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N. 2.804 - ore 17:00 - Martedì 24 Dicembre 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Si accendono i fornelli nelle case d’Italia e l’attività di cuoche e cuochi “domestici” del Belpaese entra nel vivo per celebrare le festività, all’insegna della convivialità e della tradizione. Il budget di ogni famiglia per imbandire la tavola del Natale, in media, sarà di 98 euro, con l’85% degli italiani che ha scelto di festeggiare a casa con parenti e amici. In media ogni famiglia passerà 3,8 ore in cucina, con uno storico ritorno al “fai da te”. A dirlo una analisi Coldiretti/Ixè. Lo spumante si conferma immancabile per 9 italiani su 10 (91%) mentre il panettone con il 79% batte di misura nelle preferenze il pandoro fermo al 72%. Buon Natale! |
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Allineare il più possibile l’offerta alla domanda per evitare che l’eccesso di disponibilità di prodotto deprima i prezzi o che la scarsità introduca rischi di speculazioni. Questa la sfida per tutte le denominazioni, in particolare per quelle che, come il Prosecco Doc, fanno i conti con una crescita tumultuosa e che hanno bisogno di consolidare i mercati e far crescere i valori e stabilizzarli. Una sfida senza dubbio vinta dal Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne (Civc), il potente sindacato di vignaioli e produttori nato ormai quasi 80 anni fa, ottimo esempio per la denominazione veneto-friulana come è emerso nell’incontro, organizzato dal Consorzio del Prosecco Doc, a Treviso, nei giorni scorsi. A funzionare, nella Champagne, che muove ogni anno 300 milioni di bottiglie per 4,9 miliardi di euro, è l’interprofessione, la comune visione di vigneron, maison e distributori di voler costruire valore e, quindi, di comune accordo, di non giocare su quantità di produzione (che vengono stabilite di anno in anno), e prezzi, con la consapevolezza che tutte le componenti della filiera (16.000 viticoltori, 340 maison, 4.700 spedizionieri, 1.800 esportatori) sono fondamentali, con l’interprofessione che monitora tutto, dalla vigna agli scaffali, con una “organizzazione sovietica”, ha spiegato, tra il serio ed il faceto, Maxime Toubart, copresidente del Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne. Un modello possibile anche per il Prosecco Doc, vino totalmente diverso e di una denominazione assai più giovane, come ricordato dal presidente del Consorzio Stefano Zanette, e che comunque ha creato ricchezza, con un numero di bottiglie prodotte arrivato a 485 milioni, e valori delle uve passati da 55 centesimi del 2009 agli 1,2-1,4 euro del 2019? Gli strumenti giuridici, ha ricordato Michele Fino, docente dell’Università di Pollenzo, ci sono, ma andrebbe rivisto il sistema nel suo complesso, dove a differenza del modello francese, dove le decisioni strategiche, per legge, spettano all’interprofessione, mentre in quello italiano i Consorzi, ovvero le imprese che vi sono rappresentate, sono in buona parte demandate alle istituzioni e alla politica. Ma, su tutto, ha concluso Zanette, è fondamentale “sviluppare un sentimento di devozione e appartenenza nei confronti di una denominazione che ci ha portati così in alto”. |
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Una casa comune per tutte le denominazioni del Piemonte, così da parlare, nel rispetto delle differenze, con una sola voce sui mercati: si chiude il cerchio di Piemonte Land, apertosi nel 2011, e che adesso mette insieme davvero tutti i Consorzi del vino piemontese, da quello di Barolo e Barbaresco a quello della Barbera d’Asti e del Monferrato, da quello dell’Asti a quello del Gavi, da quello dell’Alta Langa a quello del Roero, cui si aggiunge l’ultimo tassello, quello della Doc Pinerolese, con le sue otto tipologie diverse, incentrate sui vitigni tipici piemontesi (Barbera, Freisa, Dolcetto e Bonarda) e su alcune rarità enologiche come il Ramie ed il Doux d’Henry, per un totale di 18 Docg e 42 Doc, che rappresentano l’85% della produzione vinicola del Piemonte. |
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Cosa c’è da aspettarsi per il mercato dei fine wine nell’anno che verrà, dopo la chiusura in negativo di tutti gli indici principali del 2019, con il Liv-Ex 100 a -2,86%, ed il Liv-Ex 1000 a -3,78%? Per The Drinks Business si può cercare la risposta nei trend già registrati nel 2019, a partire dalla situazione dazi: se i vini francesi si troveranno sicuramente in difficoltà in Usa, a causa delle tariffe imposte dall’amministrazione Trump, al contrario l’Italia del vino si troverà davanti ad una crescita significativa, proprio grazie alla sua esclusione dalla lista di prodotti colpiti. Difficile comunque fare pronostici, visto che la situazione politica degli Stati Uniti non è così stabile, con Trump sotto impeachement, che, intanto, minaccia tariffe del 100% su tutti i vini europei, italiani compresi. In ogni caso, non c’è motivo per pensare che l’Italia non avrà un 2020 forte. Tendenza, già segnata dai numeri del Liv-Ex nel 2019, con l’Italy 100 a +5,47% (unico in crescita insieme alla Champagne, ndr). Italia a parte, comunque, quella dei dazi è una situazione positiva solo per gli Stati extra-Ue, in primis quelli del Sud America, che potrebbero trarre dai dazi la spinta che mancava loro per uscire dai margini della Power 100, salendo ai “piani alti”, a livello di investimento, dei fine wine mondiali. |
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600 milioni in più per il settore primario e una rete di misure che hanno come obiettivo la tutela del reddito di agricoltori e pescatori, e dunque le parole chiave di un nuovo protagonismo per agricoltura e agro-industria nel nostro Paese: giovani, donne, filiere, innovazione, investimenti, competitività, internazionalizzazione. Tante le misure che riguardano la filiera agricola ed alimentare nella Legge di Bilancio approvata ieri dalla Camera, riepilogate dalla Ministra alle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Teresa Bellanova. |
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Il più grande campione di golf italiano di sempre, per uno dei più importanti gruppi del vino del Belpaese: la famiglia veneta Pasqua, alla guida della storica cantina, ha scelto Francesco Molinari come brand ambassador dei propri vini a livello globale. Una scelta, spiega la famiglia, legata a valori come la fiducia “nel talento e nella passione, nella tenacia che accompagna la ricerca dell’eccellenza”. Che ben si attagliano a Molinari, entrato nella storia del golf mondiale diventando il primo italiano ad aver vinto un torneo Major con la conquista del 147esimo British Open e ad essere proclamato miglior giocatore europeo, nel 2018, quando ha conquistato, con il team europeo, la Ryder Cup. Molinari sarà il nuovo protagonista della campagna pubblicitaria “Talent never tasted better” della cantina veronese, centrata sulla valorizzazione del talento. |
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Il dolce tipico milanese diventato simbolo del Natale al centro di un’attenzione mediatica senza precedenti. “Ci sono fenomeni che fanno quasi ridere, come il fatto che ci siano due campionati del mondo. Ci sono prodotti di grande qualità, firmati anche da grandi chef e da pizzaioli che hanno il lievito madre, fondamentale, tutto l’anno, ma anche tanta improvvisazione. É un prodotto di alto artigianato che va protetto, anche all’estero: il più grande produttore del mondo, per esempio, è brasiliano, seppur con lontane origini italiane”. |
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