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N. 4.067 - ore 17:00 - Venerdì 11 Ottobre 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Continua la propria marcia positiva l’export agroalimentare italiano, trascinato dai vini che si confermano ancora una volta uno dei prodotti di punta del made in Italy. Arrivati a questo punto del 2024 è tempo di bilanci per un settore che può già intravedere un altro anno da record: con 34 miliardi di euro di vendite all’estero realizzate dai vini e dagli alimenti tricolore, si fa, infatti, sempre più concreta la prospettiva di raggiungere quota 70 miliardi di euro entro la fine dell’anno. Un risultato a cui hanno contribuito sia l’industria alimentare, con un incremento dei flussi in valore del 7,7%, sia la componente agricola (+3,4%). | |
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| | Non sembrano arrivare buoni segnali per la vendemmia 2024, a livello europeo, anche se l’Italia, per quanto riguarda la stima quantitativa, se la passa meglio di altri, pur con i necessari distinguo tra le varie zone. Secondo il Rapporto sulle prospettive a breve termine per i mercati agricoli dell’Ue, nell’edizione autunnale pubblicata dalla Commissione Europea, la produzione di vino dell’Ue diminuirà leggermente (-1% su base annua) rimanendo del 7% al di sotto del livello medio quinquennale. Ma gli scenari non sono rosei nemmeno per i consumi, che continuano con una tendenza al ribasso, e per le esportazioni, anche queste in calo. Una “fotografia” che vede l’Italia differenziarsi dai competitors, considerato che, rispetto all’ultima vendemmia, la produzione è prevista in crescita del 7%, ma comunque sempre al di sotto dei livelli medi degli ultimi cinque anni (in linea con le stime Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini-Uiv). È probabile che, sottolinea il report, il clima secco limiti le quantità nel Sud, ma la previsione è di vini di buona qualità grazie all’assenza di malattie (ad esempio in Sicilia), mentre il clima umido nel Nord può provocare, invece, infezioni fungine in alcune zone. In Spagna, grazie alla ripresa nella zona di Castilla-La Mancha, condizionata lo scorso anno da siccità e temperature elevate, si parla di un ritorno nella media, mentre in Francia si prevede un raccolto inferiore allo scorso anno nella maggior parte delle regioni vinicole, principalmente a causa di infezioni fungine dopo il tempo piovoso, ma anche delle grandinate in primavera, portando ad un calo complessivo del 10% al di sotto del livello quinquennale. In Germania si prevede un raccolto di buona qualità nelle principali regioni produttrici, ma alcune di quelle orientali sono state fortemente colpite dalle gelate primaverili con perdite fino all’80%, ed i volumi complessivi sarebbero inferiori allo scorso anno (-6%). In Portogallo, la produzione potrebbe diminuire di circa il 3%, a causa del calo nelle principali regioni vinicole del Douro, Lisbona e Alentejo. A livello generale, invece, i mercati agricoli dell’Ue mostrano segnali positivi di stabilizzazione, grazie ai costi degli input che sono costantemente diminuiti negli ultimi mesi e ad un’inflazione alimentare tornata ad un tasso moderato. | |
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| | Sono tante e diverse le caratteristiche che danno valore ad un vigneto, e stabilire quanto effettivamente valga un singolo appezzamento è compito difficile. E pur mantenendosi nel quadro di forbici tra valori minimi e massimi che in certe denominazioni vedono differenze tali da voler dire tutto e niente, ad aggiornare le sue stime di massima è stato ancora una volta il Crea. Secondo il quale, al top rimangono i vigneti di Barolo, che spunterebbero valori tra i 250.000 euro ed i 2 milioni di euro ad ettaro (ma con punte di 4 milioni ad ettaro in cru come Cannubi, ndr). Sul podio, poi, anche Bolgheri, protagonista di una crescita tumultuosa negli ultimi anni, che ha raggiunto i vigneti del Brunello di Montalcino: in entrambi i casi il valore dei vigneti parte da 250.000 euro ad ettaro, come a Barolo, ma il massimale è stimato intorno ad 1 milione di euro. | |
