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N. 2.929 - ore 17:00 - Giovedì 25 giugno 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Sono poche le denominazioni che possono vantare un livello di salvaguardia come quello del Prosecco, bollicina amata ovunque, e fin troppo spesso imitata. Nulla sfugge all’occhio del Consorzio del Prosecco, che ha scovato una nuova minaccia: nel mirino è finito il “Nosecco”, uno sparkling senza alcol prodotto dalla francese Les Grands Chais de France, lanciato nel 2017 sul mercato britannico. Dopo due anni di battaglia, l’Alta Corte inglese, a cui si è appellata l’Intellectual Property Office, si è pronunciata: il nome “Nosecco” è fuorviante e troppo facilmente associabile al marchio Prosecco. Altra battaglia vinta, e “Nosecco” via degli scaffali. |
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Il Dipartimento del Commercio Usa (Ustr) ha pubblicato la nuova black list dei prodotti europei che, dal 26 giugno, verranno valutati per l’introduzione di nuovi dazi, o per l’inasprimento di quelli esistenti. Un passaggio atteso, che dovrà portare nelle casse di Washington altri 3,1 miliardi di dollari, nelle intenzioni dell’Amministrazione Trump, forte della pronuncia del Wto del 2019, quando nella disputa tra Usa ed Unione Europea sulla querelle tra Boeing ed Airbus, fissò in 7,5 miliardi di dollari la cifra dei nuovi dazi che Washington può imporre ai prodotti europei. Da allora, è stata una lunga guerra di nervi, con l’Italia salvata in tante sue eccellenze, a partire dal vino, ma colpita, con tariffe del 25%, su altre specialità, come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello. Nella lista pubblicata il 23 giugno non cambia poi molto, compare solo un nuovo allegato - Annex III - con nuovi prodotti al vaglio dello U.S. Trade Representative, ma solo da quattro Paesi, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito (tra cui Scotch whisky, Irish whiskey, brandy, vodka e gin), ossia i soci di Airbus che, secondo tanta stampa americana e britannica, potrebbero pagare il conto più salato. Negli altri due allegati - Annex I e Annex II - la lista, lunghissima, dei prodotti sotto osservazione, è la stessa di febbraio, e come negli altri “caroselli” ci sarà da aspettare le osservazioni delle associazioni dei produttori, favorevoli e contrarie all’imposizione di nuove tariffe (fino al 100% del valore iniziale, almeno potenzialmente, ndr), che saranno raccolte sul sito dello U.S. Trade Representative dal 26 giugno. La speranza è che la lobby degli importatori e dei distributori di vino ed agroalimentare italiano faccia valere, ancora una volta, le proprie ragioni ed il proprio peso, salvando, almeno per qualche mese, il commercio verso un mercato da 4,7 miliardi di euro nel 2019. Una situazione complessa e potenzialmente esplosiva, accompagnata dalla comprensibile apprensione delle associazioni produttive del Belpaese, a partire dalla Coldiretti, passando per Confagricoltura e Cia - Agricoltori Italiani, che affidano alla diplomazia la speranza di uscirne indenni. |
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“In risposta all’obiezione sollevata dal gruppo S&D, il Commissario all’Agricoltura Ue Janusz Wojciechowski ha raccolta larga parte delle proposte del Parlamento. In particolare, per il vino ci aspettiamo risorse fresche per la promozione (e quindi un aumento degli stanziamenti), ma anche un aumento del cofinanziamento dal 50 al 60% di tutta la misura Ocm (ristrutturazione degli impianti, vendemmia verde e quant’altro). Sono due aspetti diversi: da un lato, l’aumento del bilancio, e quindi delle risorse per la promozione, che ci aspettiamo, e dall’altro, come annunciato da Wojciechowski, la notizia molto importante per il settore, dell’aumento del 10% del cofinanziamento europeo”. Così, a WineNews, Paolo De Castro, coordinatore S&D alla Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo. |
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Sono 19 le sottozone del Conegliano Valdobbiadene Prosecco, individuate e raccontate ne “I Terroirs del Conegliano Valdobbiadene Prosecco. Studio sull’origine della qualità nelle Colline Patrimonio Unesco”, il volume (presentato oggi) curato dai ricercatori Federica Gaiotti e Diego Tomasi, su uno dei più preziosi territori viticoli italiani, ricavandone specificità distintive per ogni sottozona, raccontate in 19 storie, quante sono le sottozone analizzate. Ognuna di esse svela i tratti caratteristici del singolo appezzamento, che possono restituire la giusta autorevolezza al vigneto e rompere così l’omogeneità della Denominazione. L’obiettivo, nel solco dei tanti lavori portati avanti in questi anni in altri territori prestigiosi, dalle Langhe al Soave, è quello di restituire rilevanza a ogni frammento di territorio, facendone emergere le peculiarità di ognuno e illustrandone ogni aspetto, quelli morfologici come quelli culturali e legati alla tradizione agricola, che hanno portato i viticoltori a gestire il territorio in modo diverso e sempre adeguato al singolo appezzamento. L’intero studio si basa su esperienze, sperimentazioni, misurazioni, ma anche tradizioni e fattori materiali e umani, che contribuiscono in modo determinante alla qualità dell’uva e del vino. |
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Il brand “Made in Tuscany” è sinonimo mondiale di alta qualità, con la Toscana che è al primo posto tra le regioni europee per numero di imprese nel mondo agricolo, e al secondo per fatturato, ma è anche capofila, in Europa, in innovazione agricola. E sempre più investitori, nazionali e non, sono interessati a sviluppare agribusiness in terra di Toscana. Per questo va in scena, domani, il press tour della Regione Toscana per la stampa estera, che si snoderà in Maremma, per mostrare ai partecipanti le storie di eccellenza nell’agribusiness regionale. |
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Grano duro 100% italiano e da agricoltura sostenibile, trafilatura in bronzo ed essiccazione lenta a bassa temperatura, giusta remunerazione dei produttori: sono queste le principali caratteristiche della “Pasta dei Consumatori”, firmata dal Pastificio Sgambaro, che arriverà domani sugli scaffali di Carrefour Italia. Un prodotto nato dal basso, ma con gli obiettivi ambiziosi e precisi del movimento “Chi è il padrone?! La marca del consumatore”, nato in Francia. Il percorso è sempre lo stesso: collaborando a stretto contatto con i vari attori della filiera - dagli agricoltori e allevatori alle aziende di trasformazione, fino ai distributori - vengono identificate le diverse componenti per “costruire” il prodotto ideale, attraverso una scelta consapevole, informata e responsabile, la chiave per ridare valore al cibo. |
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Un omaggio alla bellezza del vino, ma anche il punto di partenza che accompagna il wine lover in visita tra le colline Patrimonio Unesco di Langhe, Roero e Monferrato, alla scoperta della storia millenaria del vino, per una nuovissima Wine Experience, serie di proposte pensate per i wine & food lovers dove il visitatore può crearsi un proprio itinerario personalizzato attraverso cultura, natura, esperienze enogastronomiche e relax A WineNews, Enrico Gobino, marketing manager Mondodelvino. |
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