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WineNews
N. 4.235 - ore 17:00 - Lunedì 9 Giugno 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Francia, multe ai vigneti abbandonati
Contro i vitigni incolti la Francia, dove la filiera è già alle prese con il fenomeno delle estirpazioni, risponde con le sanzioni. Il Senato ha infatti approvato la legge che impone multe a quei vigneti abbandonati per combattere la flavescenza dorata e che sono definiti come “una minaccia sanitaria per l’intero vigneto francese”. Viene istituita un’infrazione di 1.500 euro (3.000 euro in caso di recidiva) a carico dei proprietari di vigneti abbandonati che non rispettano un ordine di estirpazione (emesso dalle Direzioni regionali dell’Alimentazione, dell’Agricoltura e delle Foreste) per prevenire il rischio di focolai di flavescenza dorata.
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Primo Piano
Dazi Usa e boom di imitazioni: l’Italian Sounding cresce del +15% e minaccia il made in Italy
L’ombra dei nuovi dazi americani si allunga sull’agroalimentare italiano, alimentando un fenomeno già preoccupante: l’“Italian Sounding”, ovvero l’uso di nomi, immagini o marchi che evocano il made in Italy senza essere stati realizzati in Italia. Secondo i dati che The European House - Ambrosetti (Teha) ha presentato, nei giorni scorsi, al Forum Food & Beverage a Bormio, le imitazioni di cibi italiani in Usa sono destinate a crescere del +15%, passando da 7,5 a 8,6 miliardi di euro. Un incremento di oltre 1 miliardo che rischia di penalizzare fortemente l’autenticità del made in Italy. “Oltre 6 miliardi di euro di alimenti e bevande made in Italy dei 7,8 complessivi esportati negli Usa - ha detto Valerio De Molli, Managing Partner e Ceo Teha - sono prodotti che non hanno alternative sul mercato statunitense e perciò difficilmente sostituibili. Se questo può essere un vantaggio in termini di impatto sulle esportazioni, quando i dazi entreranno in vigore faranno crescere l’Italian Sounding, un mercato che colpisce soprattutto i prodotti non sostituibili e che oggi vale 69 miliardi di euro nel mondo, uno in più dell’export agroalimentare italiano. Ciò significa che riducendo queste imitazioni l’export agroalimentare del nostro Paese potrebbe anche raddoppiare, specie in Usa”. Che rappresentano il secondo mercato per l’agroalimentare italiano dopo la Germania, con esportazioni pari a 10,8 miliardi di euro, ma dove i nuovi dazi potrebbero causare una contrazione dell’export fino a 1,3 miliardi di euro, anche se la stima più realistica si aggira intorno ai 300 milioni di euro, grazie all’unicità di molti prodotti italiani, difficilmente sostituibili. Ma il fenomeno dell’Italian Sounding che non è limitato agli Usa: in Giappone e Brasile oltre il 70% dei prodotti che sembrano italiani non lo sono; in Germania, Regno Unito e Usa, la percentuale oscilla tra il 60% e il 67%, e anche in Cina, Australia e Paesi Bassi le imitazioni superano il 50%, mentre in Canada e Francia, la percentuale è poco inferiore al 50%. I prodotti più contraffatti? Ragù, Parmigiano, aceto balsamico, pesto, pizza, prosciutto, pasta di grano duro, Prosecco e salame. E le imitazioni risultano spesso più economiche: negli Usa, l’olio d’oliva contraffatto costa fino al 70% in meno dell’originale, la pasta il 54% in meno, e i salumi il 40%.
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Nobile, più risorse in promozione dalle fascette
Con un export a quota 65,5% (nel 2023 era del 66%), con la Germania primo mercato (37%) e Usa (28%) e Canada (5%) in crescita, e con il restante commercializzato in Italia, dove continua ad aumentare la vendita diretta (35%), il Vino Nobile di Montepulciano chiude un 2024 positivo in valore per il mercato, secondo i dati del Consorzio, che ha confermato alla guida Andrea Rossi, presidente Vecchia Cantina (con Susanna Crociani e Luca Tiberini vicepresidenti). E che, dopo il Progetto Pievi, ha votato all’unanimità l’aumento del costo della fascetta per creare un plafond aggiuntivo per la promozione. Uno sforzo condiviso dalle aziende per continuare a investire in maniera costante in un momento in cui farlo con le risorse comunitarie è diventato più complesso e faticoso in mercati dove il costo dei servizi è in certi casi raddoppiato.
