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N. 4.129 - ore 17:00 - Martedì 14 Gennaio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Il 2024 delle giacenze del vino italiano si chiude con un dato leggermente in calo sulla fine del 2023, ma comunque con ancora tanto vino in cantina, ben più di una “vendemmia media”. Al 31 dicembre 2024, nelle cantine del Belpaese, erano in giacenza 56,9 milioni di ettolitri di vino, -3,9% sul 31 dicembre 2023 (equivalenti a oltre 2 milioni di ettolitri in meno). A questo dato vanno aggiunti i 6,6 milioni di ettolitri di mosti (+0,4% sullo stesso periodo 2023) ed i 2,2 milioni di ettolitri di vino nuovo ancora in fermentazione (+106,2%). A dirlo l’ultimo report “Cantina Italia”, pubblicato dal Ministero dell’Agricoltura. | |
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| | La partenza sarà il 9 maggio, in Albania, con due tappe, la prima da Durazzo a Tirana, e poi la crono del 10 maggio nella capitale del Paese. Poi si arriva in Italia, con un percorso che, partendo dalla Puglia attraverserà il Belpaese fino alle Dolomiti, per poi celebrare l’ultima tappa a Roma, tra le bellezze della Città Eterna, il 1 giugno, lungo 3.413,3 chilometri. È il percorso del Giro d’Italia 2025, tra le gare di ciclismo più amate e seguite a livello internazionale, e che, oltre alle imprese dei campioni dei pedali, racconterà a 700 milioni di persone in tutto il mondo, le bellezze, l’enogastronomia, l’agricoltura ed il vino italiano. Perchè se non c’è più, da qualche anno, una “Wine Stage” vera e propria, tanti saranno i territori vinicoli toccati o lambiti dalla carovana, tra fughe e sprint in volata, cronometro e scalate epiche. “Il Giro d’Italia, come il Tour de France, sono le corse ciclistiche più legate alla grande provincia, intesa come territorio, dove nasce anche l’eccellenza enogastronomica. In fondo il ciclismo è lo sport popolare per eccellenza, quello che storicamente più di ogni altro si avvicina al mondo contadino e agricolo, alla passione per i prodotti per la terra, e anche al vino, e non a caso le due corse più importanti sono in Italia e in Francia”, commenta, a WineNews, Pier Bergonzi, vice direttore della “Gazzetta dello Sport”. Che aggiunge: “tra le tante tappe, ci sono molti momenti che, in qualche modo, racconteranno il vino, ma soprattutto la tappa tra Gubbio e Siena, che attraverserà sugli sterrati i territori in cui il Sangiovese la fa da padrone (attraversando le colline del Chianti e del Chianti Classico, e lambendo quelle del Vino Nobile di Montepulciano, e di Montalcino e del suo Brunello, ndr) ma anche l’arrivo a Nuova Gorica, tra Friuli e Slovenia, che racconta il Collio, ma anche gli Orange Wine, i vini in anfora e così via, e poi la tappa tra Alberobello e Lecce, in Puglia”. I territori di Prosecco Doc e Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, quelli del Soave e della Valpolicella, e ancora l’Irpinia, le colline del Montepulciano d'Abruzzo e quelle del Verdicchio di Matelica, i vigneti di montagna del Trentodoc (con la partenza dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige), sono solo alcuni dei territori attraversati dal Giro (in approfondimento). | |
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| | Per Constellation Brands, uno dei colossi del beverage mondiale (con marchi, tra gli altri, come Corona per la birra, The Prisoner Wine Company, Robert Mondavi Winery, Kim Crawford e Meiomi, ma anche l’italiana Ruffino tra i vini), i conti degli ultimi 9 mesi (terminanti a novembre 2024) tornano (oltre 8 miliardi di dollari di vendite nette, in leggera crescita sul 2023), soprattutto grazie alla birra, che cresce. Mentre è in negativo la divisione “wine & spirits”, soprattutto per il rallentamento delle vendite sul fronte del vino. E le previsioni per la chiusura dell’anno fiscale 2025 sono state riviste a ribasso, prevedendo una crescita delle vendite nette del gruppo tra il +2% ed il +5%, ma tutte legata alla crescita stimata delle vendite di birra (+4-7%), mentre per il settore “wine & spirits” è previsto un declino tra il -5% ed il -8%. | |
