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N. 4.079 - ore 17:00 - Martedì 29 Ottobre 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Nonostante tutte le difficoltà del mercato del vino, il sentiment per il 2025, soprattutto per i fine wines, è nettamente positivo. Con il Piemonte dei grandi Barolo e Barbaresco che è la regione con il maggior potenziale per il prossimo futuro. A dirlo il “Golden Vines Report” 2024 di “Liquid Icons” (i dettagli in approfondimento), che ha sondato le opinioni di centinaia di operatori della filiera, da 106 Paesi del mondo, che hanno anche decretato i “Golden Wine Awards” 2024, proclamati nei giorni scorsi a Madrid, che hanno premiato nomi come Vega Sicilia, Domaine de la Romanée-Conti, Harlan Estate, Torres e non solo. | |
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| | Il vino è tradizione, ma, come diceva Oscar Wilde, una tradizione che è “un’innovazione ben riuscita”, e che gli ha permesso di attraversare epoche diverse, adattandosi in vigna, in cantina ed al gusto. E una “nuova era” si è aperta in Bellavista, tra le aziende più importanti della spumantistica italiana, che ha “costruito” la Franciacorta, territorio-simbolo del vino italiano, facendo entrare il Franciacorta nel “gotha” delle bollicine mondiali. Possibile quando, con coraggio, ci si rimette sempre in gioco: nella Maison, fondata da Vittorio Moretti, patron Holding Terra Moretti, a metterci la firma, sono Richard Geoffroy, tra gli enologi più importanti al mondo, storico (ex) chef de cave dello Champagne Dom Pérignon (la nostra intervista sarà presto online), arrivato dopo la vendemmia 2021, e l’enologa di famiglia Francesca Moretti, sempre più alla guida di Bellavista e presidente Gruppo Terra Moretti Vino (che contempla cantine come Contadi Castaldi, sempre in Franciacorta, Petra a Suvereto, Teruzzi a San Gimignano e Sella e Mosca in Sardegna, per oltre 1.154 ettari di vigneto, e fa parte della Holding, di cui è vicepresidente con le sorelle Carmen e Valentina, con i settori dell’accoglienza di lusso e delle costruzioni, e per il quale, come apprende WineNews, è pronto il trust, ndr). Una firma che, per la prima volta, anche per Geoffroy, è impressa sulle bottiglie di Alma Assemblage, trilogia di cuvée con base vendemmia 2021 - Alma Assemblage 1, Alma Rosé Assemblage 1, Alma Non Dosato Assemblage 1 - svelate, ieri sera, ad Erbusco. “Pensando ad un futuro straordinario - ha detto il ceo Massimo Tuzzi - Geoffroy era il primo della lista”: un mentore “che mostra possibilità che non conosci” e che ha permesso all’azienda di costruire una squadra e fare squadra. E per il quale “in futuro dobbiamo focalizzarci sempre più sul frutto, come stiamo facendo nei 209 ettari di Bellavista - con l’altra super-consulenza, il Vine Master Pruners Marco Simonit - su 129 parcelle, una granularità che non ho mai visto”, e “ognuna delle quali è trattata a sé, mentre prima avevamo un unico metodo per tutti i vigneti”, ha spiegato Francesca Moretti. “Ma, grazie alla sperimentazione, stiamo andando verso una sartorialità ancora maggiore. Vi invito a rimanere aggiornati”, ha detto Geoffroy. | |
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| | In un periodo storico segnato da incertezza economica, anche e soprattutto per chi fa impresa, il Rapporto GreenItaly n. 15 - realizzato da Fondazione Symbola (di cui fa parte anche WineNews, ndr), insieme a Unioncamere e al Centro Studi Tagliacarne - ci fornisce alcuni dati fattuali: le imprese che investono nel green stanno aumentando e con ottime performance. In Italia sono 571.040 quelle che tra il 2019 e il 2023 hanno investito sull’economia sostenibile, il 36,8% del totale. Numeri in crescita sull’ultimo quinquennio osservato (2014-2018) quando furono il 24,9%. In prima linea c’è l’agricoltura con l’81% delle imprese agricole che ritiene necessario investire in tecnologie che riducano l’impatto ambientale. L’agroalimentare è la prima filiera del green in Italia, che è al primo posto in Europa per numero di aziende agricole biologiche. | |
