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WineNews
N. 3.393 - ore 17:00 - Giovedì 7 Aprile 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti,
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La News
Francia, la birra supera il vino
Il 51% dei francesi indica la birra come bevanda alcolica preferita, che, per la prima volta, supera il vino (49%), che, come emerge dal Baromètre Sowine/Dynata 2022, ha perso consensi rispetto al 2015. Un dato storico, anche se il vino fermo, comunque, resta al primo posto tra le donne (45%), mentre tra gli uomini la birra è ampiamente sul gradino più alto del podio (59%), e lo Champagne è terzo per entrambi i sessi (31%), con spirits (18%) e cocktail (20%) citati da un francese su cinque. Il vino resta popolarissimo tra i consumatori che hanno 60-65 anni (61%), molto meno (33%) tra i giovani di 18-25 anni (continua in approfondimento).
Approfondimento su WineNews.it
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La diversità come risposta ai venti contrari che spirano sui mercati, compreso quello del vino
La diversità è la risposta ai venti contrari che spirano sui mercati, compreso quello dei fine wine, che a marzo vede una leggera riprese del Liv-ex 100, il benchmark del settore, che calcola l’andamento dei prezzi delle 100 etichette più ricercate e pregiate (tra cui Barolo Bartolo Mascarello 2016, Barolo Monvigliero Comm. G.B. Burlotto 2016, Barbaresco Gaja 2018, Barolo Monfortino Riserva Giacomo Conterno 2013 e 2014, Masseto 2016 e 2017, Ornellaia 2018, Brunello di Montalcino Poggio di Sotto 2016, Sassicaia Tenuta San Guido 2016, 2017 e 2018, Solaia 2018, Soldera Case Basse 100% Sangiovese 2016 e Tignanello 2016 e 2018), in crescita dello 0,7% dopo il +0,4% di febbraio (il valore più basso dall’inizio della serie positiva), nonostante l’inflazione e la volatilità dei mercati, e un’altra ottima performance del Liv-ex 1000, che raccoglie tutti gli indici regionali (Bordeaux 500, Bordeaux Legends 40, Burgundy 150, Champagne 50, Rhone 100, Italy 100 e Rest of the World 60), e che cresce nello stesso mese del 2%. Il best performer è il Burgundy 150 (+4% e +14,6% da inizio 2022), mentre l’Italy 100 (di cui fanno parte le ultime dieci annate in commercio di Barolo Bartolo Mascarello, Barbaresco Gaja, Barolo Cascina Francia Giacomo Conterno, Barolo Monfortino Riserva Giacomo Conterno, Masseto, Ornellaia, Sassicaia Tenuta San Guido, Solaia, Soldera Case Basse 100% Sangiovese e Tignanello), dopo l’exploit di febbraio (+2%), si ferma al +0,6%, a causa delle frenate dei Barolo di Giacomo Conterno e dei Barbaresco di Gaja. Molto bene, al contrario, lo Champagne 50, che segna il +2,6% di crescita (+51,2% nell’ultimo anno), sull’onda di due delle etichette più scambiate - per volumi e valori - del mese di marzo: Louis Roederer Cristal 2012, il cui prezzo è cresciuto del +8,1%, e Billecart-Salmon Brut Rosé. Come detto, la parola d’ordine è diversità, tanto che, i primi cinque vini più scambiati a marzo 2022, arrivano da ben 4 Regioni diverse: Domaine Jean Louis Chave Hermitage 2017 (+15,6%) e Paul Jaboulet Aîné Hermitage La Chapelle 2018 (+7,4%) dal Rodano, Screaming Eagle’s Cabernet Sauvignon 2016 (+10,4%) dalla California, Barolo Bartolo Mascarello 2016 (+9,7%) dal Piemonte e, come abbiamo visto, Louis Roederer Cristal 2012 (+8,1%).
