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WineNews
N. 2.446 - ore 17:00 - Mercoledì 18 Luglio 2018 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Il vino e l’integrazione per Erri De Luca
“Il vino è un alimento, ma anche una bevanda che tiene insieme le persone, che rallegra, che presiede alle nostre feste, che accompagna i nostri lutti, fa parte della nostra tradizione sociale”. Così, a WineNews, Erri De Luca, scrittore e poeta dallo sguardo sempre aperto sul mondo. “Il bello del vino è che è il nostro miglior prodotto da esportazione, e questo aiuta il ritorno delle persone alle campagne, al lavoro ben fatto”. E anche nell’integrazione, con tanti stranieri che lavorano nei campi e tra i filari. Ma spesso, ancora, “in una condizione di inferiorità, di timore e di soggezione civile”, tema sul quale c’è ancora tanto da lavorare. 
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Primo Piano
Grandi opere vs vino: tra la Tav nel Lugana e l’impianto di compostaggio in Irpinia
Tra grandi opere, più o meno realmente necessarie ed utili che siano, e territori del vino, spesso il rapporto non è dei migliori. Anche perché il valore culturale, storico ed economico del vino stesso è intimamente legato alla bellezza e all’integrità dei luoghi in cui viene prodotto. E così, come successo di recente nel territorio del Lugana, dove il Consorzio che tutela uno dei vini bianchi di maggior successo nel mondo ha chiesto un ripensamento del progetto dell’alta velocità tra Brescia e Verona (che prevede la realizzazione di 42 chilometri di ferrovia in 7 anni, che comporterebbe anche il “taglio” di alcune decine di ettari di vigneti della denominazione, con un investimento già stanziato dal Cipe di 2,49 miliardi di euro), trovando di recente l’apertura alla rimessa in discussione del progetto da parte del Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, ora ad alzare gli scudi sono i produttori d’Irpinia, in Campania. Motivo del contendere, l’impianto di compostaggio che si prevede di realizzare a Chianche, nel cuore di uno dei territori più importanti del vino della Regione. Ma produttori di vino e sindaci dei Comuni circostanti non ci stanno. “L’area Docg del Greco di Tufo va tutelata in tutti i modi e non può essere messa a rischio da nuovi investimenti che mal si conciliano con un territorio che fa del patrimonio naturalistico e ambientale il suo principale punto di forza”, ha detto nei giorni scorsi il presidente del Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia Stefano Di Marzo, che si è unito ai Comuni e alle Associazioni per la tutela della Valle del Sabato, che hanno dato vita ad un comitato per contrastare, anche legalmente, il percorso stabilito dalla Regione Campania (i Comuni di Torrioni, Altavilla Irpina, Petruro Irpino, Ceppaloni, Tufo e Santa Paolina hanno già presentato ricorso al Tar della Campania contro la Regione ed il Comune di Chianche per chiedere lo stop del procedimento). Parole a cui si sono aggiunte quelle, tra le altre, di Antonio Capaldo, alla guida di Feudi di San Gregorio, secondo cui sarebbe “un errore clamoroso e probabilmente non recuperabile procedere con questa iniziativa”, e di Piero Mastroberardino, per il quale “è come se domani si decidesse di installare un impianto del genere negli scavi di Pompei” ...
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SMS
Made in Italy e Onu, che caos!
“Le notizie di bollini neri su tale o tale alimento non sono corrette, l’Oms non criminalizza determinati cibi ma raccomanda politiche che promuovano un consumo parsimonioso di alimenti che hanno alti contenuti di sodio, zuccheri o grassi saturi”. Così il dipartimento di nutrizione dell’Oms, dopo la levata di scudi della filiera agroalimentare made in Italy, alla notizia, rilanciata da “Il Sole 24 Ore”, che l’Onu e la stessa Oms abbiano proposto di tassare certi prodotti, o di usare immagini simili a quelli dei pacchetti di sigarette, per abbassare l’incidenza di malattie cardiovascolari e non solo entro il 2030. Provvedimento che, se accolto dagli Stati, per Federalimentare, Coldiretti ed altri, colpirebbe prodotti come il Parmigiano Reggiano, l’olio extravergine di oliva e non solo. La verità si conoscerà il 27 settembre, nell’High Level Meeting Onu, a New York.
