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WineNews
N. 4.014 - ore 17:00 - Lunedì 29 Luglio 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Dioniso, dio del vino, alle Olimpiadi
Il riferimento era la mitologia greca, in particolare l’Olimpo e Dioniso, dio del vino e delle feste (il Bacco dei Romani) e non l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci. Lo ha detto Thomas Jolly, direttore artistico della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, che continua a suscitare polemiche. A colpire gli spettatori in mondovisione (in particolare, cattolici e conservatori, oltre ai vescovi italiani e d’Oltralpe), venerdi scorso, la scena battezzata Festività, dove un gruppo di coloratissime drag queen erano impegnate in una scena che pareva ispirata all’Ultima Cena, con l’aggiunta di un Dioniso seminudo dipinto di blu.
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Primo Piano
Tenuta San Guido n. 1 per redditività, Antinori per vigne e investimenti: i leader del vino
La Tenuta San Guido, culla del Sassicaia, continua a dominare per redditività, con un indice di oltre il 60%; la realtà cooperativa Cantine Riunite & Civ (di cui fa parte il Gruppo Italiano Vini - Giv) continua a dominare per fatturato, con 670,6 milioni di euro, mentre la prima realtà privata è il gruppo Argea, con 449,5 milioni di euro. Sono alcuni dei primati che emergono dalla ormai storica classifica delle 118 maggiori aziende vitivinicole italiane, della giornalista economica Anna di Martino, pubblicata oggi su “L’Economia” del quotidiano “Corriere della Sera”. Un gruppo di aziende (75 private e 43 cooperative), che mettono insieme oltre 9 miliardi di euro di fatturato (+2,7% nel 2023 sul 2022, con una crescita all’export del 3,6% ed un incremento in Italia del 1,1%), e capaci di crescere, nel complesso, nonostante un mercato generalmente in calo. Guardando alle aziende (private) che possiedono più vigneti al top c’è la Marchesi Antinori, con i suoi 3.350 ettari in produzione (considerando anche i 230 ettari di vigneti in Usa ed i 100 in Cile); al secondo posto la Marchesi Frescobaldi con 1.660 ettari (in crescita), scavalcando il Gruppo Zonin 1821, titolare di 1.600 ettari. Il quarto posto è di Banfi, con 1.034 ettari, prima realtà nel territorio del Brunello di Montalcino. Seguono, al quinto posto, con 1.018 ettari, le Tenute del Leone Alato, polo vitivinicolo controllato da Leone Alato, holding agroalimentare del Gruppo Generali. Al n. 6 il gruppo Terra Moretti, presieduto da Francesca Moretti e guidato dall’ad Massimo Tuzzi, con una proprietà di 899 ettari che abbraccia Franciacorta, Toscana e Sardegna. Posizione n. 7 per Tommasi Family Estates, che, partita dal Veneto (in Valpolicella), ha messo insieme un patrimonio di 800 ettari in diversi territori di primo piano di tutta Italia (da De Buris in Valpolicella a Casisano a Montalcino, a Paternoster in Basilicata), mentre al n. 8 c’è ancora il Gruppo Santa Margherita, con 608 ettari nelle sue varie tenute. Chiudono la “Top 10” la siciliana Cusumano (530 ettari) e Feudi di San Gregorio di Antonio Capaldo, che, partendo dall’Irpinia, ha portato a 510 gli ettari vitati, in diversi territori importanti del Belpaese (da Basilisco, cantina simbolo del Vulture, a Campo alle Comete, a Bolgheri, e Galardi, produttore dell’iconico vino Terra di Lavoro, ancora in Campania).
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Ecco chi investe di più
Se la redditività è un parametro fondamentale per la salute delle aziende, altrettanto significativo è quello relativo alla capacità di investire. E così, dall’analisi di Anna Di Martino, emerge che ad aver investito di più, nel 2023, con 26,3 milioni di euro, è ancora la Marchesi Antinori, davanti al Gruppo Santa Margherita, con 25,5, al gruppo Caviro con 24,7, a Marchesi Frescobaldi, con 22, ed a Cantine Riunite & Civ, con 20,5. A seguire, con 12,1 milioni di euro, c’è Ruffino, e poi, con poco meno di 11 milioni di euro, Terra Moretti Vino, della famiglia Moretti, poi Tenute del Cerro, di proprietà del gruppo Unipol, ed ancora Mionetto, mentre con 9,5 milioni di euro investiti, chiude la particolare classifica, Collis Veneto Wine Group (oggi diretta da Christian Scrinzi, che è, da poco, anche presidente del Consorzio del Soave, ndr).
