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N. 2.529 - ore 17:00 - Lunedì 12 Novembre 2018 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Usa loves Italy. Messaggio da “Matter of Taste” a New York, festa per i 40 anni di “The Wine Advocate” di Robert Parker, che “ha portato dalla sua cantina una doppia magnum di Barolo Bussia 1989 di Poderi Aldo Conterno”, racconta a WineNews la corrispondente dall’Italia, Monica Larner. “È stato un successo - l’Italia era presente con decine di grandi etichette - anche per la presenza dei produttori”, da Alessia Antinori (Antinori) a Priscilla Incisa della Rocchetta (Tenuta San Guido, entrambe nella foto con Parker e la Larner), da Antonio Capaldo (Feudi di San Gregorio) a Marco Caprai (Caprai), da Santi Planeta (Planeta) a Luca Currado (Vietti), per citarne alcuni. |
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“La nostra ricchezza di vitigni autoctoni tardivi, in particolare a bacca rossa - dal Nero d’Avola al Gaglioppo, dall’Aglianico al Montepulciano, dal Sangiovese al Nebbiolo, per dirne alcuni - unita alla ricerca, ci permetterà di fare fronte al cambiamento climatico, tanto da divenire una opportunità”. Parola di Luigi Moio, professore di enologia all’Università di Napoli, al Merano WineFestival, nella tavola rotonda sul futuro del vino, animata da Stevie Kim di Vinitaly International, i sommelier Luca Gardini e Adua Villa, Luciano Ferraro del Corriere della Sera, Oscar Farinetti, Joe Bastianich, Matilde Poggi, presidente Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, il produttore Walter Massa, il giornalista Luciano Pignataro, il critico Andrea Gori, ed il climatologo meranese Georg Kaser, moderati dal giornalista Franz Botrè (Spirito di Vino). “La nostra vitienologia basata su centinaia di vitigni - ha proseguito Moio, già presidente della Commissione enologia dell’Oiv - ci dà un vantaggio rispetto alla Francia, ma anche ai Paesi nuovi produttori come l’Australia, l’America Latina e la California, che hanno produzioni improntate su una decina di varietà internazionali”. E se per Moio la preoccupazione maggiore è “per la tropicalizzazione del clima che ci espone a eventi meteorologici estremi”, secondo uno studio della climatologa Lee Hannah di Conservation International, le regioni vinicole più importanti del mondo, dal Cile alla Toscana, dalla Borgogna all’Australia, vedranno diminuire le loro aree coltivabili dal 25% al 73% entro il 2050. Ma al di là di previsioni più o meno catastrofiche, le strade per gestire il cambiamento non mancano. “Ogni varietà deve stare nelle condizioni pedoclimatiche che consentono di ottenere uve equilibrate, in primis con il giusto pH”, ha detto Walter Massa, mentre secondo Matilde Poggi “dovremo riappriopriarci di tecniche e modalità di coltivazione che un tempo erano praticate, dal recupero di forme di allevamento come la pergola, che protegge i grappoli dall’insolazione eccessiva, a una gestione del terreno che preservi la vite da stress idrici. Dobbiamo immaginare una viticoltura sostenibile a tutto tondo, anche dal punto di vista della mitigazione del cambiamento climatico”. |
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É iniziato il “count down” della classifica enoica più attesa dell’anno, la “Top 100” del magazine Usa “Wine Spectator”, che, da oggi al 16 novembre, svelerà il vertice della sua graduatoria. E c’è già un italiano. Se al n. 10 c’è il The Bedrock Heritage Sonoma Valley 2016 di Bedrock, al n. 9, c’è l’Etna San Lorenzo 2016 di Tenuta delle Terre Nere di Marco de Grazia, conferma della crescita della Sicilia enoica e di uno dei suoi territori d’elezione. E così il Belpaese si piazza già in quella “Top 10” in cui, nel 2017, l’unico italiano è stato il Brunello di Montalcino 2012 di Casanova di Neri, il migliore delle 16 etichette del Belpaese. In attesa di conoscere il n. 1 (primato che l’Italia, fino ad oggi, ha conquistato per tre volte in 28 edizioni: nel 2000, con il Solaia 1997, nel 2001, con l’Ornellaia 1998, e, nel 2006, con il Brunello di Montalcino 2001 Tenuta Nuova di Casanova di Neri, ndr). |
