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N. 3.634 - ore 17:00 - Lunedì 20 Marzo 2023 - Tiratura: 31.183 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Sin dal 24 febbraio 2022, WineNews, per quanto possibile a distanza, ha provato a raccontare la realtà vissuta dai produttori ucraini dopo l’invasione russa. Da allora, intere Regioni sono state occupate e bombardate, ma l’Ucraina resiste, ed ha intenzione di farlo a lungo, anche tra i filari. Alla “ProWein”, abbiamo incontrato i vignaioli, eroi dei giorni nostri che continuano a prendersi cura di vigne e cantine, difendendo un patrimonio culturale ed economico fondamentale. Perché, nonostante tutto, speranza e fiducia albergano in tanti di loro, come Alia Plachkova, alla guida della Kolonist Family Winery, che ha condiviso con noi il dramma della guerra. |
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Sembra vino, ma non lo è, o forse sì. In ogni caso il trend del vino a basso tenore alcolico o senza alcol si sta facendo largo, perché, sull’onda di un’offerta di bevande low/no alcol aumentata esponenzialmente negli ultimi anni in molti Paesi del mondo, rappresenta un mercato ancora di “nicchia” a livello mondiale, stimato a 322 milioni di euro, su 7,5 miliardi di euro totali, in gran parte coperti dalla birra, secondo un recente studio Areté per la Commissione Agricoltura Ue, ma che sta crescendo molto velocemente. E mentre il dibattito è in corso in Italia, dove sia produttori che istituzioni, a partire dal Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, non sono contrari al vino “zero alcol” ma dicono di non chiamarlo “vino”, e in Europa, dove si fa strada l’esigenza di una normativa comunitaria che faccia chiarezza soprattutto in termini di etichettatura, è questa una delle tendenze di mercato, registrate da WineNews, dalla “ProWein” a Düsseldorf, e che vede sempre più produttori che vi investono e operatori specializzarsi nel segmento, intravedendovi un grande potenziale per raggiungere nuove categorie di consumatori e sull’onda di consumi sempre più “salutari”, soprattutto tra i giovani, più attenti a stili di vita sani e inclini a provare nuovi prodotti. “Per ora lo proponiamo ai nostri clienti tradizionali, e anche ristoratori ed enoteche sono interessati. Abbiamo una produzione di 400.000 bottiglie l’anno, l’anno scorso abbiamo iniziato a produrne 25.000 senza alcol, e quest’anno ci attesteremo sulle 40.000 bottiglie, perché la domanda di mercato si sta spostando verso questo tipo di prodotto”, spiega Christian Nett della tedesca Bergdolt-Reif & Nett. Un mercato che, a livello mondiale, “rappresenta poco meno dell’1% del totale, ma che sta crescendo del 10-20% all’anno - per Frédéric Chouquet-Stringer, fondatore di Zenotheque GmbH - grazie a Germania, Usa, Uk, Scandinavia, Paesi Bassi e Giappone, mentre Francia e Italia stanno cominciando, lentamente, a crescere. Sarà sempre più importante dimostrarne la qualità e questo fenomeno cambierà il mercato del vino in 2-3 anni: i giovani tra 18 e 24 anni non bevono alcol, il grosso dei consumatori ha dai 45 anni in su, e calano ogni giorno. Il vino dealcolato può essere la risposta a questo problema e un buon business nel lungo termine”. |
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Sono Lugana, Prosecco Docg e Primitivo di Manduria i principali vini Dop italiani preferiti dai tedeschi, anche se sono i vini rossi la categoria più acquistata. In Germania - che rappresenta il secondo mercato di export del vino italiano, dopo gli Stati Uniti - aumentano Millennials e Gen Z tra gli acquirenti, anche se, come in Italia, la maggior parte degli acquisti è ad opera di Baby Boomers e Gen X (80% delle bottiglie comprate annualmente). È quanto emerge dall’Osservatorio sull’e-commerce del vino, nato dalla partnership tra Nomisma Wine Monitor e Vino.com, dedicato al consumatore tedesco e ad un confronto con quello italiano. In Germania nel 2022, degli oltre 2,7 miliardi di euro di vino acquistato dall’estero, il 38% era di provenienza italiana. Il mercato tedesco si contraddistingue per la stabilità dei consumi e delle importazioni. |