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Focus
Le cantine italiane che “rendono” di più
La Tenuta San Guido dei Marchesi Incisa della Rocchetta domina ancora una volta la graduatoria 2023 sulla redditività, con un indice che supera il 60%. Seconda piazza per Jermann: la cantina friulana, celebre per i suoi bianchi d’autore, ha chiuso il 2023 con un indice del 57,4%, seguita sul terzo gradino del podio dalla tenuta toscana Biserno, con un rapporto del 51,3% (oggi condotta da Niccolò Marzichi Lenzi). Le due aziende appartengono entrambe, con quote diverse, alla Marchesi Antinori, che si piazza al quarto posto, con il 50,2%. Al quinto posto ecco un’altra prestigiosa griffe toscana, la Marchesi Frescobaldi, con un rapporto che sfiora il 39%. Al n. 6 il Gruppo Santa Margherita della famiglia Marzotto, con il 33,2% a fronte di un fatturato di ben 255,1 milioni. Dal Veneto alla Sicilia, al n. 7, con il 30,8%, c’è Cusumano. Due new entry nel club dei 10 migliori per redditività, ovvero Pizzolato, nel Trevigiano, con il 29,3, e poi Casa Paladin, con il cuore in Veneto ma aziende anche in Friuli, Franciacorta (con la perla Castello Bonomi, ndr) e Toscana, con il 24,8%. A chiudere la “Top 10” uno dei nomi più importanti di Sardegna e storicamente presente in classifica, Argiolas, con il 23,8%, e ancora, oltre il 20%, Donnafugata, Guido Berlucchi, Feudi di San Gregorio, Fantini Group, Tasca d’Almerita e Marchesi Mazzei.
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Cronaca
Bocelli rilancia il suo brand
Andrea Bocelli, il più famoso tenore del mondo, festeggia 30 anni di carriera con le serate-evento di Lajatico e Forte dei Marmi, insieme a star internazionali - da Ed Sheeran a Johnny Depp, da Will Smith a Brian May, passando per Tiziano Ferro e Eros Ramazzotti - e, per l’occasione, rilancia il suo brand di vino, Bocelli1831, con un restyling delle sue etichette e tre nuove referenze (Prosecco, Igt Toscana Bianco, Igt Toscana Rosso), che saranno prodotte e distribuite da Zonin1821 (che già firma il Prosecco della popstar Kylie Minougue, ndr).
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Wine & Food
Caldo asfissiante, granchio blu, vermocane: in Italia è allarme pesca
Non solo campagne, e quindi vigneti, coltivazioni, ortofrutta, e ben altro ancora, perché il cambiamento climatico è un’insidia anche per i pesci che, in questa afosa estate, stanno soffrendo per una serie di motivi. Tra granchio blu, vermocane, il caldo estremo che spinge i pesci a largo, fa soffrire stagni, lagune e favorisce la mucillagine; pescatori italiani al palo e attività ridotta, con picchi dal 70 al 100% nelle aree più colpite, l’elenco delle complicazioni è lungo. Tra le situazioni più delicate c’è quella di Orbetello, l’emergenza legata al granchio blu che ha messo in ginocchio le produzioni di vongole veraci nel Delta del Po, il problema mucillagine nell’Adriatico, mentre al Sud, invece, è allerta rossa per il vermocane, che sta rendendo difficile la vita dei pescatori in Puglia, Calabria e Sicilia (in approfondimento).
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Castello del Terriccio
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Masottina
Consorzio Vini di Romagna
Tenuta Sette Ponti
Bosca
WineNews.tv
Dal “costo di produzione” ai contratti su uva e vino, le novità del “Dl agricoltura”
“Tante novità, come l’introduzione dei concetti di “costo medio di produzione” e di “costo di produzione”, che incidono sui contratti di acquisto di uve e vino, per i quali sono anche riformulate le sanzioni per chi sgarra. Importante anche il collegamento digitale tra registro e schedario vinicolo. Ma si interviene più in generale su tutto il settore agricolo, con aiuti come la sospensione dei mutui per chi ha subito perdite importanti per il clima, e non solo. Con attenzione particolare alla tutela del lavoro e alla lotta al caporalato”.
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