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WineNews
N. 3.950 - ore 17:00 - Lunedì 29 Aprile 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti,
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La News
Freixenet e la “cassa integrazione”
Neanche il tempo di comunicare un fatturato record, nel 2023, per il gruppo Henkell Freixenet, con 1,2 miliardi di euro, a +4,1%, anche grazie ai marchi Prosecco Mionetto (+11%) e Freixenet (+4%), che dalla Catalogna arriva una notizia che la dice lunga sugli effetti “allargati” del climate change: a causa della siccità estrema che ha colpito il Penedés, dove non piove da mesi (e con una produzione 2023 a -35% sul 2022), Freixenet, n. 1 dello spumante catalano e leader mondiale delle esportazioni di Cava, ha annunciato un piano di “cassa integrazione” (che in spagnolo si chiama Erte), che riguarderà 615 lavoratori, quasi l’80% della forza lavoro.
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Primo Piano
Il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida: “la sovranità alimentare in Costituzione”
Oggi, l’articolo 32 della Costituzione Italiana, recita: “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Domani, lo stesso articolo potrebbe contenere un aspetto in più, legato a cibo e agricoltura. “Fratelli d’Italia porterà in Parlamento una proposta di modifica dell’articolo 32 della Costituzione. Perché nel testo ci sono delle cose che all’epoca non era necessario ribadire. Chiederemo di aggiungere questo passaggio: “La Repubblica garantisce la sana alimentazione del cittadino. A tal fine persegue il principio della sovranità alimentare e tutela i prodotti simbolo dell’identità nazionale”. Un dovere non di destra, non della sinistra, ma di tutti gli italiani”. Parole pronunciate, nei giorni scorsi, dal Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. Una proposta che ovviamente fa discutere, così come fece discutere il cambio di nome del Ministero di Via XX Settembre, da “delle Politiche Agricole” a “dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare” voluto da Lollobrigida, sul modello della Francia dove, peraltro, ad inizio febbraio 2024, è stato lo stesso Premier, Gabriel Attal, ad annunciare che Oltralpe la sovranità alimentare sarebbe stata sancita per legge. “L’eccezione agricola francese non è una questione di bilancio, ma di identità e di fierezza” e, poiché “vogliamo essere sovrani per coltivare, raccogliere ed alimentarci”, l’intenzione è di “iscrivere l’obiettivo della sovranità alimentare nell’ordinamento giuridico della Francia”, aveva detto Attal. Un concetto che, su WineNews, abbiamo approfondito, nel tempo, con personalità come Massimo Montanari, tra i massimi storici dell’alimentazione, e con il fondatore Slow Food, Carlo Petrini, per il quale, in testa all’agenda politica dell’agricoltura, ci deve essere proprio il rafforzamento della sovranità alimentare. La cui definizione è stata data, per la prima volta, dall’associazione internazionale di contadini “La Via Campesina”, nel 1996 (in approfondimento).
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Verso “Sicilia en Primeur” 2024
Cresce, soprattutto grazie ai suoi bianchi, la Sicilia del vino. Sul fronte delle esportazioni nel 2023, flettono quelle di vini rossi Dop (74 milioni di euro per 19,7 milioni di litri, -4%), mentre cresce l’export di vini fermi bianchi Dop (41 milioni di euro per 10,2 milioni di litri, + 7%). L’export di vini bianchi Dop siciliani cresce in Usa (+29%), Canada (+13,9%) e Germania (+6,8%). Per i rossi, bene soprattutto Francia (+7,5%) e Uk (+6,8%). Con una crescita importante del valore medio: in 5 anni, infatti, dal 2018 al 2023, i bianchi di Sicilia sono cresciuti del 29,6%, da 3,14 a 4,07 euro al litro, ed i rossi del +37,4%, da 2,7 a 3,7 euro al litro. Numeri dello studio Unicredit-Nomisma Wine Monitor, nel lancio di “Sicilia en Primeur” 2024 a Cefalù (9-11 maggio) by Assovini Sicilia, evento principe del secondo vigneto in Italia (95.760 ettari) e primo per “bio”.