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| | | Di personaggi famosi che si prestano al vino, spesso più per immagine che per altro, ce ne sono ormai a decine. Ma c’è anche chi lo fa per una passione che poi si trasforma in iniziativa di impresa vera e propria. Come ha fatto, per esempio, Bruno Vespa, decano del giornalismo italiano, che, da anni, con le sue trasmissioni ed i suoi libri entra nelle case di milioni di persone, e da 10 anni è anche produttore di vino, con “Vespa Vignaioli”, a Manduria, con una vita e una carriera nel settore enoico ormai non secondaria e parallela, a tutti gli effetti, a quella da giornalista e scrittore. “Io e la mia famiglia siamo coinvolti integralmente in questa avventura nel mondo del vino, per noi è stato un investimento importante, parliamo di diversi milioni di euro”. Così la racconta, a WineNews, lo stesso Bruno Vespa, nella festa per i dieci anni della sua Masseria Li Reni. “Le cifre non si dicono mai - spiega, a WineNews, Bruno Vespa - ma l’investimento è stato molto importante. Oggi abbiamo 31 ettari di vigne che non sono uno scherzo, con una produzione che si aggira sulle 400.000 bottiglie (la regia enologica è di Riccardo Cotarella, ndr)”. Progetti per il futuro? “Far conoscere ancora di più i nostri prodotti, che sono buoni, e venderli sul mercato”, spiega Bruno Vespa. Lo scopo primario e reale di ogni vera impresa del vino. | |
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| | | In un periodo storico complesso come oggi, la bellezza può generare un circolo virtuoso, ispirando le nuove generazioni, in ogni settore. Parola dell’imprenditore Riccardo Illy, dello scultore Arcangelo Sassolino, dell’attivista Sara Segantin, della produttrice Donatella Cinelli Colombini e di Fratel Gedovar Nazzari, economo generale Opera Don Calabria, che, nei giorni scorsi, hanno ricevuto il “Premio Masi” 2024 dalla Fondazione Masi, e firmato la botte di Amarone nelle storiche Cantine Masi in Valpolicella. | |
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| | Con 2,5 miliardi di euro di export e una bilancia commerciale in attivo per più di 2,1 miliardi, il 2023 sigilla il recupero e la rimonta sui livelli del pre-Covid per il settore made in Italy delle macchine per bevande, enologia e imbottigliamento. L’ultimo bilancio consuntivo segna infatti un +18,5% sul 2022 (anno che aveva di poco mancato il pareggio con il 2019) e un +13,2% rispetto alla performance precedente alla pandemia. È quanto rivela l’Osservatorio del vino di Uiv che ha elaborato i dati insieme all’Istat. A trainare sono gli Usa, primo mercato extra-europeo del vino italiano, che, nell’ultimo quinquennio hanno ampliato la loro quota dal 10,5% al 15,5% grazie ad un balzo delle vendite del 67,5%. Numeri che saranno approfonditi a Simei, edizione n. 30 (a Fiera Milano Rho, 12-15 novembre), il Salone internazionale di riferimento. | |
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| | | Le riflessioni di Piero Antinori, padre nobile del rinascimento del vino italiano, per decenni alla guida di Marchesi Antinori. “La svolta quando si è capito di dover fare qualità, e non quantità”. Nelle parole di un pioniere, uno sguardo al futuro: “momenti di difficoltà ci sono sempre stati. Questo, tra economia, conflitti, cambiamento climatico e dei consumi, è particolarmente complesso, ma non ci si deve scoraggiare. Serve gioco di squadra, come fa Istituto Grandi Marchi. E ci sono tante aree del mondo che ancora non bevono vino, ma che prima o poi lo faranno di certo”. | |
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