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Il gusto italiano esiste. Parola di Montanari
Esiste un gusto italiano? “Qualcuno si ostina a sostenere che non si può definire “italiano” l’insieme di particolarità locali che caratterizzano la nostra cucina. La nostra scommessa è sostenere il contrario: una cucina e un gusto italiano esistono perché proprio quelle particolarità ne sono l’ossatura. Esse non sono isolate e autoreferenziali, ma costituiscono da secoli una rete di saperi e pratiche che si conoscono, si confrontano, si integrano. La cucina e il gusto italiano non sono la semplice somma, ma la moltiplicazione delle diversità locali, condivise in un comune sentimento della cucina. Nel nome di una straordinaria e irriducibile biodiversità culturale”. Così lo storico Massimo Montanari curatore con Laura Lazzaroni della mostra “Gusto! Gli italiani a tavola. 1970-2050”, al M9-Museo del ‘900 a Venezia Mestre (fino al 25 settembre).
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Focus
Torna il fuoco contro il gelo in vigna
Fino a qualche tempo fa straordinarie, le immagini delle vigne di Francia e d’Italia punteggiate di fuochi e di stufe per proteggerle dalle gelate tardive primaverili, con le gemme già sulle piante che rischiano di essere bruciate dal troppo freddo, stanno diventando, purtroppo, ricorrenti quanto suggestive. E così, come riporta il Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne, nei giorni scorsi, di notte, le temperature sono scese a -6 C° su alcune colline di Chablis, e tra -2 e -4 C° nella Côte d’Or e nella Côte Chalonnaise. Una stima dei danni arriverà nei prossimi giorni. Ma la preoccupazione è per un fenomeno, quello delle gelate tardive che, temono alcuni, rischia di diventare strutturale, con il cambiamento climatico. Anche in Italia, in questi giorni, in tanti territori, le temperature sono sotto la media, ma senza gravi danni, anche se alcune cantine hanno preferito “prevenire”. Come ha fatto, ad esempio, la Arnaldo Caprai, a Montefalco, terra del Sagrantino, vitigno riscoperto e rilanciato proprio dalla cantina guidata da Marco Caprai, che, da decenni, investe nella gestione tecnologica e smart dell’azienda, nell’ottica della sostenibilità. E che, nelle scorse ore, ha attivato un grande bruciatore tra i filari, collegato ad una imponente e moderna ventola capace di espandere l’aria calda nel vigneto, riducendo l’impatto del freddo.
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Cronaca
Zenato ed il “Vino. Oltre il ritratto”
Il racconto del vino, e della vita che è intorno al vino, attraverso i linguaggi dell’arte. Un canale di comunicazione e di “produzione di cultura” che, in Italia, coinvolge sempre più realtà. E tra queste c’è Zenato, nome storico del vino del Veneto, tra Valpolicella e Lugana, che, con la Zenato Academy, ha investito sulla fotografia. E, domenica 10 aprile (alle ore 15), a Vinitaly, sarà inaugurata della mostra fotografica “Vino. Oltre il ritratto”, terzo atto del progetto della Zenato, in collaborazione con Fondazione Modena Arti Visive, a cura del critico Luca Panaro.
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Wine & Food
“Ethicatering”, prodotti e lavoro dei carcerati per un catering “buono due volte”
L’idea di un catering diverso, che trasmettesse solidarietà e impegno sociale attraverso cibo e vino. Nasceva così, nel 2014, “Ethicatering”, che portava nei banchetti e cerimonie i prodotti eno-gastronomici di eccellenza realizzati nelle carceri o provenienti da terreni confiscati alle mafie. Un catering “Buono due volte”, come lo definisce la titolare, Beatrice Busi Deriu. Dopo tre anni di vita e molti clienti importanti, tra cui Ministero dell’Istruzione, Enel, Acea, Poste Italiane, Ikea e Ambasciate varie, e dopo difficoltà legate soprattutto al Covid, “ora è il momento della rinascita - sottolinea Busi Deriu - una fase nuova in cui utilizziamo il canale di e-commerce Economia Carceraria che offre i prodotti realizzati in tutte le carceri italiane e, per la prima volta, assumeremo anche personale dalle carceri”.
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Dal Futurismo al futuro del vino. In Trentino, da Vivallis, nel segno di Fortunato Depero
Il progetto culturale e di territorio legato dal filo rosso che lega da sempre la cantina trentina ed uno dei più importanti artisti italiani del 1900. A raccontarlo la direttrice della cantina Paola Gregori, dal critico d'arte e ormai “habituè” del mondo del vino, Vittorio Sgarbi, e di Nicoletta Boschiero, alla guida della Casa d’arte futurista Depero.
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