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Focus
I vini più desiderati sono di Bordeaux, brilla il Sassicaia
Una regione in crisi, con i propri vini “entry level” pagati poco, un piano di espianti dei vigneti come “medicina”, proteste (e proposte) che vanno avanti da tempo, ma anche uno scenario non positivo per la campagna “En Primeur”, dopo un 2023 complicato. Ma i grandissimi vini di Bordeaux continuano ad affascinare gli appassionati di tutto il mondo, dominando l’indice di gradimento delle preferenze. Una conferma che arriva dal “The World’s Most Wanted Wines” by Wine-Searcher, dove, nella top ten dei “più desiderati” ci sono sette vini di Bordeaux. Un dominio interrotto, nelle posizioni di vertice, soltanto da una pietra miliare italiana, il Bolgheri Sassicaia di Tenuta San Guido (n. 3). In testa Chateau Mouton Rothschild, premier Cru mito di Bordeaux che precede un altro fiore all’occhiello del terroir, Chateau Lafite Rothschild. Al quarto posto, le prestigiose bollicine dello Champagne firmato Dom Pérignon. Un’altra delle migliori espressioni di Bordeaux si ritrova alla n. 5 con il Petrus, mentre Chateau Margaux è alla n. 6 davanti ad una cantina storica della regione, Chateau Latour. E poi Chateau Haut-Brion, altra leggenda di Bordeaux (n. 8), mentre si va in Borgogna alla posizione n. 9, con il mito Domaine de la Romanée-Conti Romanée-Conti. Chiude la top ten Chateau d’Yquem, simbolo del Sauternes. 
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Cronaca
La salicoltura marina è agricoltura
La salicoltura marina punta a diventare pratica agricola riconosciuta. In Italia sono presenti oltre 10.000 ettari di saline marine, con una produzione annua di 1,2 milioni di tonnellate di sale (il 30% della produzione totale), per un valore di oltre 60 milioni di euro. “Stiamo definendo una proposta di legge che fissi i criteri normativi di massima per assimilare la salicoltura marina con l’attività agricola. Il dialogo con il Governo, che abbiamo avviato procede in questa direzione”. A dirlo è Filippo Schiavone per Confagricoltura.
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Wine & Food
Co-branding, Tannico e il Vermentino di Sardegna prodotto insieme alla griffe Argiolas
Tannico, uno dei principali store on line di vino, oggi di proprietà della joint venture tra due colossi come il Gruppo Campari e Lvmh, investe ancora nelle sue “Blending Stories”, progetto di co-branding che dopo le partnership già sviluppate con le cantine Giacomo Fenocchio, nelle Langhe, Castello Vicchiomaggio, nel Chianti Classico, e Fertuna del Gruppo Meregalli, in Maremma, vede protagonista Argiolas, uno dei nomi più importanti d’Italia e di Sardegna, con una nuova iniziativa creata a quattro mani. Ovvero un Vermentino di Sardegna “frutto di un’idea nata a fine 2023, dalla volontà di Tannico di creare una linea di prodotti “cucita su misura”, ma nel rispetto dello stile, delle caratteristiche e della filosofia della cantina partner. Così l’identità territoriale di Argiolas si è fusa armoniosamente con lo stile distintivo di Tannico”, spiega una nota.
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Castello del Terriccio
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Consorzio Vini di Romagna
Tenuta Sette Ponti
Bosca
WineNews.tv
Di “vitigni migranti”, integrazione, ricerca e cultura del vino, con il professor Attilio Scienza
“La storia dei nostri vitigni, figli di migrazioni e di incroci, è una metafora della storia dell’Italia. Dobbiamo costruire una nuova cultura del vino”. A WineNews le riflessioni di uno dei massimi esperti di viticoltura ed “umanista” del vino. “Le malattie delle vite stanno crescendo, perchè il clima le favorisce e abbassa la resistenza delle piante, serve tanta ricerca. Il “neoproibizionismo” non mi preoccupa, sono cicli, e si combatte con la cultura del vino. Ma dobbiamo ricordare che comunicare e far formazione sono due cose diverse”.
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