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| | | Per ora non se ne trovano molti, causa effetti del cambiamento climatico e non solo, ma i tartufi che sono stati raccolti sono di buona qualità, a conferma dell’eccellenza della produzione italiana, e con una quotazione che, in media, oscilla tra i 3.000 e i 4.000 euro al kg, con i prezzi che nel corso delle prossime settimane sono destinati come sempre a variare sia per la quantità disponibile sia con l’apertura dei mercati di riferimento. Lo dicono i tartufai dei territori più vocati d’Italia, a WineNews, a cerca appena iniziata ed alla vigilia del primo evento dedicato, la “Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba” n. 94 (12 ottobre-8 dicembre), nelle Langhe Patrimonio Unesco, e la cui inaugurazione è di scena, oggi, con il vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Il cambiamento climatico, in particolare la siccità, ha pesato non poco sulla produzione dei tartufi in Italia, tanto che, proprio ad Alba, la cerca del pregiato tartufo bianco è stata posticipata al 1 ottobre, con termine ultimo per la raccolta fissato al 31 gennaio: “la ragione dello slittamento è stata dettata dalla volontà di permettere al tartufo di migliorare rispetto alla qualità che poteva avere a fine settembre”, ci ha spiegato Agostino Mario Aprile, presidente Unione Regionale Trifulau del Piemonte (in approfondimento). | |
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| | | Se il vino “buono, pulito e giusto” si racconta nella grande degustazione della guida “Slow Wine” 2025 a Milano (19 ottobre), a Roma si celebrano 100 anni del Consorzio Chianti Classico con Fis-Fondazione Italiana Sommelier (15 ottobre). Ma dagli chef della “The World’s 50 Best Restaurants” a “Ein Prosit” a Udine (17-20 ottobre), a “Dolo-Vini-Miti”, il Festival dei “vini verticali” in Trentino (11-20 ottobre), da “Hostaria”, il Festival del Vino di Verona (11-13 ottobre), al “Festival Franciacorta” a Genova (14 ottobre), sono tanti gli eventi nell’agenda WineNews. | |
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| | Grandi esperienze in cantine di assoluto pregio di tutto il mondo, Italia inclusa, etichette rarissime e da collezione, e non solo: è “The Golden Vines Charity Online Auction” by Liquid Icons, con oltre 120 lotti ed offerte piazzabili fino alla mezzanotte del 27 ottobre. Il cui ricavato andrà a sostegno dei progetti benefici della “Gérard Basset Foundation”, la non-profit nata dall’eredità ed in memoria di Gérard Basset che sostiene programmi di educazione al vino legati alla diversità e all’inclusione. Firmati da Argiano, Biondi Santi, Castiglion del Bosco, Casanova di Neri, Il Marroneto, Poggio di Sotto, Tassi, Ornellaia (Frescobaldi), Tenuta San Guido, Tenuta Guado al Tasso (Antinori), Bibi Graetz, Tenuta Sette Ponti, Ultima Pietra, Gaja, Borgogno, Roagna, Vietti, Serradenari, Ferrari Trento, Passopisciaro, i lotti “italiani” (in approfondimento). | |
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| | | Le parole di Don Luigi Ciotti, sacerdote simbolo della lotta alle mafie, con “Libera” e non solo. “Sono 170 anni che parliamo di mafie, c'è un lavoro enorme di magistrati e forze dell'ordine, ma serve un lavoro culturale profondo, e servono tante misure diverse da quelle che prendiamo, che aiutino gli ultimi, i fragili”. Quelli che, secondo Don Ciotti, sono i nuovi “schiavi del consumismo”. “Serve un nuovo scatto avanti, da parte di tutti noi”.
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