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WineNews
N. 3.424 - ore 17:00 - Venerdì 20 Maggio 2022 - Tiratura: 31.183 enonauti,
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La News
Draghi in Valpolicella tra pace e vino
Dopo il Consiglio dei Ministri tesissimo di ieri, oggi il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha vissuto una mattinata decisamente più semplice, in Valpolicella, dove ha incontrato prima i ragazzi della scuola media di Sommacampagna, con cui ha parlato di Costituzione, pace e pandemia, e poi due dei produttori di riferimento del territorio. Al Premier Nadia Zenato ha donato una bottiglia di Amarone della Valpolicella Archivio Storico 2008, mentre Sandro Boscaini ha accolto Draghi nella sede di Masi, a Gargagnago di Valpolicella, dove ha suggellato l’incontro con un brindisi in cantina di fronte alla botte simbolo del Premio Masi, nei calici l’Amarone Costasera.
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Primo Piano
Il vino paga lo scotto delle guerre commerciali: il conto è di 340 milioni di dollari l’anno
Il vino è la bevanda più esportata al mondo, con un giro d’affari, nel 2019, di 35,7 miliardi di dollari. Ma è anche una delle produzioni geograficamente più localizzate: in Unione Europea viene infatti prodotto il 60% del vino, e dai Paesi della Vecchia Europa parte il 67% delle esportazioni, comprese ovviamente quelle intracontinentali. Giocano un ruolo importante, dal punto di vista produttivo e commerciale, anche Usa, Cina, Argentina e Australia, Paesi legati da relazioni diplomatiche e commerciali fondamentali. Come ricorda la ricerca “Wine: The Punching Bag in Trade Retaliation”, curata da University of Illinois at Urbana-Champaign, Washington State University e Texas Tech University, però, esistono enormi differenze tariffarie tra Paese e Paese, e se ad esempio il commercio tra i Paesi Ue non sottostà ad alcun tipo di dazio, ci sono mete in cui i dazi raggiungono anche il 40% per l’imbottigliato ed il 64% per il vino sfuso, oltre a Paesi tradizionalmente islamici in cui le tariffe raggiungono livelli tali da rendere quasi impossibile la commercializzazione di vino: in Egitto, ad esempio, i dazi sul vino sono al 1.800%, in Giordania al 654%. Come se non bastasse, e come suggerisce il titolo della ricerca, il vino negli ultimi anni ha spesso pagato lo scotto di tensioni e scontri tra grandi potenze economiche, finendo nelle liste dei prodotti sanzionati in termini tariffari. Con il risultato, piuttosto ovvio, di una contrazione del giro d’affari, quantificata in 340 milioni di dollari persi all’anno. È successo nel 2020, quando gli Usa, nell’ambito dello scontro d’alta quota con la Ue sugli aiuti ad Airbus, portarono i dazi sul vino di Francia, Spagna e Germania al 25%, dal 2,41%). L’Europa, che da parte sua imputava a Washington le stesse responsabilità su Boeing, fece altrettanto, alzando le tariffe sul vino Usa al 25% (dal 3,48%). Ancora più dura, alla fine del 2020, fu la decisione della Cina, che nel pieno dello scontro politico e commerciale con l’Australia ha portato le tariffe sul vino australiano, fino ad allora importato a dazi zero, al 116-212%. In sostanza, le ritorsioni tariffarie hanno riguardato quasi 2,7 miliardi di dollari di vino commercializzato nel mondo: una completa liberalizzazione permetterebbe invece un’espansione del commercio enoico di 76 milioni di dollari.
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Ocm vino promozione, ecco il bando
13,3 milioni di euro a disposizione sulla quota nazionale, con tempo per presentare le domande di finanziamento dei progetti in scadenza al 4 luglio 2022 alle ore 15: è quanto prevede il “Decreto direttoriale del 20 maggio 2022 n. 229300” del Ministero delle Politiche Agricole, che di fatto dà il via all’iter della prossima annualità della Misura Promozione dell’Ocm Vino nei Paesi Terzi (compreso il Regno Unito, ndr), la 2022/2023, che è anche l’ultima del ciclo di Pac che si chiude quest’anno. Bando pubblicato dal quale, a breve, deriveranno quelli regionali (che mettono a disposizione, nel complesso, circa 70 milioni di euro, ndr). Le graduatorie dei progetti ammessi a finanziamento, saranno trasmesse dal Ministero delle Politiche Agricola a Agea entro il 10 ottobre 2022. Le spese previste dai progetti andranno realizzate dal 1 gennaio al 15 ottobre 2023.