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Focus
Intesa Sanpaolo, 10 miliardi per l’agroalimentare, 1,5 per il vino
Programmare investimenti e progetti richiede sempre risorse importanti. Soprattutto in tempi complicati come quelli che stiamo vivendo, dove l’orizzonte cambia freneticamente. E per le imprese, anche del vino, diventa sempre più importante il supporto del mondo del credito. Va in questa direzione l’iniziativa di Intesa Sanpaolo, uno dei principali gruppi bancari italiani, che mette a disposizione una linea di credito per lo sviluppo delle filiere del made in Italy agroalimentare di 10 miliardi di euro, di cui 1,5 dedicati al vino. Un’iniziativa che rientra nei 410 miliardi di euro previsti dal gruppo a sostegno delle iniziative collegate al Pnrr, ed è voluta dalla Banca dei Territori guidata da Stefano Barrese che, grazie all’azione capillare della Direzione Agribusiness, sostiene uno dei settori capace, nel complesso di rappresentare il 4,1% del valore aggiunto dell’intera economia italiana, pari nel 2024 a 81 miliardi di euro, di cui 44 miliardi di euro generati dal settore agricolo e 37 miliardi di euro dall’industria alimentare, delle bevande e del tabacco, sottolinea Intesa Sanpaolo, ricordando anche che impiega 1,43 milioni di addetti, il 5,4% del totale nazionale, e che l’export ha toccato il record di 67,5 miliardi di euro nel 2024, e che nei primi 2 mesi 2025 si attesta intorno a 11,5 miliardi di euro.
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Cronaca
Gruppo Italiano Vini acquista Tenuta Rapitalà
Colosso del vino italiano, con oltre 1.600 ettari di vigneto e 14 cantine di proprietà nei territori più vocati d’Italia, il Gruppo Italiano Vini - Giv, nei giorni scorsi, ha acquisito il 100% di azioni di Tenute Rapitalà, in Sicilia, di cui già deteneva le quote di maggioranza dal 1999, diventandone socio unico, comprando il restante 10% di azioni dalla famiglia De la Gatinais. La Tenuta, fondata nel 1968 è oggi costituita da 176 ettari vitati a conduzione biologica nel territorio che da Camporeale, nel palermitano, declina verso Alcamo. 
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Wine & Food
Al Robot RC 3075 ideato da Roberto Conterno il “Technology Innovation Award” 2025
Secondo un comitato tecnico-scientifico composto da accademici, tecnici e responsabili agronomici, ad aggiudicarsi il “Technology Innovation Award” 2025 è il Robot RC 3075 di Black Shire, ideato da Roberto Conterno, alla guida della Giacomo Conterno, la cantina dove nasce il mito Barolo Monfortino, e dall’ingegnere Federico Bona (che WineNews aveva raccontato al momento del lancio), capace di operare senza alcun operatore. Una soluzione avanzata anche sul versante sicurezza, plus irrinunciabile considerati gli incidenti causati dal ribaltamento di trattori in Italia. Automazione, razionalità e sicurezza, del resto, sono i driver dell’innovazione tecnologica per la viticoltura italiana, sotto i riflettori a “Enovitis in Campo” by Unione Italiana Vini-Uiv,  a Rosciano, in Abruzzo (18-19 giugno), nella Cantina Marramiero.
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WineNews.tv
“Investire sulla Gen Z, oggi? Soldi persi. Se saremo pazienti, verranno loro da noi”
A WineNews, Christoph Mack, Ceo Mack & Schühle tra i principali distributori di vino dell’Europa Centrale: “investire sulla Gen Z, oggi, non ha senso. Se ora sta seguendo una moda diversa, questa finirà. Saranno loro a venire dove noi siamo oggi”. Piuttosto, con il vino sotto attacco da più lati, serve portare il consumatore a conoscere i territori, attraverso “il management perfetto della filiera, la produzione delle giuste qualità e la cura dell’intero processo comunicativo”. E ci vuole particolare attenzione al “triangolo importante: qualità, distribuzione e prezzo”.
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