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| | | In Francia, dove il vino, come in Italia, è un elemento di identità nazionale, succede che gli acquisti e i consumi di birra, per motivazioni economiche e salutistiche in primis, ma non solo, superino quelli del vino in generale. Come successo tra 2007 e 2023, con la birra arrivata a 26 litri a testa all’anno, ed il vino che, tra spumanti e vini fermi, è “retrocesso” a 24 litri. Lo spiega uno studio di FranceAgriMer, agenzia del Governo francese, dedicato all’agricoltura (su dati Kantar). Che evidenzia come il consumo di bevande alcoliche in generale, nel Paese, sia diminuito, nel complesso, del -19% (-14 litri per unità di consumo), a 58 litri di bevande alcoliche all’anno. La decrescita più importante di questo trend è attribuibile proprio al vino, e ai vini fermi in testa (-45%, per un totale di 21 litri), con un prezzo medio di 5 euro a litro, seguiti dai vini frizzanti (-31%, per un totale di 3 litri procapite a testa), con un prezzo medio di 12 euro a litro, e dai liquori (-13%, per un totale di 6 litri all’anno), con un prezzo medio di 16,70 euro a litro. Di contro, la birra, ormai “bevanda nazionale” dei francesi, più del vino, ha visto il consumo e gli acquisti aumentare del +26% tra il 2007 e il 2023, con un prezzo medio di 2,60 euro a litro, il più basso tra tutte le bevande alcoliche. | |
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| | | Tra i motivi per cui i consumi di vino stanno calando in tutto il mondo c’è quello salutistico. Gli alcolici contengono infatti calorie “vuote” e, se assunti in maniera eccessiva, fanno ingrassare. Adesso negli Stati Uniti ci si mette di mezzo anche l’Ozempic, il farmaco per perdere peso che sta spopolando tra celebrities e gente comune, e che sarebbe incompatibile con l’alcol. Il risultato è che, secondo ristoratori e addetti ai lavori, i consumi di vino sono drasticamente calati anche per colpa dei medicinali dimagranti, come riporta“The Drinks Business”.
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| | Se la Marca del Distributore fosse un’unica azienda sarebbe la quarta per fatturato in Italia. Nel 2024 infatti i prodotti a marchio del distributore hanno raggiunto i 26 miliardi di euro, in crescita del 2,4% rispetto al 2023 e del 35,4% sul 2019. Dati che emergono dall’analisi “Il ruolo guida della Distribuzione Moderna e della Marca del Distributore per la transizione sostenibile della filiera agroalimentare”, a cura di The European House - Ambrosetti e che sarà presentata il 15 e 16 gennaio a Marca by BolognaFiere 2025 ed anticipato il 13 gennaio a Milano. “La transizione sostenibile non è più una scelta, ma una responsabilità - ha dichiarato Mauro Lusetti, presidente Associazione Distribuzione Moderna - il nostro settore sta dimostrando con i fatti come crescita economica, sociale e tutela ambientale possano andare di pari passo”. | |
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| | | A WineNews Filippo Giorgi, esperto internazionale di modellistica del clima, studio dei cambiamenti climatici e delle loro conseguenze sociali: “non è troppo tardi: la via dell’Accordo di Parigi è ancora percorribile con la transizione ecologica, ma non si può più aspettare. La crisi climatica di oggi dipende dagli ultimi 40 anni e domani dipenderà da cosa facciamo ora”. Attenzione all’acqua dolce che, tra piogge estreme, siccità, scioglimento dei ghiacciai e innalzamento del livello del mare, “sarà il bene più prezioso del secolo: potrebbero combattersi guerre per averne”. | |
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