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“La vita è piena di prime volte, e questa è la mia prima volta ad una fiera del vino. Per me quello del vino è un mondo nuovo, molto coinvolgente, affascinante e pieno di ispirazioni, mi sento come un bambina e ogni giorno imparo qualcosa di nuovo. Ho iniziato a fare il vino rosé perché mi piaceva berlo, ed un giorno, con il calice in mano, mentre la luce filtrava dalla finestra, mi sono detta che mi sarebbe piaciuto produrre un mio rosé, e poi ho avuto la fortuna di trovare tanti partner importanti e bravissimi, come Zonin per il Prosecco Rosé, un produttore fantastico”. Così Kylie Minogue, regina del pop mondiale (con 80 milioni di dischi venduti, 34 “Top 10” e 7 singoli al n. 1 delle classifiche mondiali), e da qualche tempo firma di vini che hanno conquistato il mercato mondiale, con i Kylie Minogue Wines che hanno venduto oltre 8 milioni di bottiglie in 31 Paesi del mondo, e dei quali il suo Prosecco Rosé è il primo di marca venduto nel Regno Unito, con 8,9 milioni di sterline. E che WineNews ha incontrato alla “ProWein”, in una chiacchierata in cui la pop star australiana ha raccontato il suo rapporto con il vino, che è passione ma anche legame con la terra, e un mondo in cui coinvolgere più persone possibili. E un successo enorme, più forte dei vini prodotti da qualsiasi altro vip, la cui lista è lunghissima. |
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Accanto al business, alla “ProWein” c’è spazio per progetti più “alti”, che mettono al centro la solidarietà e l’impegno per gli altri. Come quello di Nova Meierhenrich, giornalista, volto noto della tv tedesca e produttrice con il marito Christian Nett a Duttweiler, nel cuore del Palatinato. Dove nascono Pinot Nero, Pinot Bianco e tanti altri vini come “Somersault” (un bianco e un rosato), che destina 50 centesimi ogni bottiglia venduta all’associazione “HerzPiraten”, fondata da Nova Meierhenrich per aiutare i bambini con malattie cardiache. |
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Nella “Giornata Internazionale della Felicità”, oggi, 20 marzo, Uber Eats ha interpellato la dottoressa Martina Donegani, biologa nutrizionista, per capire quali tipologie di alimenti, inclusi quelli del food delivery, impattino in senso positivo sulle nostre emozioni. I migliori? Frutta a guscio (soprattutto mandorle e arachidi), tuorlo d’uovo, carni di pollo e tacchino, pesce azzurro e formaggi, che possono essere considerati veri e propri “happy food”. “Il cibo influisce anche sul nostro umore - spiega - in molti alimenti sono presenti sostanze che agiscono sui neurotrasmettitori che veicolano le informazioni tra le cellule del sistema nervoso come la serotonina, la noradrenalina e la dopamina. La serotonina favorisce la serenità e il benessere”. Ma anche la caffeina e la teobromina di tè, caffè e cioccolata svolgono un’azione eccitante. |
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Dopo un 2022 ancora da record, con l’export a 7,9 miliardi di euro, le aspettative per un 2023 che ci si aspetta complesso da gestire, ma positivo. Da Düsseldorf, in clima Prowein, le riflessioni dei leader di cantine del Belpaese di riferimento nei loro territori come Pasqua, Tommasi, Velenosi, Mazzei, Cecchi, Perla del Garda, La Guardiense, Tedeschi, Rocca delle Macìe e Casanova di Neri.
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