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Focus
Francia, scontro tra i produttori top ed il Ministro della Salute 
“Siamo i guardiani di un patrimonio eccezionale: quello della viticoltura francese. Ogni giorno condividiamo con il mondo un po’ dell’anima della Francia”. Sono alcuni passaggi della lettera aperta che oltre 60 produttori francesi, tra cui nomi come Domaine de la Romanée-Conti, Cheval-Blanc, Petrus, Yquem, Pol Roger e Roederer, tra gli altri, hanno affidato alle pagine del più importante quotidiano di Francia, “Le Figaro”, rivolgendosi al Ministro della Salute francese, Agnès Buzyn, per protestare contro la proposta di portare il logo che invita le donne in gravidanza a non bere, dalla retro etichetta all’etichetta delle bottiglie di vino, ingrandendone le dimensioni e facendolo di colore rosso, per spiccare ancora di più. Già in febbraio i produttori si scontrarono con il Ministro, quando dichiarò che “scientificamente, il vino è un alcolico come un altro. Si lascia pensare alla popolazione francese che il vino abbia benefici che altri alcolici non hanno, ma è falso”. Una vicenda che, al di là della questione particolare, la dice lunga, però, su come il vino, anche nelle sue roccaforti, come la Francia, non sia più immune da cambiamenti di carattere sociale generale, come la sempre maggiore attenzione, a volte quasi maniacale, a tutte le tematiche legate alla salute.
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Cronaca
L’Omino Michelin, 120 anni e non li dimostra
Era il 1894, quando all’Esposizione Universale di Lione, vedendo una pila di pneumatici disposti artisticamente, Édouard Michelin ebbe un’idea: “con un paio di braccia sembrerebbe un omino!”. Una frase abracadabra per l’artista O’Galop che nel 1898 realizzò il personaggio protagonista del manifesto “Nunc est Bibendum”, che cita Orazio per dire che il pneumatico Michelin “beve” l’ostacolo. È la storia dell’Omino Michelin, icona mondiale dai viaggi alle stelle della ristorazione, che compie ben 120 anni, ma non li dimostra.
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Wine & Food
Terra e finanza, nasce IdeA Agro, primo fondo di private equity italiano per l’agricoltura
Il rapporto tra mondo della finanza e agroalimentare è sempre più stretto, e sullo scenario italiano arriva un nuovo attore che si candida ad essere protagonista, ovvero il fondo IdeA Agro (emanazione di DeA Capital Alternative Funds, che fa capo al gruppo De Agostini), che si presenta come “il primo fondo di private equity italiano dedicato a investimenti in aziende della filiera agricola, localizzate nel territorio italiano e che operano in modo eco-sostenibile”. Un fondo che, nel primo closing, ha stanziato un budget di 80 milioni di euro, che aumenteranno “facendo ricorso ad ulteriore fund raising”, e che interverrà “selezionando alcune filiere del settore ad elevato potenziale ed investendo, prevalentemente, in aziende agricole produttive di media e grande dimensione (50-150 ettari)”.
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WineNews.tv
“Il cibo ed il vino sono una cosa seria, ma ci si può scherzare sopra”. Parla Piero Chiambretti
Il “Pierino nazionale”, celebre conduttore tv e grande provocatore, a WineNews: “io ho aperto dei ristoranti che dovevano essere l’appendice del mio personaggio, simpatici e brillanti. E a Torino hanno avuto grande successo. Tutti ristoranti napoletani! La rivisitazione degli stellati, invece, la “aborro”, come dice Giampiero Mughini. Nel calice, però, soprattutto Piemonte e Francia".     
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