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N. 4.346 - ore 17:00 - Mercoledì 12 Novembre 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Oltre 1 milione di dollari, grazie a filantropi che si sono aggiudicati vini ed esperienze da sogno, tra cui i top lot italiani, Biondi-Santi, “culla” del Brunello a Montalcino (9.000 dollari), Ornellaia, “gioiello” di Bolgheri (7.000 dollari) ed Emidio Pepe, leggenda d’Abruzzo (6.500 dollari), accanto alla “vip experience” con il tenore Andrea Bocelli, vigneron con Bocelli 1831 (100.000 dollari): è il risultato della “The Golden Vines Charity Auction” 2025 by Liquid Icons per i programmi di educazione al vino della Gerard Basset Foundation, nei “The Golden Vines Awards”, gli “Oscar del Vino” a Miami, dove si è brindato con Brunello de Il Marroneto, unico vino italiano. | |
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| | La produzione mondiale di vino, nel 2025, è stimata tra 228 e 235 milioni di ettolitri, con una proiezione intermedia di 232 milioni di ettolitri. Si tratta di una ripresa (+3%) rispetto ai volumi bassi del 2024, anche se la stima del raccolto di quest’anno rimane circa il 7% al di sotto della media quinquennale. A dirlo è l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (Oiv) che ha pubblicato, oggi, le sue prime stime annuali sulla produzione mondiale di vino per il 2025. L’Italia si conferma il più grande produttore mondiale di vino (47,4 milioni di ettolitri, +8% sul 2024), davanti alla Francia (35,9 milioni di ettolitri, -1%) e alla Spagna (29,4 milioni di ettolitri, -1,4%). Gli Stati Uniti sono al quarto posto (21,7 milioni di ettolitri, +3%), mentre l’Australia si riprende la posizione n. 5 nella classifica mondiale dei produttori (11,6 milioni di ettolitri, +11%), davanti all’Argentina (10,7 milioni di ettolitri, -1%), che, alla posizione n. 6, è il più grande produttore del Sud America e precede il Sudafrica (10,2 milioni di ettolitri, +16%), il Cile (8,4 milioni di ettolitri, -10%), la Germania (7,3 milioni di ettolitri, -6%) e il Portogallo alla posizione n. 10 (6,2 milioni di ettolitri, -11%). L’Oiv ha evidenziato che, “nonostante i contrasti regionali, il mercato mondiale del vino dovrebbe rimanere sostanzialmente equilibrato, poiché la crescita limitata della produzione contribuirà a stabilizzare le scorte in un contesto di indebolimento della domanda e di continue incertezze commerciali”. Nell’Unione Europea (è di 140 milioni di ettolitri la stima della vendemmia 2025), la produzione è aumentata modestamente sul 2024 (+2%), ma è ben al di sotto della media quinquennale (-8%). Il Vecchio Continente continua ad essere caratterizzato da un’elevata variabilità climatica, mentre nel resto dell’emisfero settentrionale, spiega l’Oiv, i risultati sono stati contrastanti. Gli Stati Uniti, tra gli altri, hanno registrato solo una ripresa parziale sul basso raccolto 2024 (+3%, ma -9% è lo “score” della media quinquennale). L’emisfero meridionale totalizza, invece, 49 milioni di ettolitri ed ha registrato una ripresa sul 2024 (+7%, ma -5% sul quinquennio). | |
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| | La viticoltura sta vivendo una trasformazione profonda, silenziosa e inarrestabile. Tra i filari, accanto alle mani esperte dei viticoltori, si muovono e operano sempre più spesso sensori, algoritmi e robot e l’ultima novità in fatto di tecnologia applicata al lavoro in vigna arriva da un gruppo di ricercatori del Politecnico di Milano (in collaborazione con l’azienda Soluzioni Ingegneria) che ha sviluppato un sistema per testare e ottimizzare, in ambiente virtuale, le strategie di guida autonoma dei mezzi agricoli, creando un “gemello digitale” del vigneto, che ne riproduce pendenze, irregolarità del terreno e disposizione dei filari, riducendo rischi e costi delle prove sul campo e proponendosi come uno strumento utile anche per formare gli operatori ed accelerare l’adozione di nuove tecnologie agricole. | |