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Focus
Vino, la sostenibilità pesa poco nel carrello
La sostenibilità certificata è, senza dubbio, di fondamentale importanza per il vino. Soprattutto nei mercati internazionali, dove, per accedervi, certificati e marchi sostenibili garantiscono una corsia preferenziale, se non una condizione necessaria. Di contro, nella scelta delle bottiglie da bere a casa che gli italiani comprano nella grande distribuzione (canale che muove la maggior parte dei volumi, per un valore di oltre 3 miliardi di euro nel 2021, secondo i dati Iri), la garanzia di sostenibilità pesa ancora in maniera residuale. Emerge dall’analisi WineNews sulla ricerca “Impatto dell’inflazione sui consumi degli italiani” by Ismea, condotta su un campione di 3.000 famiglie, con il supporto di Nielsen. Dall’analisi dei driver che guidano la scelta di una bottiglia di vino, la cosa più importante secondo i consumatori è l’origine della materia prima (40%), davanti alle qualità organolettiche (39%), e alla marca (16%), mentre la garanzia di sostenibilità pesa solo per il 6%. Un dato che, come tutti quelli che emergono dai sondaggi, va preso per quello che è, ma che esprime comunque una distanza tra la narrazione del vino, dove oggi la sostenibilità è un tema dominante, grazie ai tanti investimenti di aziende ed istituzioni che lavorano per una filiera sempre più virtuosa, e i valori ricercati da una fetta importante del mercato del vino.
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Cronaca
È, ancora, emergenza manodopera
È, ancora una volta, emergenza manodopera. Al via della stagione di raccolta delle produzioni primaverili ed estive, soprattutto per frutta e verdura, “i forti ritardi burocratici rischiano di compromettere le lavorazioni”. A rilanciare l’allarme è la Confagricoltura, guidata da Massimiliano Giansanti, che parla di situazione “paradossale e insostenibile per le imprese agricole. Non sono state ancora definite, ad un anno di distanza, le procedure relative al Decreto flussi 2021 per i lavoratori extracomunitari, occorre agire subito”.
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Wine & Food
Associazione San Casciano Classico: una bottiglia ad hoc per identificare meglio il territorio
Una bottiglia ad hoc per identificare meglio il territorio: ecco “La Bottiglia del Territorio” voluta dall’Associazione San Casciano Classico, che riunisce i produttori di Chianti Classico del Comune di San Casciano in Val di Pesa (fondata nel 2018, e che conta 26 aziende, tra cui Castello di Gabbiano, Cigliano di Sopra, Fattoria Poggiopiano, Il Palagio, Marchesi Antinori, Principe Corsini - Villa le Corti), realizzata dalla Vetreria Etrusca, e che potrà essere utilizzata esclusivamente dalle cantine associate a partire da ottobre 2022. La bottiglia riporta in bassorilievo la scritta “San Casciano Classico” sul collo e nel fondo, insieme al marchio dell’associazione, guidata da Antonio Nunzi Conti. E potrà essere utilizzata dagli associati per Chianti Classico Annata, Riserva e Gran Selezione, prodotto nel territorio del Comune di San Casciano in Val di Pesa.
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Dentro alla Coop revolution, con il 50% del prodotto a scaffale che sarà a marchio proprio
A WineNews le riflessioni di Marco Pedroni, Maura Latini e Domenico Brisigotti, presidente, ad e direttore commerciale di Coop Italia, tra la necessità di garantire risparmio alle famiglie, qualità e remuneratività. L’obiettivo di portare il fatturato della “private label” dagli attuali 3 miliardi di euro (su quasi 15 di fatturato, oltre il 12,5% del mercato, di cui quasi il 90% dal settore agroalimentare, frutto dell’operato di 79 cooperative di consumatori, di cui 7 grandi) a 6 miliardi entro il 2024.
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