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La Cina è il mercato del futuro per l’export enoico, seguita da Giappone, Hong Kong, Paesi Scandinavi, Usa e Canada, e a dirlo sono i protagonisti dell’industria internazionale del vino (2.400 tra produttori, esportatori, importatori, retailer, convinti, nell’82% dei casi, che il commercio enoico continuerà a crescere), come emerge dal ProWein Business Report 2018 firmato dalla Geisenheim University, e presentato a Shanghai, alla vigilia della tappa cinese della fiera enoica di Düsseldorf, da domani al 15 novembre (con decine di griffe italiane protagoniste di masterclass e degustazioni guidate dall’associazione dei sommelier tedeschi, la De.Sa., diretti da Sofia Biancolin). A far salire la Cina, nei Paesi che guideranno la crescita del commercio del vino, dalla posizione n. 9 del 2017 alla prima del domani, sarà principalmente l’aumento delle importazioni, con incrementi importanti sia in termini di volumi che di valori, specialmente da Australia, Francia e Cile. Previsioni negative, invece, per la Gran Bretagna, che secondo molti subirà l’effetto Brexit. I mercati emergenti sui cui puntare, invece, secondo i professionisti, nei prossimi 5 anni saranno Paesi come Singapore, Repubblica Ceca, Taiwan, Emirati Arabi, Vietnam e India. Tra le curiosità, i più ottimisti sono i piccoli produttori, ed in particolare gli italiani. |
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La russa Yana Kamenskaya con “Evoluzione” (prima classificata), l’italiano Marco Strizzolo con “L’Ultima”, e il portoghese Bruno Albuquerque con “Dança do vinho” tra gli under 35; il serbo Snežana Čomor con “Saint George killing the Dragon” (primo classificato), il rumeno Aurel Ştefan Alexandrescu, e l’indonesiano Jitet Kustana con “World of wine” per gli over 35: ecco le più graffianti vignette satiriche in salsa enoica vincitrici di Spirito di Vino 2018, il Concorso promosso dal Movimento Turismo del Vino Friuli. |
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Un tartufo da 880 g, 6 magnum di Barolo e Barbaresco - Barolo Bricco Boschis Vigna San Giuseppe 2004 di Cavallotto, Barbaresco Roncaglie 2010 dei Poderi Colla, Barolo Villero 2011 di Oddero, Barbaresco Vanotu 2007 di Pelissero, Barbaresco Rabaja 1995 di Giuseppe Cortese e Barolo Monfalletto 1985 di Cordero di Montezemolo - e una cena al ristorante 8½ Otto e Mezzo Bombana: ecco il top lot dell’Asta Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba e dei grandi formati di Barolo e Barbaresco, aggiudicato, ieri sera, da un imprenditore hongkonghino, nella cena di beneficenza al tre stelle Michelin dello chef Umberto Bombana ad Hong Kong, in diretta con il Castello di Grinzane Cavour. In totale, con altri 3 lotti, il pladge finale del Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani e il ricavato della cena, sono stati raggiunti 360.700 euro. |
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Il sentiment dei produttori italiani, dal Merano Wine Festival, dalle piccole griffe alle realtà più strutturate, dal Nord al Sud del Belpaese da Pasqua a Folonari, da Librandi a Famiglia Cotarella, da Tedeschi a Montevertine, da Baglio del Cristo di Campobello a Lunae Bosoni, da Sartarelli a Siddura ed Anselmi.
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