l’export in valore verso gli USA al +18,4% rispetto al 2020 e al +12% sul 2019. Prosegue l’andamento positivo in Germania, iniziato nel secondo semestre del 2020, che porta l’export italiano oltre 1,13 miliardi di euro nel 2021. A seguire, il Regno Unito con un +5,1% recupera solo parzialmente il calo del 2020, mentre la Svizzera compie un deciso passo avanti e supera i 415 milioni di euro nel 2021. Focus sulla Russia, che con 149 milioni di euro nel 2021 (+18,4%) è il mercato n. 12 in valore per il vino italiano, che vale il 30% delle importazioni nel Paese (il 60% per gli spumanti). Almeno, prima della guerra.
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La Barbie, una volta frivolo simbolo di stile e bellezza, si riscopre paladina dell’emancipazione femminile, celebrata dalla “The Barbie Inspiring Women Series”, una collezione dedicata alle donne che hanno fatto la storia. Non solo paladine dei diritti come Rosa Parks, ma anche imprenditrici di successo come Sonia Peronaci, storica fondatrice di “Giallo Zafferano”, pioniera delle ricette online, volto televisivo e imprenditrice digitale. Diventata, come Samantha Cristoforetti, Sara Gama e la chef Rosanna Marziale, una Barbie. |
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Nella Toscana del vino Cortona e Syrah diventano un binomio inscindibile, e, in questi giorni, la città diventa capitale di questo vitigno che ha trovato nel cortonese il suo luogo d’elezione. Tanto che la “capitale italiana” della Syrah, varietà che qui è moderna, e ha messo radici da una intuizione della famiglia di produttori D’Alessandro, insieme al professor Attilio Scienza dell’Università di Milano (e che oggi domina il 75% delle vigne dell’area di Cortona, che da Doc punta alla Docg, ndr) ma in un territorio antico, dove la cultura del vino è presente fin dagli Etruschi, come racconta la “Tabula Cortonensis” (considerato il primo “atto notarile” della storia del vino, del II secolo a. C.), si candida a diventare la “capitale mondiale” di questa varietà. Il messaggio (in approfondimento) che arriva al via della tre giorni “Chianina & Syrah” n. 5 (fino al 13 marzo). |
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A WineNews Maria Grazia Mammuccini, presidente Federbio (partner della Slow Wine Fair, a Bologna dal 27 al 29 marzo) e produttrice di vino in Toscana, nel Val d’Arno. “Una nuova legge quadro è importante. Italia primo Paese per percentuale di superfice a vigneto bio sul totale, ed il trend di mercato è in crescita. Ma servono investimenti in ricerca per migliorare ancora. Ed un taglio forte della burocrazia sulle certificazioni”. |
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