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| | | Che il mercato del vino, italiano e mondiale, sia in difficoltà, è fuor di dubbio, così come è fuor di dubbio, però, che il settore del Belpaese venga da un decennio (2014-2024) in cui i valori sono cresciuti costantemente, e l’export è raddoppiato, toccando il record di 8,1 miliardi euro nel 2024. E se alcuni elementi critici sono strutturali e altri sono contingenti, come i dazi Usa (i cui effetti reali, a detta di tutti, si potranno misurare davvero solo nel 2026 con i nuovi listini), la ricetta per superare l’impasse e rilanciare i consumi è sempre quella: fare sistema, investire in promozione e comunicazione (come faranno Ministero dell’Agricoltura e Ice con una campagna sulle reti Rai, e non solo, sul valore culturale del consumo di vino), ed aprire nuovi mercati senza abbandonare quelli consolidati. Messaggi dal convegno firmato dal Comitato Leonardo - Italia Quality Committe a Ca’ del Bosco, “gioiello” della Franciacorta, di proprietà della famiglia Zanella e del gruppo Herita Marzotto Wine Estates della famiglia Marzotto, con, tra gli altri, i vertici di Ice, Federvini, Unione Italiana Vini - Uiv, Coldiretti, e i rappresentati delle istituzioni europee ed italiane, con il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, e l’indagine “Il vino italiano tra eccellenze e sfide globali” di Wine Monitor - Nomisma (in approfondimento). | |
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| | | Con il cileno Apalta 2021 di Clos Apalta, alla posizione n. 6, ed il bordolese St.-Emilion 2022 di Château Beau-Séjour Bécot, alla posizione n. 5, svelate oggi, restano due, per ora, i vini italiani nella “Top 10” 2025 di “Wine Spectator”, con il Barbaresco 2021 dei Produttori del Barbaresco (n. 7) ed il Chianti Classico San Lorenzo Gran Selezione 2021 del Castello di Ama (n. 9). In attesa, domani, dei vini dal n. 4 al n. 2, aspettando il “Vino dell’anno”, il n. 1, il 14 novembre, e poi tutta la “Top 100” il 17 novembre. | |
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| | A vincere, con giudizio unanime, è stato il Cinurio dell’azienda vinicola Tramontana di Reggio Calabria, un Novello 100% macerazione carbonica da uve calabrese, antesignane del Nero d’Avola, prodotto nella zona jonica più a Sud dello Stivale, l’area grecanica, da cui prende il nome, davanti ad altri tre vini sempre del Centro-Sud Italia: il calabrese L’Aurora della cantina Zito di Cirò Marina, il Cupido della siciliana Principe di Corleone - Pollara di Monreale, e il Catello dei Viticoltori dei Colli Cimini di Vignanello. Sul terzo gradino del podio, infine, il Fresco di Vendemmia della celebre griffe marchigiana Velenosi. Ecco i vincitori del concorso “Miglior Novello d’Italia” 2025, organizzato dal Nuovo Istituto Nazionale del Vino e dell’Olio Novello, e che ha visto la partecipazione di 50 vini da tutto il Belpaese. | |
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| | | È uno dei territori vitivinicoli più prestigiosi d’Italia, conosciuto soprattutto per vini bianchi d’eccellenza e di grande longevità. L’Alto Adige si afferma sempre più nei mercati internazionali e viene da una vendemmia 2025 con tutti i presupposti dell’ottima annata e la novità delle Uga. Come hanno raccontato, a WineNews, da “Merano WineFestival” 2025, Rudi Kofler (Terlano), Karoline Walch (Elena Walch), Andreas Kofler (Kurtatsch), Martin Lemayr (Colterenzio), Jakob Gasser (San Michele Appiano), Gottfried Pollinger (Nals Margreid) e Willi Sturz (Tramin), guardando al futuro. | |
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